2020-05-02
Kim Jong-un ricompare, ma la Casa Bianca ha ancora dubbi sulla sua salute
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Il mistero sulla sorte del leader nordcoreano non sembra ancora realmente dissipato, nonostante l'agenzia di stampa statale nordcoreana Kcna ha riferito che sarebbe apparso ieri in occasione di una celebrazione pubblica dedicata alla Festa del lavoro. Reuters e Cnn hanno tuttavia chiarito oggi di non essere in grado di stabilire l'autenticità delle immagini. Donald Trump ha preferito non commentare: «Avremo qualcosa da dire al momento opportuno».È ricomparso in pubblico. Forse. Dopo settimane di illazioni e ipotesi, l'agenzia di stampa statale nordcoreana Kcna ha riferito che Kim Jong-un sarebbe apparso ieri in occasione di una celebrazione pubblica dedicata alla Festa del lavoro. Sono state inoltre pubblicate delle foto, tra cui una che ritrae il leader mentre taglia un nastro. Reuters e Cnn hanno tuttavia chiarito oggi di non essere in grado di stabilire l'autenticità delle immagini né quella del resoconto, riportati dalla Kcna. Dal canto suo, Donald Trump ha preferito non commentare questo materiale. «Preferirei non commentarlo ancora. Avremo qualcosa da dire al momento opportuno», ha dichiarato ieri. E quando gli è stato chiesto se Kim fosse vivo, ha replicato: «Non voglio parlarne». Insomma, il mistero sulla sorte del leader nordcoreano non sembra ancora realmente dissipato. Per adesso, l'unica cosa garantita è che l'ultimo evento pubblico, a cui ha partecipato, è stata una riunione del Politburo dello scorso 11 aprile. Poi se ne sono perse le tracce.L'arcano ha preso quota quando, la settimana scorsa, il sito d'informazione sudcoreano Daily NK ha riportato che Kim versasse in condizioni critiche, a causa di un intervento cardiovascolare. Una circostanza che era tuttavia stata prontamente smentita da Seul, mentre lo stesso Donald Trump aveva espresso forte scetticismo, bollando la cosa come una fake news della Cnn (che nel frattempo aveva riportato che l'intelligence americana stesse cercando di monitorare la situazione sulla salute di Kim).Successivamente, sabato scorso, alcune immagini satellitari hanno mostrato un treno (ritenuto appartenere al leader nordcoreano) fermo in una stazione ferroviaria, situata nei pressi del resort di Wonsan. Tutto questo ha portato molti a ipotizzare che, anziché deceduto o in fin di vita, Kim Jong-un possa in realtà aver preferito dileguarsi per sfuggire alla possibilità di essere contagiato dal coronavirus. Ipotesi parzialmente avvalorata dal fatto che, a fine aprile, nuove fotografie satellitari abbiano mostrato come, sempre nell'area costiera di Wonsan, si siano registrati spostamenti di svariate barche di lusso. Nel frattempo, i media nordcoreani hanno proseguito a riferire varie attività del dittatore, tra cui messaggi inviati a leader stranieri.Tutto resta ciononostante incerto. Trump, in una recente conferenza stampa, ha dichiarato: «Non posso dirlo esattamente. So come sta ma non posso parlarne ora». Dall'altra parte, la Corea del Sud è tornata pochi giorni fa a smentire con forza la notizia, che vorrebbe Kim in gravi condizioni di salute. Di contro, il sinologo Francesco Sisci ha recentemente dichiarato all'Adnkronos che il leader nordcoreano risulterebbe «clinicamente morto». C'è poi chi, come l'Associated Press, ha sostenuto che Kim non sia nuovo a improvvise uscite di scena, ricordando come fosse già scomparso per un periodo di sei settimane nel 2014, per poi riapparire con un bastone. Senza infine dimenticare che, in passato, più volte sono circolate voci sulla presunta morte dei leader nordcoreani: voci rivelatesi poi infondate (accadde per esempio con Kim Il-sung nel 1986). Profondamente ambiguo si è invece sinora mostrato il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, il quale ha affermato di non possedere alcuna informazione sullo stato di salute di Kim, aggiungendo tuttavia che un eventuale cambio di leadership a Pyongyang non fermerebbe il processo di denuclearizzazione in atto. «La nostra missione resta la stessa, indipendentemente da quanto trapeli dalla Corea del Nord in merito alla leadership […] ovvero la denuclearizzazione completa e verificata della Corea del Nord», ha dichiarato Pompeo. E il punto principale alla fine è proprio questo. Se il leader nordcoreano è realmente morto o impossibilitato a governare, chi prenderà il suo posto? Sono giorni che, non a caso, circolano ipotesi su un'eventuale successione.Finora il potere politico in Corea del Nord è sempre stato trasmesso per via dinastica. Kim Jong-un è infatti figlio del leader Kim Jong-il, a sua volta figlio del fondatore della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Kim Il-sung. Ora, per quanto si ritenga che il trentaseienne Kim Jong-un abbia dei figli, sarebbero comunque troppo piccoli per prendere il potere al posto del padre. Per questa ragione, molti analisti guardano con attenzione agli altri famigliari. Se il fratello maggiore Kim Jong-chul non viene considerato troppo quotato in vista di una successione, un discorso ben diverso riguarda invece la sorella minore, Kim Yo-jong, politicamente più ambiziosa e vicina all'attuale leader nel recente percorso di distensione con gli Stati Uniti. Potrebbe tuttavia per lei pesare negativamente il fatto di essere una donna, visto che nel Paese è stata adottata sinora una sorta di legge salica. Qualcuno dà in corsa anche lo zio di Kim, Kim Pyong-il, che tuttavia rischierebbe di non avere gli agganci giusti per intraprendere un'ascesa politica. Ma i consanguinei non sono gli unici papabili successori. Potrebbero infatti nutrire desideri di potere anche alti esponenti del partito e dell'esercito. Si pensi per esempio a Choe Ryong-hae, che siede ai vertici del Politburo, o al generale Kim Yong-chol, che ha seguìto in prima persona le trattative tra Pyongyang e Washington.Il punto è che, come recentemente riportato dal The National Interest, pare che al momento non vi sia un preciso meccanismo di successione in Corea del Nord e che lo stesso Kim Jong-un (probabilmente per la giovane età) non si sarebbe granché preoccupato della questione. Tutto questo comporta evidentemente il serio rischio di una lotta di potere e, in caso, anche di una guerra civile. Il nodo è che un'eventuale successione in Corea del Nord non potrebbe non chiamare in causa un intervento cinese. Ricordiamo che la Repubblica Popolare rappresenta il principale partner commerciale di Pyongyang e che Pechino consideri quest'ultima in buona sostanza un proprio avamposto geopolitico in Estremo Oriente. In tutto questo, vale la pena di sottolineare che - stando a quanto riportato da Reuters - la Cina avrebbe recentemente inviato in Corea del Nord una missione con funzionari diplomatici e medici, sotto l'autorità del Dipartimento di collegamento internazionale del Partito comunista cinese: l'organo predisposto a mantenere i rapporti con i partiti esteri e a influenzarli politicamente. Non è quindi al momento chiaro il significato di questa missione. Pechino ha inviato dei funzionari per aiutare Kim Jong-un nel contrasto all'epidemia di coronavirus? Oppure perché vuole avere voce in capitolo in previsione di un avvicendamento di potere?Quel che è chiaro è che, nel caso di una scomparsa del leader nordcoreano, la Cina rafforzerebbe ulteriormente la propria influenza su Pyongyang: un dato in sé stesso molto più significativo di (improbabili) svolte liberali in seno alla politica nordcoreana. Un dato che potrebbe produrre delle ripercussioni sostanziali nelle relazioni tra Corea del Nord e Stati Uniti. È pur vero che il processo di distensione tra i due vecchi nemici non sia mai realmente decollato. Tuttavia alcuni storici incontri tra Kim e Trump avevano posto le basi per mantenere in piedi un dialogo. Ecco: qualora la Cina dovesse prendere il sopravvento su tale dossier, la situazione si ingarbuglierebbe non poco, viste le attuali turbolenze tra Washington e Pechino a causa del coronavirus. La Repubblica Popolare potrebbe sfruttare il nodo nordcoreano per mettere gli americani sotto pressione. Uno scenario dalle conseguenze difficilmente prevedibili per la guerra dei dazi e per le stesse elezioni presidenziali statunitensi.