2023-05-28
Un pasticcio che è stato propiziato dall’ordinanza pilatesca di Schillaci
Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Il ministro della Salute ha lasciato ai dirigenti sovranità su tamponi e protocolli da seguire nei pronto soccorso. Favorendo il caos.Se il paziente viene ancora sottoposto al tampone Covid, la responsabilità è tutta del ministro della Salute. Orazio Schillaci ha preferito non decidere se eliminare o meno i test al pronto soccorso, lasciando la scelta ai direttori sanitari. In questo modo, ha dato loro «ancora più potere», considerava qualche giorno fa Mirko Damasco, presidente di Salvagente Italia, commentando le restrizioni che permangono nelle Rsa. Frutto, pure queste, della vaghezza, dell’indecisione ministeriale. Nell’ordinanza dello scorso 28 aprile, il ministro riconosceva che per il test «non sussiste obbligo a livello normativo dal 31 ottobre 2022», ma invece di concludere che, a emergenza sanitaria ormai chiusa, non serve più effettuarlo se non in presenza di sintomi, lasciava fare ai dg. «La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da Sars-CoV-2 per l’accesso ai pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle direzioni sanitarie e delle autorità regionali», è stata la brillante pensata. Così il ministero non si prende colpe, per eventuali mugugni e proteste, la parte del cattivo la fanno le singole aziende sanitarie che decisamente se ne infischiano dei malumori, sapendo che in questo modo si evitano problemi. Schillaci lo sapeva benissimo che andava a finire così, che non avrebbero mai allentato il controllo del tampone, benché molti ospedali non possano permettersi doppi percorsi per i positivi, e i tempi di presa in carico di urgenze siano vergognosamente lunghi. Avanti con i tamponi, resta la scusa, per intercettare eventuali contagiati.Allo stesso modo, lasciando ai dg pure la discrezionalità dell’uso della mascherina nei reparti non a rischio, ha firmato un’ordinanza che sancisce la continuità di restrizioni non più giustificate. Infatti, nei giorni a seguire si sono moltiplicate le comunicazioni delle Asl che avvertivano dell’uso ancora obbligatorio delle mascherine. Come all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove si devono sempre indossare dispositivi di protezione facciale in tutti i reparti ed è necessario effettuare il test Covid per l’accesso al pronto soccorso. Tamponi sempre richiesti negli ospedali della Toscana, dopo la circolare di maggio della Regione, firmata dal direttore di Sanità, Welfare e coesione sociale, Federico Gelli. Il 3 maggio, l’Emilia Romagna ha disposto l’obbligatorietà del test nei pazienti che accedono al pronto soccorso o al ricovero ospedaliero, «in presenza di sintomatologia respiratoria o che sviluppino la stessa nel corso della degenza», però poi nella nota precisa che «l’eventuale estensione dello screening all’ingresso di pazienti asintomatici con test antigenico è a discrezione delle direzioni delle aziende sanitarie». Come dire, lasciamo fare i tamponi ovunque. L’utente deve accettare, anzi subire. Al Galeazzi di Milano «rimangono in vigore le indicazioni abituali circa l’esecuzione di tamponi antigenici per i pazienti che siano ricoverati in pronto soccorso». L’Asst Mantova avvisa che «tutti i pazienti che accedono alle strutture di pronto soccorso devono essere sottoposti, al momento dell’accesso, ad esecuzione di tampone antigenico per ricerca di Sars-CoV2».Alisa, azienda sanitaria della Regione Liguria, ha comunicato che «non sussiste specifica raccomandazione all’effettuazione di test antigeni e/o molecolari di screening in pazienti asintomatici», al momento dell’accesso all’urgenza o prima del ricovero, però «i direttori sanitari possono adottare misure diverse aggiuntive», o legate alla specificità dei singoli contesti.Potremmo continuare a elencare esempi di strutture in cui nulla è stato cambiato dopo l’ordinanza di Schillaci, grazie alla discrezionalità assurta a regola. Dobbiamo dire che aveva ragione Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, per come la definì: «Una decisione “pilatesca”», quella sul tampone diagnostico, «che sarà inevitabilmente condizionata dalle responsabilità sanitarie e dal principio di precauzione».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.