2023-12-20
Pressing di Francia e Germania per chiudere sul Patto di stabilità
Parigi e Berlino annunciano di aver trovato un «accordo al 100%» e parlano di intesa di massima anche con l’Italia. Ma Roma frena: ancora possibile uno slittamento. Oggi si terrà l’Ecofin in videocollegamento.Francia e Germania trovano l’accordo sul nuovo Patto di stabilità, all’ordine del giorno della riunione informale dell’Ecofin di oggi alle 16 in videocollegamento, e annunciano una intesa di massima anche con l’Italia. Ieri sera a Parigi c’è stato un incontro tra il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire e il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. «Abbiamo lavorato molto con gli amici italiani», ha dichiarato Le Maire in un punto stampa insieme con Lindner, ieri sera, prima della cena di lavoro, «in particolare con il ministro Giancarlo Giorgetti. Siamo sulla stessa linea con l’Italia. Ed è un’ottima notizia di avere Francia, Germania e Italia allineate. Stasera (ieri, ndr) dovrebbe esserci un accordo al 100% tra Francia e Germania su queste nuove regole del Patto di stabilità e crescita, è un’ottima notizia per tutti gli Stati europei. È indispensabile la determinazione a risanare i conti pubblici, ad accelerare la riduzione del debito», ha aggiunto Le Maire, «e a ridurre i deficit e allo stesso tempo un Patto di crescita, perché tutti vedono chiaramente che siamo in un momento della storia europea in cui dobbiamo investire in particolare nella decarbonizzazione della nostra economia e nella Difesa». «Abbiamo già avuto un colloquio oggi (ieri, ndr) con il nostro collega italiano», ha aggiunto Lindner, «e sono quindi fiducioso che si possa effettivamente raggiungere un accordo politico nella riunione straordinaria dell’Ecofin di domani (oggi, ndr). Per la Germania è sempre stato importante mantenere la cultura della stabilità in Europa. Stiamo entrando in una fase in cui dobbiamo anche garantire la nostra capacità di agire a lungo termine. Ed è per questo che per la Germania è estremamente importante ridurre sia il rapporto debito/Pil che il deficit annuale. Per noi», ha precisato, «era importante incorporare linee di sicurezza nel nuovo insieme di regole che effettivamente garantiscano una riduzione del rapporto debito/Pil e una diminuzione dei deficit. Allo stesso tempo siamo aperti e, come la Francia, convinti che dobbiamo investire e che le riforme strutturali necessarie devono essere possibili. La Germania non accetterebbe regole non rigide», ha puntualizzato Lindner, «nel senso di credibili, sufficienti ed efficienti per portare a livelli di debito più bassi e a un percorso affidabile per ridurre i deficit e penso che ciò che otterremo sarà esattamente questa landing zone: consentiamo gli investimenti, manteniamo uno spazio fiscale per le riforme strutturali, ma rispetto alle vecchie regole le nuove porteranno ad abbassare tali livelli e abbassare i deficit. Le vecchie regole sono rigorose sulla carta, ma non nell’applicazione. Crediamo che un’intesa franco-tedesca permetterà anche ad altri di dire sì, siamo d’accordo su questa proposta. Un grande cambiamento», ha sottolineato Lindner, «è derivato dal fatto che le soglie di sicurezza di cui abbiamo bisogno per la riduzione del deficit e del debito sono ora di comune accordo e che abbiamo trovato un modo in cui il braccio correttivo del Patto di stabilità, vale a dire le procedure di disavanzo eccessivo, non debba essere toccato nel testo giuridico, ma vi sono flessibilità per alcuni casi che dovrebbero essere utilizzate. Alcune questioni tecniche necessitano di essere chiarite: dobbiamo ancora concordare alcuni numeri, ma sono estremamente fiducioso». «C’è la possibilità», ha detto una fonte europea all’Agi, «che domani (oggi, ndr) venga raggiunto l’accordo politico alla riunione dell’Ecofin sul Patto di stabilità e crescita. Mancano solo due elementi da definire: la velocità di allineamento alla soglia del deficit e la soglia massima di scostamento dalla spesa». Per chi sfora il tetto del deficit del 3% le nuove regole richiedono un aggiustamento strutturale pari allo 0,5% ogni anno. Le trattative riguardano un intervento di entità minore (dello 0,2%). I numeri sarebbero «ancora tra parentesi» nel testo. «Stiamo parlando con Francia, Germania e Spagna», ci diceva ieri pomeriggio un esponente del governo italiano, «non è escluso che la decisione venga rinviata, tra l’altro un accordo così importante è difficile che venga firmato da remoto». Su Repubblica, fonti del governo avrebbero detto: «Nessun accordo, la trattativa andrà avanti nella notte». «Abbiamo la possibilità di un accordo sulle nuove regole domani (oggi, ndr)», hanno riferito ieri sera fonti Ue all’Ansa. I dubbi dell’Italia? «Siamo in stretto contatto, comprendiamo che una videoconferenza non è la cosa più facile per un accordo». Dunque, oggi potrebbe essere il giorno del via libera, ma il condizionale è d’obbligo.Secondo alcune indiscrezioni il testo conterrebbe «cambiamenti» nel considerando che prevede la possibilità per la Commissione di tenere conto dell’aumento della spesa per interessi dei Paesi sotto procedura per deficit eccessivo, in via temporanea, nel 2025, 2026 e 2027. La presidenza spagnola dell’Ue, secondo l’Adnkronos, è in «stretto e costante contatto con l’Italia», perché il nostro Paese «deve far parte dell’equilibrio».
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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