2023-02-28
Pechino s’insidia nel porto di Ravenna
Il porto di Ravenna (iStock)
La Rosetti Marino pronta a cedere il cantiere San Vitale al Gruppo Ferretti. L’azienda di Forlì, controllata dalla cinese Weichai, si sta allargando anche nello scalo di Taranto.Ferretti Group, il costruttore di barche di lusso controllato dalla società statale cinese Weichai, non si sta solo allargando nel porto di Taranto (dove ha messo piede nel 2020) ma ora è anche in manovra sulla cantieristica ravennate. La Rosetti Marino sarebbe infatti pronta a cedere a Ferretti il cantiere San Vitale di Marina di Ravenna rinunciando in tutto o in parte alla propria divisione di business relativa alla costruzione di navi. Rosetti Marino manterrebbe, comunque, tutta l’area dove vengono realizzate le piattaforme estrattive e le infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili.Il cantiere San Vitale è rappresentato da un’area di 70.000 metri quadri, di cui 10.000 di superfici coperte, e altrettante destinate alla costruzione di scafi, una banchina di 175 metri e un bacino di carenaggio lungo 180 metri e largo 27. Vi sono state prodotte in passato navi per assistenza alle piattaforme estrattive, piccole navi traghetto e rimorchiatori per i più importanti armatori italiani, poi però l’attività si è ridotta anche per colpa della crisi del comparto oil&gas tanto che la società aveva anche diversificato aprendo la divisione di business Rosetti Superyacht. Ad oggi l’unica commessa in costruzione è un rimorchiatore per il trasporto e la fornitura di Gnl commissionato da Rimorchiatori Riuniti Panfido e la cui consegna, che era prevista per il 2022, è stata posticipata a quest’anno.Quanto a Ferretti, la mossa su Ravenna si va ad aggiungere all’espansione più a Sud, nel porto tarantino. Lo scorso 20 febbraio è infatti arrivato il parere favorevole del Consiglio superiore dei lavori pubblici al progetto definitivo della messa in sicurezza e riconversione industriale dell’area di Taranto ex Yard Belleli. Alla seduta aveva partecipato anche Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia che ha espresso voto favorevole all’Accordo di programma per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo dell’area. Un investimento di 201 milioni di euro, di cui 137,5 milioni pubblici e 63,6 milioni privati. Il cronoprogramma prevede tempi strettissimi per le fasi di affidamento (90 giorni dalla validazione del progetto) e l’esecuzione dei lavori (18 mesi).Dal 2012 il gruppo Ferretti è controllato dalla società cinese Weichai Power, che ne ha acquistato l’86,8% delle azioni per una spesa di 178 milioni di euro. La restante parte del capitale (13,2%) era posseduta da Piero Ferrari, figlio di Enzo Ferrari. Attualmente la quota di Weichai Power è scesa al 64%. La società, specializzata nella costruzione di yacht, è presieduta da Tan Xuguang. Sullo sfondo, resta il rinnovo del memorandum relativo alla Belt and Road Initiative, firmato nel 2019 dal governo gialloverde di Giuseppe Conte (incentrandolo di fatto sui porti di Trieste e Genova) e lasciato in sospeso da Mario Draghi. Memorandum che, ricordiamolo, scade a marzo 2024 ma si rinnova automaticamente alla fine di quest’anno, a meno che una delle due parti non comunichi un passo indietro. Roma ha quindi tempo fino a dicembre per decidere e non far scattare la proroga automatica del protocollo. Il governo Meloni sembra comunque deciso a fare delle scelte filo occidentali senza alcun azzardo nei confronti della Nato e degli Usa. Eppure proprio in Puglia si sta giocando una partita delicata sul futuro del porto di Taranto (parliamo di una struttura strategica non solo per l’Italia, infatti ospita la base Nato che controlla una parte rilevante del Mar Mediterraneo). Lo dimostra il fatto che nel giro di qualche mese sono spuntate altre strane società, di cui ha scritto solo La Verità, collegabili a interessi cinesi.
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