2024-07-24
Payback sanitario: migliaia di lavoratori a rischio
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Le aziende sanitarie sono in subbuglio dopo che la Consulta ha confermato la legittimità costituzionale del payback, il meccanismo che impone alle società che riforniscono le regioni e le loro sanità di dispositivi medicali, di concorrere allo sforamento dei tetti di spesa.Come spiega la sentenza della Corte Costituzionale, il payback sui dispositivi medici «presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all'art. 41 della Costituzione, quanto al periodo 2015-2018». Insomma, i giudici vedono il problema, ma hanno preferito salvare il lavoro dei due ministri del governo Draghi, Roberto Speranza e Daniele Franco.La Consulta sostiene che il payback «pone a carico delle imprese per tale arco temporale un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico-finanziaria di grave difficoltà».Per la Corte Costituzionale, in più, «il meccanismo non risulta neppure sproporzionato, alla luce della significativa riduzione al 48% dell'importo originariamente posto a carico delle imprese, riduzione ora riconosciuta incondizionatamente a tutte le aziende in virtù della sentenza n.139».Peccato che le aziende coinvolte non siano d’accordo e prospettano l’ipotesi di migliaia di lavoratori a rischio.«Le due sentenze della Corte costituzionale che rigettano l’incostituzionalità del meccanismo del payback sui dispositivi medici decretano l’apertura di una crisi che sino ad oggi è stato soltanto rimandata senza alcuna proposta di risoluzione», spiega Massimo Pulin presidente di Confimi Industria Sanità, la verticale della Confederazione che rappresenta la filiera della sanità privata. A farne le spese saranno le decine di migliaia di lavoratori del settore, occupati nelle 2000 piccole e medie imprese italiane. Per trovare una soluzione che venga incontro alle esigenze economiche, occupazionali e dell’intero settore sanitario «si potrebbe cominciare con il rivedere il tetto di spesa pubblica destinato ai dispositivi medici», propone Confimi Sanità.Nonostante dieci anni fa la spesa per i dispositivi medici sia stata ridotta e fissata al 4,4% di quella sanitaria, dai bilanci delle Asl si raggiungono invece percentuali ben più elevate: «dopo queste sentenze che mettono a rischio le Pmi della filiera, è arrivato il momento di rivedere le voci di spesa piuttosto che rifarsi dopo anni e senza alcun titolo sulle imprese», spiega Pulin che rilancia: «per una soluzione al meccanismo del payback, sarebbe opportuno prevedere anche un cambiamento nel sistema di approvvigionamento dei dispositivi medici rispetto alla sanità pubblica».«La decisione della Corte Costituzionale di confermare il meccanismo del payback avrà come conseguenza il fallimento di migliaia di imprese, soprattutto quelle medio-piccole, che saranno costrette a pagare le inefficienze della pubblica amministrazione», aggiunge il presidente di Confapi, Cristian Camisa. «Si è arrivati a questo punto», aggiunge, «dopo anni di inerzia da parte dei governi che hanno sempre presentato proposte inique e inaccettabili. Ora sulle imprese fornitrici ricadranno le eccedenze non programmabili delle sanità regionali senza contare che se dovessero fallire le aziende sottoposte al payback non sarebbero più disponibili negli ospedali anche i più semplici i dispositivi medici».Il governo Meloni, dal canto suo, è ben conscio del pasticcio e fino ad oggi è riuscito ad individuare delle coperture da inserire nei vari Def. Resta però la necessità di trovare una soluzione strutturale che sia in grado di sterilizzare il payback. La speranza è che arrivi una soluzione concreta con la prossima manovra di bilancio.«Come Confapi» - conclude Camisa - «ribadiamo il nostro appello al Governo di intervenire con urgenza per risolvere definitivamente una situazione surreale in cui le imprese sono costrette a pagare per errori altrui».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.