2025-03-06
«Per i Giochi tutto pronto in anticipo. Abbiamo sconfitto il partito del no»
Alessandro Morelli (Imagoeconomica)
Il sottosegretario Alessandro Morelli: «Gli extracosti? Gli aumenti nell’edilizia riguardano ogni cantiere».Ieri, insieme all’assessore alle Infrastrutture di Regione Lombardia, Claudia Terzi, al sindaco di Bormio, Silvia Cavazzi, e al presidente di Cal (Concessioni autostradali lombarde), Cristiana Molin, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli ha visitato il cantiere dello Ski stadium di Bormio, opera strategica per le Olimpiadi invernali 2026, unitamente allo Ski park. Lo abbiamo intervistato per conoscere l’avanzamento dei lavori e gli obiettivi futuri. A meno di un anno dall’inizio dei Giochi, quali sono le principali opere completate? «Con grande accelerazione si stanno anticipando i tempi previsti sui cantieri dello Ski stadium e dello Ski park di Bormio. I progressi registrati dimostrano efficacia di programmazione e determinazione nel rispettare i tempi previsti. Ciò consolida Bormio come polo d’eccellenza per gli sport invernali e per lo sviluppo economico del territorio. E Cal è parte integrante delle istituzioni pubbliche che stanno portando a termine opere che tanti “signori del no” pensavano irrealizzabili. A febbraio 2025, lo Ski stadium ha raggiunto il 35% di avanzamento e il Bormio ski park il 32, oltre le previsioni iniziali». E riguardo alla polemica sugli gli extracosti legati al completamento degli impianti? «Dal 2021 a oggi, per cause esogene e indipendenti dalla nostra volontà, tutto è rincarato. L’aumento delle spese di costruzione non è un fenomeno che riguarda solo i cantieri olimpici; riguarda tutti i cantieri. Ricordo che durante il governo Draghi, allora ero al ministero dei Trasporti, eravamo costretti a creare aggiornamenti continui sul costo dei materiali per andare incontro alle esigenze cantieristiche».In che modo le comunità locali sono state coinvolte nella realizzazione delle opere? Quali benefici diretti riceveranno dall’evento?«C’è chi ha tentato di screditarci in tutti i modi, dicendo che i Giochi sarebbero stati un costo troppo alto, che non ce l’avremmo mai fatta, che ci sono di mezzo troppi Comuni. Ed è proprio qui che va il merito maggiore agli amministratori locali che hanno messo a disposizione la loro competenza e la conoscenza dei territori. Si tratta delle prime Olimpiadi diffuse nella storia. Oltre a questo, vedono la realizzazione di infrastrutture come la pista di bob di Cortina, che è la prima ecosostenibile, dato che l’impianto refrigerante sarà quasi tutto a glicole e non utilizzerà più ammoniaca, se non allo start della struttura. A oggi è integrata in un luogo che purtroppo in precedenza era degradato, dove sorgeva la precedente pista di bob, diventata irrecuperabile per gli standard attuali».Livigno ospiterà a breve i test in vista dei Giochi. Qual è l’importanza di questi eventi preparatori? «Dall’8 al 14 marzo, l’evento di Livigno taciterà una volta per sempre tutti i “signori del no”, perché chi ci diceva che non ce l’avremmo fatta si troverà davanti alla dimostrazione che così non è, visto che assisterà alla manifestazione agonistica. Sarà il primo evento veramente sportivo, oltre a tutto il tema infrastrutturale. Il giorno dopo sentiremo comunque ancora i detrattori: non importa, che parlino. Il mio auspicio resta il superamento delle vuote polemiche e che tutti possano godere di queste Olimpiadi, per costruire qualcosa di positivo». Quali piani sono stati elaborati per garantire che le infrastrutture costruite per le Olimpiadi siano utilizzate anche dopo la conclusione dei Giochi?«Si tratta di un lascito che non solo rimane ai territori dal punto di vista delle infrastrutture, ma anche della visibilità. Bormio, Livigno, Cortina e le altre città saranno su due miliardi di televisori in quei giorni. Il vero lavoro inizia oggi: chiusi i cantieri in anticipo rispetto ai tempi, bisognerà guardare in prospettiva da qui ai prossimi anni».
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