2022-11-15
Per farci rispettare dai francesi facciamo come loro
Ma quanto sono umani questi francesi? Sono così umani che mentre Sergio Mattarella lisciava il pelo a Emmanuel Macron sull’accoglienza ai migranti, il governo guidato da Elisabeth Borne si accordava con quello inglese per fermare barconi e gommoni in partenza dalle coste di Calais e dirette verso quelle del Regno Unito. In altre parole, mentre i cugini transalpini sostengono che per ragioni umanitarie non si possono bloccare i clandestini che pretendono di sbarcare in Italia, quando si devono occupare dei clandestini che vogliono raggiungere la Gran Bretagna cambiano opinione, impegnandosi (non si sa in cambio di che cosa) ad ostacolare i profughi pronti ad attraversare il canale della Manica. Vi sembra un controsenso? Anche a noi, ma al di là dell’evidente contraddizione, si capisce che i motivi umanitari nella disputa fra Italia e Francia sul caso della Ocean Viking non c’entrano nulla. A determinare un atteggiamento piuttosto che un altro sono le convenienze economiche e gli affari a monte, che con la pelle dei richiedenti asilo non hanno proprio nulla a che fare. Dal che si capisce che i migranti non sono tutti uguali: c’è chi è più migrante di altri, perché arriva dall’Africa destabilizzando un Paese che è considerato concorrente e dunque, oltre a lasciar passare indisturbate le carovane di profughi davanti alle basi militari francesi dislocate nel Sahel, Parigi guarda con favore gli sbarchi in Italia; poi c’è chi invece è un migrante intenzionato ad arrivare sulle bianche scogliere di Dover e in questo caso i motivi umanitari non contano più, ma valgono solo quelli economici. Per farla breve, il Regno Unito aumenterà gli stanziamenti a favore dei francesi, perché i gendarmi intercettino i barconi prima che tocchino il suolo di Sua Maestà Re Carlo. In totale, per fermare 40.000 extracomunitari desiderosi di accasarsi nel Regno Unito, la Francia incasserà un bel pacco di bigliettoni, poco meno di duemila euro a profugo. Vi pare poco? Certo, se confrontati con quelli pagati dalla Ue per convincere un campione dei diritti umani come Recep Tayyp Erdogan a bloccare i profughi prima che prendessero il largo, i soldi che incasserà la Francia sono spiccioli. L’Europa infatti, con la Turchia fu molto più generosa, perché mise sul tavolo sei miliardi. Ma in quel caso, a sollecitare la sospensione delle ragioni umanitarie che si vogliono imporre all’Italia per costringerla ad accogliere chiunque fu la Germania. Quella tenerona di Angela Merkel, cancelliera di ferro che si scioglieva in lacrime davanti ai profughi siriani, dopo aver scoperto che i tedeschi erano tutt’altro che contenti di aprire le porte a chiunque, spinse Bruxelles a metter mano al portafogli e pagare Ankara per il lavoro sporco. Come si diceva, Berlino fu generosa: ovvio, i soldi non erano suoi, ma dell’Unione europea e dunque non c’era bisogno di lesinare gli aiuti. Per quanto riguarda l’Italia invece, si conta il centesimo e si pretende pure che il nostro Paese non faccia lo schizzinoso, ma accolga tutti, facendosi carico dei problemi economici e pure di quelli di ordine pubblico. E poco importa che l’agenzia europea Frontex ieri abbia certificato che nei primi dieci mesi dell’anno, gli ingressi clandestini nella Ue siano cresciuti del 73 per cento, né che una delle rotte più battute sia quella del Mediterraneo, cioè quella che li conduce in Italia, e neppure che da solo il nostro Paese abbia concorso con 90.000 migranti. No, queste sono considerazioni secondarie, perché tutto si gioca su rapporti di forza, su questioni politiche nazionali (Macron è in difficoltà, perché la sua maggioranza in Parlamento è insidiata da Marine Le Pen e dalla sinistra di Jean-Luc Mélechon), sugli affari in cui Parigi vorrebbe guadagnare (concessioni petrolifere in Libia e Algeria, su ciò che resta di Alitalia, su Mps eccetera). Detto in altre parole, i migranti sono una questione secondaria. Altro che motivi umanitari, come dicono i nostri cugini transalpini, spalleggiati da tedeschi, norvegesi e danesi, che ormai solo Sergio Mattarella insiste a considerare amici. No, i motivi sono molto terreni e non volano certo alto come la solidarietà, i diritti umani e tutte le altre belle parole con cui si fa scudo Parigi. La geopolitica non si fa solo con la diplomazia, ma anche con flussi che possono destabilizzare un Paese e trasformarlo in una colonia. Anche qui, solo il nostro capo dello Stato pare non comprenderlo.Ciò detto, io un’idea per risolvere la questione l’avrei. Siccome dietro le Ong spesso si nascondono i governi europei che le finanziano, facciamo come i tedeschi. Sosteniamo alcune organizzazioni non governative, comprando loro navi per pattugliare il Mediterraneo. Con i nuovi paladini dell’accoglienza, il patto dev’essere ben chiaro: voi soccorrete i profughi e poi li portate nel primo porto che vi piace, proprio come fate adesso, la sola condizione che poniamo è che attracchiate in Francia o Spagna. Insomma, dovremmo fare quello che i nostri partner europei fanno con noi: prenderli per i fondelli. Altro che lisciar loro il pelo con telefonate di scusa.
Roberto Cingolani, ad di Leonardo (Getty Images)
Palazzo Justus Lipsius a Bruxelles, sede del Consiglio europeo (Ansa)
Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa (Ansa)