2018-03-28
Via libera in Italia alla prescrizione della pillola per cambiare il sesso
La triptorelina, usata per i tumori e per la pubertà precoce, potrà essere somministrata anche ai minori con il contestato «disturbo dell'identità di genere». Che potranno «scegliere» se essere maschi o femmine.Esiste una pillola in grado di aiutare i bambini che vogliono cambiare sesso. Il principio attivo contenuto in essa si chiama triptorelina e l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, l'ha ufficialmente inserito nel prontuario medico italiano con l'indicazione specifica per gli adolescenti gender variant. Ovvero quelli che, nonostante siano nati in un determinato corpo, dichiarano tenacemente di essere del sesso opposto.Se fino a qualche mese fa l'effetto magico di questa pillola era conosciuto solo negli ambienti più vicini al transgenderismo, da oggi l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, annuncia ufficialmente il potere di questo farmaco di rendere «nullo» il sesso di una persona e facilitarne quindi la transizione verso il sesso opposto.Solo lo scorso dicembre, sulle pagine della Verità, vi avevamo raccontato di come, a Londra, esista un ospedale pubblico, il Tavistock e Portman Nhs foundation clinic, in cui i bambini vengono curati per cambiare sesso. Durante il nostro tour nella struttura, la dottoressa Bernadette Wren, a capo del reparto di psicologia della clinica, ci aveva spiegato come «la maggior parte dei bambini esplora la sua sessualità a partire dagli 8-9 anni. Per questo motivo, è importante riconoscere immediatamente i sintomi della disforia di genere che si possono palesare nella fascia d'età prepubertà. E sopprimerli». Anche con l'uso di medicinali. Nello specifico, la dottoressa Wren parlava proprio della triptorelina, un principio attivo presente in alcuni medicinali normalmente utilizzati per la cura del carcinoma alla prostata e alla mammella, in grado però di sopprimere i cambiamenti corporei e modificarli in base al desiderio reale del paziente. In sostanza la triptorelina (e come essa l'euprorelina) è in grado di frenare la pubertà. Vale a dire lo sviluppo degli organi genitali, del seno (nel caso delle donne), della peluria che contraddistingue il corpo femminile o maschile, e anche di frenare la polluzione notturna nei maschi, ovvero l'attività involontaria tramite cui viene emesso in modo non controllato del liquido seminale nel periodo adolescenziale.I professori che hanno inviato all'Aifa la richiesta di riconoscere questa pillola come «amica» dei gender variant, in quanto è tra i medicinali utili a bloccare la pubertà a fini curativi di pazienti affetti da disforia di genere, sono i presidenti della Società italiana di endocrinologia, Paolo Vitti, della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, Alberto Ferlin, della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica, Stefano Cianfarani e dell'Osservatorio nazionale sull'identità di genere, Paolo Valerio.Dopotutto, la Dig è una malattia catalogata fra i disturbi mentali del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, secondo cui «viene definito transessuale solo chi non ha un'ulteriore psicopatologia associata». Ovvero chi non è affetto da un ulteriore disturbo mentale. Sulla base di quanto descritto dal manuale dei disturbi mentali e sull'effettiva comparsa della triptorelina tra i medicinali dedicati al cambio sesso, si può così ipotizzare che in un futuro non troppo lontano anche in Italia ospedali e medici inizieranno a trattare apertamente i casi di disforia di genere con medicinali e accompagneranno i bambini affetti da questo disturbo verso l'altro sesso. Il tutto, in nome di un «cruciale intervento precoce», volto a limitare possibili atti di bullismo omotransfobico e di isolamento sociale. Secondo infatti il team di medici che ha chiesto all'Aifa il riconoscimento della triptorelina come medicinale gender variant, «la sospensione della pubertà con l'ausilio di medicinali Gnrh (letteralmente Gonadotropin releasing hormone, ossia un ormone peptidico di origine ipotalamica che induce il rilascio di gonadotropine dall'ipofisi anteriore) sembra essere l'unico strumento efficace al fine di prevenire quei cambiamenti corporei che scatenano l'acuirsi della sofferenza».Se non bastasse l'introduzione di questo farmaco anche in Italia, c'è chi - come Manlio Converti, psichiatra e presidente di Amigay - già pensa a rendere la somministrazione del farmaco completamente gratuita anche nel nostro Paese. Così come avviene già in Inghilterra. Scrivendo al portale quotidianosanità.it, il dottor Converti spiega infatti come «nonostante il riconoscimento dell'importanza di garantire la sospensione della pubertà negli adolescenti, il percorso ormonale in Italia per la transizione e il mantenimento delle persone transessuali resta ancora completamente a pagamento». «Obbligare al pagamento», spiega Converti, «conduce al rischio di indurre alla prostituzione o ad altre degradanti mansioni criminali chi ha bisogno di questo medicinali per essere sé stesso o se stessa. È crudele e politicamente miope».Se per il team di medici che ha chiesto l'estensione dell'utilizzo della triptorelina anche nella pubertà incongruente, quello dell'Aifa è un «atto con fondamentale valenza medica, psicologica, sociale e deontologica», molti continuano a non pensare ai più piccoli. Come è possibile che a quattro anni un bambino conosca davvero il significato della parola sesso? Modificare interamente la sua vita, cambiargli corpo, non è forse solo un capriccio o una moda più che un bisogno vero e proprio di soddisfare i propri figli? L'esempio di Ria Cooper, la ragazza nata maschio che cambiò sesso per la prima volta a 15 anni per poi tornare uomo a 18 e ricambiare nuovamente a 23, deve essere emblematico della delicatezza della questione. Che deve essere trattata, sì, ma forse con strumenti differenti da una semplice pillola da inghiottire prima dei pasti.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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