2021-11-30
Per avere più medici a vaccinare chiudono anche le sale operatorie
L’ospedale di Noventa Vicentina ha deciso di sospendere per un mese gli interventi di media degenza. I dottori e gli infermieri sono stati dirottati negli hub per potenziare la campagna per la terza dose.Nella fretta di fare la terza dose a chi ha perduto l’immunità da vaccino, non vengono operati pazienti con problematiche serie. Accade al presidio ospedaliero di Noventa Vicentina, paese tra i Colli Berici e gli Euganei, dove l’amministrazione sanitaria ha deciso la «temporanea sospensione» dell’attività chirurgica.Per un mese, dal 6 dicembre al prossimo 9 gennaio, basta interventi e relative degenze anche se brevi. La scelta è stata fatta «al fine di sostenere la campagna vaccinale Covid-19 e in particolare l’incremento delle somministrazioni della dose booster presso i centri vaccinali dell’Azienda Ulss 8 Berica», si legge nell’informativa sindacale del 25 novembre con protocollo aziendale 121466. «Il personale assegnato al blocco operatorio e alla Week surgery di Noventa sarà assegnato per tale periodo ai Centri vaccinali». Ma come, si lasciano a casa persone che non possono rimandare il passaggio sotto i ferri perché medici e infermieri sono dirottati altrove a fare richiami vaccinali? Durante la prima e la seconda ondata di questa pandemia già era stata imposta la conversione in sezioni Covid di molti reparti, a volte di interi ospedali, con ritardi pesantissimi nell’assistenza di pazienti affetti da gravi patologie (tanti sono deceduti senza cure). Adesso si svuotano le sale perché mancano vaccinatori? Non bastano i blocchi operatori di alcune strutture, chiuse per sanificare gli ambienti dopo aver registrato la positività di operatori sanitari, come successo ad Ascoli Piceno? «Si tratta di una scelta organizzativa», fanno sapere dalla direzione sanitaria vicentina, precisando che non sarà chiusa nessuna chirurgia «ma solo sospesa quella di Week surgery». Inglesismi a parte, più abbondanti dei servizi al paziente, stiamo parlando di un reparto dove la degenza è prevista entro i cinque giorni, da lunedì a venerdì, per interventi chirurgici di bassa e media complessità o procedure invasive programmate. Ciascun ospedale prevede una gamma di operazioni diverse da effettuarsi in tale regime, dal trattamento della patologia neoplastica della mammella a quello di patologie naso sinusali, dalla chirurgia maxillo facciale per patologie benigne del cavo orale o patologie maligne cutanee, alla biopsia del pancreas. Di certo nessuno entra in Week surgery per sbiancarsi i denti o ridurre la circonferenza dell’addome.Anche all’ospedale di Noventa, nella Bassa Vicentina, la tipologia degli interventi non è di poco conto. Il paziente può subire una colecistectomia, ovvero la rimozione della cistifellea con calcoli biliari, che si effettua in presenza di un’infiammazione acuta o per eliminare tumori benigni, come polipi e adenomi. La calcolosi della colecisti è una patologia estremamente diffusa, quando si ha bisogno del chirurgo non è facile sopportare il male per più di trenta giorni in attesa che riapra un reparto, privato del personale sanitario. Nella struttura in provincia di Vicenza, che fa capo al chirurgo di origini iraniane Houshang Kalamian, vengono tolte ernie della parete addominale e inguinali, patologia molto comune, così pure si esegue la riparazione del laparocele, ovvero l’ernia che si viene a creare sulla cicatrice di un pregresso intervento chirurgico addominale. «Quando i visceri erniati non rientrano più in sede, nei casi più gravi può verificarsi un’occlusione intestinale con possibile sofferenza vascolare (ischemia) dell’intestino fuoriuscito», fa sapere il Policlinico Gemelli di Roma. Anche in questo caso pazienza, dicono a Noventa, aspettate dopo le feste Natalizie e quando avremo vaccinato altra popolazione. Nell’unità operativa «vengono ospitati pazienti di altre specialità chirurgiche operati in regime di week/day surgery quali ginecologia, ortopedia, urologia, oculistica, odontostomatologia e pazienti della chirurgia di Vicenza», si legge sul portale. Anche per loro se ne parlerà dopo la Befana. A consolazione, viene mantenuta l’attività di endoscopia digestiva, i cui addetti sono stati risparmiati dall’operazione tutti in prima linea a vaccinare. «Questo provvedimento, che ha carattere assolutamente temporaneo, consentirà di potenziare gli organici impiegati presso i centri di vaccinazione di popolazione, attraverso l’impiego del personale normalmente assegnato al blocco operatorio e alle degenze della Week surgery di Noventa Vicentina», comunicano dall’Ulss Berica. Il generale Figliuolo è al corrente di quanto accade per aumentare, senza una logica, il numero di vaccinati? Non ultimo, tra gli interventi sospesi, c’è l’emorroidectomia per porre fine alla sofferenza da gavoccioli emorroidari prolassati, ma che volete che siano delle emorroidi rispetto all’urgenza di inoculare la terza dose del vaccino anti Covid. Tanto il cittadino non è più libero di scegliere che cosa sia più importante per la sua salute, se l’ennesima puntura che forse non reggerà alle varianti o la rimozione di un’ernia che peggiora con il passare del tempo, o di una colecisti che lo tortura con coliche biliari. Nel Vicentino hanno già stilato una graduatoria delle priorità, per motivi «organizzativi» è meglio soprassedere su interventi chirurgici e mandare professionisti a inoculare il siero. Aspettiamoci altre iniziative analoghe, sempre spacciate «per il nostro bene», calpestando il diritto di farsi curare.