2020-02-09
Pasticcio scuola: chi torna dalla Cina può stare «volontariamente» a casa
Nuova circolare del ministero della Salute: gli studenti che provengono dalle aree interessate dal virus saranno giustificati se mancheranno per 14 giorni. Insomma: la classica soluzione di mezzo all'italiana.È una soluzione di compromesso, molto all'italiana, quella che il ministero della Salute ha trovato per salvare forma e sostanza sulla «quarantena» per gli studenti che sono tornati dal Paese della Grande muraglia in queste settimane.«Fermo restando il diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario, in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento, favorisce una “permanenza volontaria fiduciaria" a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina», scrive il dicastero retto da Roberto Speranza in una nota indirizzata ai dirigenti socialistici. Il che significa che le eventuali assenze saranno ritenute giustificate dal ministero dell'Istruzione. «La circolare riguarda i bambini che frequentano i servizi educativi dell'infanzia e gli studenti, fino alla scuola secondaria di secondo grado, di ogni nazionalità, che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall'epidemia». La misura di precauzione prevista in questi casi «è quella di una sorveglianza attiva, quotidiana, del “Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento" attivato dal dirigente scolastico su segnalazione della famiglia. Tale monitoraggio consiste nella puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici del nuovo coronavirus 2019-nCoV». Soddisfatti i presidi italiani. «Ancora una volta si fa affidamento sulla affidabilità dei dirigenti scolastici e sul loro senso di responsabilità per impedire che un rischio ancora oggi molto contenuto possa amplificarsi e minacciare la popolazione», ha commentato il presidente dell'associazione di categoria, Antonello Giannelli. «Invitiamo tutte le famiglie a collaborare serenamente con le scuole e ribadiamo che al momento non ci sono elementi che giustifichino allarmismi di sorta. La lucidità è più che mai necessaria nelle situazioni di criticità».Lucidità che, dalle parti del governo, è arrivata con qualche giorno di ritardo e dopo che i governatori del Nord - in primis quello della Lombardia, Attilio Fontana - avevano posto l'accento sulla critica gestione del ritorno tra i banchi di bambini che avrebbero potuto essere veicolo di contagio.«Siamo pronti ad attuare le direttive ministeriali con grande senso di responsabilità e leale collaborazione come abbiamo sempre fatto in precedenza, a tutela della salute pubblica e a beneficio della sicurezza dei cittadini», è stato infatti il giudizio dell'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. «Abbiamo già allertato le nostre Ats (Agenzia di tutela della salute, ndr) e Asst (Aziene socio sanitarie territoriali, ndr) affinché provvedano a mettere in pratica gli adempimenti necessari per la sorveglianza attiva degli studenti di ogni ordine e grado, che rientrano dalla Cina». Gallera ha aggiunto: «Il sistema sanitario lombardo ha dato prova di grande tempestività ed efficienza, intervenendo laddove necessario con determinazione ed efficacia senza dare luogo ad inutili allarmismi ma senza sottovalutare alcun singolo caso».Sulla stessa lunghezza d'onda il leader leghista Matteo Salvini che, sui social, ha sottolineato: «Anche il ministero alla fine ha deciso: niente scuola per gli studenti di ritorno dalla Cina, che possono stare a casa giustificati. I governatori della Lega, insultati da qualche fesso di sinistra per giorni, allora avevano ragione e aspettano le scuse di chi li ha accusati di allarmismo è razzismo: prevenire è meglio che curare». Parla di scelta ponderata anche Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. «La circolare per le scuole del ministero della Salute, che tra mille contorsioni linguistiche invita di fatto i bambini tornati dalla Cina a restare a casa fino alla certezza che non abbiano contratto il coronavirus, è un tardivo atto di buonsenso. Avevo posto il problema già nel vertice di lunedì scorso a Palazzo Chigi, così come avevano fatto i governatori del Nord, ma per alcuni giorni ha prevalso la demagogia». Secondo l'esponente azzurra, «era chiaro fin dall'inizio che una misura del genere era necessaria non certo per ghettizzare la comunità cinese, ma per affermare quel principio di massima precauzione a cui ora fa riferimento il ministero della Salute». Massima precauzione che, nei fatti, la Provincia autonoma di Trento aveva già adottato nei giorni scorsi, come ha spiegato il presidente, Maurizio Fugatti. «La decisione del ministero di far propria anche nel settore scolastico la linea di prudenza che abbiamo adottato per la gestione del fenomeno coronavirus è la testimonianza di come il dialogo costante tra governo e Regioni e Province autonome sia la strada più efficace per garantire a tutti le migliori soluzioni possibili, a fronte di uno scenario di grave complessità». E che, soprattutto, è tutto ancora in divenire.