2024-12-01
Ecco il piano di Cgil e sinistra per rovinarci da qui a Natale
Elly Schlein e Maurizio Landini (Ansa)
Aerei, treni, scuole, sanità, banche: già quindici scioperi (tra cui un altro generale) proclamati dai sindacati solo a dicembre. Matteo Salvini: pronto a precettare ancora. Ma il motivo è evidente: fare politica di sponda col Pd.L’Operazione Bella Ciao prosegue come da programma. Terminata la fase uno con le prime scaramucce dei collettivi nelle università, funzionali a scaldare gli animi per le manifestazioni di piazza del Black Friday, Maurizio Landini, Elly Schlein e la sinistra più rossa (Giuseppe Conte ha altre priorità interne) hanno lanciato la fase due. Con l’obiettivo di paralizzare il Paese nel mese che porta al Natale e destabilizzare l’esecutivo di Giorgia Meloni. Accadeva anche con Silvio Berlusconi, i claim pubblicitari sono gli stessi: «Il governo è delegittimato», «Dobbiamo rivoltare l’Italia come un guanto», «È il momento della rivolta sociale». Frasi al limite della sovversione allegramente rilanciate dal segretario della Cgil ieri al congresso delle Acli con la subdola patina dell’intellettualismo: «Se la persona non si rivolta contro le ingiustizie non esiste come persona».Inacidito dal flop dello sciopero generale, Landini si è visto immediatamente sorpassare a sinistra dall’Usb (Unione sindacale di base) che ha proclamato una fermata nazionale venerdì 13 dicembre. L’appuntamento cardine inserito nel calendario fittissimo del dicembre nero. Finora sono 15 gli scioperi previsti da sigle, sottosigle e cespugli: il 2 si fermano i bancari, il 9 stop alle merci su gomma, il 13 sciopero della Sanità pubblica e privata, il 15 gli aerei stanno a terra con stop a macchia di leopardo (Enav, Techno Sky e Handling), mentre i sindacalisti delle ferrovie preparano sorprese spiacevoli per i pendolari. A tutto questo si aggiunge sabato 7 dicembre una manifestazione di Alleanza Verdi Sinistra a Roma davanti al ministero dell’Istruzione al grido: «Il ministro Valditara fa a pezzi l’istruzione pubblica», parole di Giuseppe Buondonno, responsabile Scuola di Avs. Lo stesso giorno a Milano è previsto un corteo dei centri sociali nell’occasione di maggior visibilità della stagione: la prima della Scala.L’incendio era cominciato con le fibrillazioni della Sanità, ma non avendo ottenuto il successo sperato (nonostante molti Ordini regionali dei medici siano schiacciati sul Pd), l’opposizione federata dalla Cgil di Landini ha dirottato l’offensiva invernale su terreni storicamente più favorevoli: trasporti, università e scuola dove la manovalanza di Cobas, collettivi e arrabbiati cronici è nettamente più nutrita e più fedele alla linea. Per completare lo scenario va detto che finora ai vari ministeri sono arrivate per l’inizio 2025 già sei proclamazioni di sciopero. È una strategia della tensione pericolosa ma più volte adottata per logorare palazzo Chigi, esasperare i cittadini in un periodo delicato e al tempo stesso enfatizzare il ruolo di leader che - non avendo un’idea di Paese - si esibiscono nella campagna elettorale permanente bivaccando in piazza. Poi qualche Carc che alza il tiro delle minacce (come ai tempi dell’assalto alla Lombardia durante il Covid) si trova sempre. Rispetto al passato stupisce il linguaggio violento che accompagna i responsabili della protesta. Ieri Landini ha provato a giustificarsi chiamando in causa nientemeno che Albert Camus. «Quando sono stato a Palazzo Chigi ho regalato alla premier L’uomo in rivolta. Il senso di quel libro è rimettere al centro la libertà delle persone». Più che a Meloni dovrebbe farne dono ai collettivi della Statale di Milano, legati a doppio filo alla Cgil e coccolati da Schlein, che hanno discriminato donne cattoliche a convegno con la violenza dei manganellatori. La dissertazione letteraria non convince Il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa: «Landini ha parlato al limite della sovversione, al limite dell’istigazione a compiere reati». E riferendosi ai 949 scioperi effettuati nei due anni meloniani aggiunge: «Il diritto allo sciopero è sacrosanto ma chi ne abusa ne svilisce il significato». È proprio nella Scuola che l’opposizione confida di trovare lo zoccolo duro in grado di far decollare la protesta. Lo ha ribadito Buondonno agitando due slogan vecchi come il mondo ma sempre efficaci: la lotta al precariato e un fantomatico taglio ai posti di lavoro. In realtà la gastrite rossa è dovuta alla conferma dei voucher alle paritarie e alla legittimazione delle università telematiche, che la sinistra radicale vorrebbe sopprimere così come la Sanità privata.Mentre la minoranza è pronta a congelare in piazza, il governo prepara le contromisure. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ribadisce di non voler piegare la schiena: «Sono soddisfatto di avere garantito venerdì il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani. Il mio impegno non cambia in vista di dicembre, quando si contano già 15 scioperi proclamati, tra cui uno generale fissato il 13, guardacaso un altro venerdì a pochi giorni dal Natale. Sono pronto a intervenire ancora per aiutare i cittadini». Tira aria di precettazione. Un nuovo braccio di ferro che non spaventa Giovanni Donzelli (Fdi): «Più che una svolta autoritaria del governo vedo una svolta minoritaria del sindacato».La fase due è lanciata in attesa della fase tre, che da copione prevede l’inchiesta di una procura amica con massima visibilità mediatica, supportata da un qualche scandalo privato che possa far vacillare un ministro o un sottosegretario. L’Operazione Bella Ciao è sempre imponente ma non brilla mai per fantasia.
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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