2021-01-09
Per lo smistamento c’è l’ipotesi Poste
Accanto all'esercito, la logistica di secondo livello nella distribuzione dei vaccini potrebbe essere affidata alla controllata dallo Stato. Ma le incognite sono molte.La logistica e la distribuzione dei vaccini per il Covid-19 sarà affidata quasi esclusivamente all'esercito, aveva spiegato all'inizio di dicembre il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri durante l'audizione di fronte alle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera dei deputati. Sottolineando però che, dove le forze armate non potranno arrivare in termini di risorse impiegate e quindi servirà qualche altro contributo, «certamente sarà necessario coinvolgere gli attori della logistica». Sì, ma quali? Con gli operatori della logistica del pharma «abbiamo già iniziato a dialogare» aveva detto il commissario. Qualche giorno dopo era stato dunque avviato un tavolo di lavoro congiunto con le associazioni del cargo aereo e della logistica farmaceutica, già pronte a unire le forze per organizzare al meglio la filiera di approvvigionamento e distribuzione delle dosi. Tavolo che per il momento non risulta aver ricevuto aggiornamenti da parte del governo.Potrebbe esserci però un'altra soluzione: secondo quanto riferiscono due fonti diverse alla Verità, infatti, Poste italiane starebbe valutando la fattibilità tecnica e normativa del trasporto di farmaci. Detto in altri termini: per la logistica di secondo livello - ovvero dagli hub regionali ai cosiddetti «point of use» - nella fase della somministrazione di massa potrebbe scendere in campo la società controllata dallo Stato attraverso i suoi corrieri espresso come Sda e Brt. Del resto, Poste collabora già (pro bono) insieme a Eni con commissario per l'emergenza allo sviluppo del sistema informatico nel quale, parole di Arcuri, «ci saranno molte componenti: un call center elementi di tracciabilità , riconoscibilità e possibilità di alimentare i sistemi informativi delle regioni e del ministero della Salute nell'implementazione di una sorta di anagrafe dei vaccini uguale a quella che c'è per tutti i vaccini somministrati per la popolazione italiana». Sinergie, dunque, se il gruppo guidato da Matteo Del Fante si occupasse anche di trasportare i vaccini. Senza dimenticare che in primavera Poste ha rafforzato la collaborazione con Microsoft per supportare ulteriormente l'adozione delle tecnologie cloud e il sito del governo che aggiorna quotidianamente i dati sui vaccini somministrati viaggia proprio grazie alla tecnologia Microsoft Powerbi sul cloud Azure. Il cerchio si chiuderebbe, insomma. Al momento, ricordiamolo, si tratterebbe solo di una ricognizione tecnica. Resta da capire se sia stata decisa spontaneamente oppure su richiesta e input dello stesso commissario. Di certo, se le indiscrezioni fossero confermate, gli attuali distributori di secondo livello che si sono seduti al tavolo a dicembre e che ancora attendono novità dal governo verrebbero lasciati a bocca asciutta nonostante queste aziende si occupino di logistica farmaceutica da decenni. E potrebbero avere la stessa reazione polemica che ebbe al tempo l'Abi, l'associazione dei banchieri, quando prese vita BancoPosta. Anche se qui non si parla di conti correnti o bancomat, ma di farmaci e vaccini la cui distribuzione è assai delicata. Gli operatori della logistica farmaceutica riportano alle linee guida di distribuzione comunitarie Gdp (Good distribution pratices) che non sono state declinate in una norma nazionale e sono quindi volontarie. La cosiddetta «catena del freddo» richiede temperature controllate e monitorate (con esigenze diverse a seconda dei vaccini), senza dimenticare la tracciabilità dei mezzi di trasporto. Chi certificherebbe gli stessi standard qualitativi e di sicurezza richiesti oggi agli operatori privati? E come verrebbero garantiti? Se le voci su Poste sono vere, qualcuno dovrà rispondere anche a queste domande.