2022-08-04
L'Ue per fermare la Meloni fa quel che dice la Meloni
A ridosso del voto, Bruxelles annuncia un nuovo accordo per redistribuire gli africani e 8 miliardi ai Paesi d’origine per evitare le partenze e favorire i rimpatri. Ovvero, ciò che chiedeva da anni il centrodestra.Risultato, oggi che si sente aria di cambio di rotta, con un centrodestra che potrebbe conquistare la maggioranza in Parlamento, nella Ue corrono ai ripari. L’inversione era segnalata ieri sulla prima pagina di Repubblica, quotidiano che un tempo dava la linea ai compagni e adesso si limita a dare conto delle loro paure. Da quando le Camere sono state sciolte ed è iniziata la campagna elettorale, il giornale della famiglia Agnelli non perde occasione per lanciare l’allarme. L’avanzata di Fratelli d’Italia, che i sondaggi ormai hanno incoronato come primo partito, ogni giorno è narrata come la peggior minaccia che possa capitare al Paese. Così, anche ieri, Repubblica ha aperto la sua prima pagina con un titolo che sintetizzava tutta la preoccupazione dell’entourage radical chic della testata: «Meloni inquieta l’Europa». A corredo, un’immagine della leader di Fdi con il premier ungherese Viktor Orbán. Secondo il quotidiano romano, l’Europa teme la vittoria della destra e per questo starebbe preparando una serie di contromosse.Dietro una prima pagina da allarme rosso, anzi nero, Repubblica tuttavia ci svela una notizia, ovvero che, preoccupata dei prossimi risultati elettorali e della possibilità che Giorgia Meloni riceva l’incarico di formare il nuovo governo, Bruxelles avrebbe messo a punto un piano per togliere al centrodestra il vantaggio sul tema dell’immigrazione. Come si sa, solo la Lega e Fratelli d’Italia nel corso degli anni si sono opposti all’accoglienza indiscriminata. Mentre la sinistra, per assecondare le frange più estreme, praticava la politica delle porte aperte per tutti, a destra si sosteneva l’urgenza di misure per chiudere i porti. Le misure di contrasto all’immigrazione hanno fatto crescere il consenso sia intorno alla Lega che a Fratelli d’Italia, dunque per fermarne l’avanzata e togliere un argomento dalla campagna elettorale, Bruxelles si appresterebbe a fare ciò che ha sempre evitato, lasciando che l’Italia se la sbrigasse da sola e, soprattutto, sopportasse i costi dell’invasione.In pratica, secondo quanto riferisce Repubblica, l’Europa sarebbe pronta a riconoscere che i migranti vanno smistati in tutta Europa e non sono affare esclusivo del Paese in cui hanno toccato terra. Per l’Italia vorrebbe poter dire che il problema non è più solo italiano e che le decine di migliaia di persone che anche quest’anno sono sbarcate nei nostri porti non devono necessariamente rimanere a carico nostro. Tutto ciò si sostanzierebbe in una redistribuzione in 22 Paesi europei, cui si aggiungerebbero Svizzera e Islanda. Non è tutto: la Ue costituirà un fondo da 160 milioni di euro, cui si sommeranno altri fondi dai singoli Stati, per indennizzare chi, come l’Italia, ha dovuto fare fronte all’emergenza sbarchi. Non è molto, ma è qualcosa, soprattutto se si considera che l’Europa stanzierà 8 miliardi da destinare ai Paesi d’origine dei migranti, per finanziare politiche che evitino le partenze, ma soprattutto consentano i rimpatri.In altre parole, la paura fa novanta. Dopo aver rifiutato per anni di modificare gli accordi di Dublino, ossia le regole che consentivano di scaricare su di noi l’onere dell’accoglienza, la bella addormentata del Vecchio continente si sveglia e scopre che l’Italia non può essere lasciata sola ad affrontare i problemi dell’immigrazione. L’accordo, che viene definito Malta 2, arriva all’ultimo, cioè a poche settimane dal voto e di certo non è un caso. Per anni il centrodestra ha richiesto una misura simile a quella adottate per evitare che i profughi arrivassero in Germania passando per la Turchia. Per evitare l’esodo, la Ue ha pagato 6 miliardi a Erdogan, ma anche solo citare l’argomento pareva scandaloso (ricordo una rissa tv con un giornalista tedesco che appena sfiorai la questione fece di tutto, perfino mettersi a urlare facendo le smorfie, pur di impedirmi di parlare). Ora, se si dà retta a Repubblica, l’idea non solo non appare sconvolgente, ma addirittura brillante. Un escamotage per fermare la destra. Beh, se questo è il risultato, ben venga la campagna elettorale. E ben venga l’avanzata di Meloni, Salvini e Berlusconi. Il centrodestra può cominciare a cantar vittoria prima ancora di vincere.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)