2023-06-23
Piano del governo sul Mes: tirarla in lungo
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Ansa)
La maggioranza diserta la commissione Esteri della Camera che approva il testo di ratifica con i voti della sola opposizione. Il fondo salva-Stati passa in Aula, dove potrebbe esserci un altro rinvio. Intanto si tratta con l’Europa su Pnrr e Patto di stabilità.«Houston, abbiamo un problema»: la ratifica del nuovo trattato del Mes da parte dell’Italia, ultimo stato europeo a dover dare il via libera, continua a causare grattacapi al centrodestra. Giorgia Meloni e la Lega, e in maniera più sfumata Forza Italia, non ne vogliono sapere di ratificare il nuovo trattato, ma un «no» dell’Italia potrebbe comportare conseguenze a livello finanziario, con lo spread che potrebbe impennarsi e i nostri Btp che risentirebbero di questo genere di scenario. Ieri la maggioranza ha disertato la commissione Esteri della Camera, che ha così approvato con i voti di Pd, Iv, Azione e Più Europa (M5s e Avs si sono astenuti) il testo base proposto dai dem che dice sì alla ratifica: non una gran bella figura dal punto di vista politico, per le forze che sostengono il governo, ma il risultato sostanziale è stato quello chiesto dall’Europa, ovvero un primo via libera. Il prossimo appuntamento è previsto per il 30 giugno in aula, dove è assai difficile che si potrà ripetere questo tipo di strategia, motivo per il quale si punta a un nuovo rinvio, considerato che il termine ultimo per la ratifica è il prossimo 31 dicembre. Ricordiamo che 24 ore prima la stessa commissione aveva ricevuto il parere tecnico sulla ratifica del Mes, firmato da Stefano Varone, capo di gabinetto del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: un documento che sostanzialmente dice che un eventuale ok al nuovo Mes non comporterebbe alcun rischio per l’Italia. Veniamo ai nodi politici. Giorgetti, a quanto risulta alla Verità da fonti assai attendibili, ai colleghi europei ha rappresentato la situazione per quella che è: «Cari colleghi», avrebbe detto Giorgetti, «l’Italia questo Mes difficilmente lo approverà». Altrettanto esplicita è stata la risposta ricevuta: «Un no avrebbe conseguenze». Il ministro dell’Economia, ricordiamolo, non si è mai espresso a favore del Mes. Piena intesa quindi tra Giorgetti e Matteo Salvini: «Sul Mes», ha detto ieri Salvini, «decide il parlamento. Se arriverà la discussione in parlamento, lì si voterà. Quella del ministero dell’Economia è un’opinione tecnica. Tecnicamente uno può fare i conti per quello che è il bilancio pubblico, poi politicamente tutto il centrodestra, dalla Meloni al sottoscritto, ha sempre ritenuto che in questo momento il Mes non è uno strumento utile per il paese. Ieri (l’altro ieri, ndr) ero a pranzo con Giorgetti», ha aggiunto Salvini, «abbiamo parlato di questo è di tanto altro e siamo in perfetta sintonia. Giorgetti è un politico, come lo sono io e se arriverà in parlamento lo voteremo in modo politico». I tanti «se arriverà in parlamento» pronunciati da Salvini fanno pensare che la maggioranza stia cercando una strada per approvare la ratifica senza approvarla: sembra un paradosso, ma in politica, e soprattutto in Italia, le vie del Signore sono infinite. Del resto, l’assenza della maggioranza in commissione Esteri, ieri, significa che Giorgia Meloni, fermamente contraria alla ratifica, non ha voluto neanche affondarla: con il centrodestra presente e contrario, sarebbe stata bocciata. Un segnale di dialogo lanciato verso l’Europa, nell’attesa che la presidente del Consiglio indichi la direzione da prendere quando il tempo dei rinvii sarà scaduto. Il dibattito in corso in Italia sul Mes, hanno fatto sapere ieri fonti europee citate dall’Ansa, «è seguito dalle istituzioni Ue con attenzione». Le stesse fonti hanno sottolineato che all’ultimo Eurogruppo in Lussemburgo c’è stato uno scambio di opinioni con il governo italiano e i membri dell’Eurozona sugli ultimi passi da compiere affinché la riforma possa entrare in vigore a fine anno. E non bisogna mai dimenticare che in ballo con Bruxelles ci sono anche i fondi del Pnrr e la riforma del Patto di stabilità. L’atteggiamento dell’Europa, che non a caso parla di fine anno, è all’insegna della cautela e della volontà di collaborare con l’Italia, senza strappi e forzature: del resto, come dicevamo, ieri, seppure grazie all’assenza del centrodestra, la ratifica è stata approvata in commissione Esteri alla Camera. La maggioranza ha consapevolmente deciso di affrontare le prevedibili critiche delle opposizioni pur di non andare allo scontro con Bruxelles. «La maggioranza è talmente divisa», ha twittato la segretari del Pd, Elly Schlein, «che oggi ha disertato il voto sul Mes alla Camera. Non si è mai visto. E ieri è andata sotto al Senato sul Dl Lavoro. Un governo fantasma che non sta in piedi, fa perdere credibilità all’Italia e continua a non dare risposte a chi è in difficoltà». In realtà la maggioranza è talmente unita che se si fosse presentata in commissione avrebbe bocciato la ratifica, mettendosi contro l’Ue, ma questo la Schlein finge di non saperlo. E il M5s? Giuseppe Conte, proprio lo stesso Conte che da presidente del Consiglio, nel gennaio 2021, approvò la riforma del Mes che il parlamento ora deve ratificare, ha cambiato idea: «Noi», ha detto ieri a La7 il leader del M5s, «ci assumeremo sempre la responsabilità delle nostre posizioni, in commissione ci asteniamo e aspettiamo il dibattito in aula per chiarire la nostra posizione, che non è in favore del Mes. È un accordo intergovernativo e non uno strumento comunitario, ha un sistema di vigilanza vessatorio che non è stato superato e non è lo strumento giusto per soccorrere un paese in difficoltà».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.