
Il ministero alle prese con le sanzioni per gli studenti che non rispettano il decreto Lorenzin, ma molte domande sono senza risposta. Non è chiaro come si debba saldare, chi accerti che il pagamento sia effettivamente avvenuto e chi gestisca gli eventuali contenziosi.Si avvicina il tempo delle sanzioni per i genitori degli alunni dai sei ai 16 anni che non sono stati vaccinati, ma su quello che succederà ai disobbedienti, restano ancora molte domande e pochissime risposte. Le pene pecuniarie previste dal decreto vaccini del ministero della Salute, e volute da Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione (Miur), stanno complicando la vita di genitori, presidi, Asl e regioni. Lo scorso 30 aprile è infatti scaduto il termine entro cui i dirigenti scolastici dovevano trasmettere aziende sanitarie l'elenco degli alunni che non risultavano in regola con le vaccinazioni. La circolare diffusa il 27 febbraio dai ministeri della Salute e Miur, in supporto alla legge n.119/2017, prevede che, dopo il 10 marzo, non possano frequentare la scuola i bambini da zero a sei anni che non sono in regola con le vaccinazioni obbligatorie e mancano delle prenotazioni per effettuarle alla Asl di competenza. Per gli alunni dai sei ai 16 anni non è prevista l'esclusione dalle lezioni, ma una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro. Dopo il 10 marzo, ogni regione ha provveduto, in ordine sparso, a delle proroghe. In ogni caso, a livello nazionale, da dopo il 30 aprile, sono le Asl che, a partire dagli elenchi dei presidi, devono richiamare i genitori per fissare la data delle vaccinazioni mancanti. Se dopo un avviso e una diffida resta l'inadempimento dell'obbligo, scattano le sanzioni per i più grandi, mentre i minori di sei non sono ammessi in classe. A leggerla così, sembra tutto semplice, ma la realtà è più complessa, soprattutto sul versante sanzionatorio. La direzione Affari generali dello Stato ha previsto, a tale proposito, un tavolo tecnico con le regioni, per dare direttive univoche sulle procedure, ma i tempi stringono. Entro maggio dovrebbe iniziare l'invio delle notifiche all'indirizzo dei genitori disubbidienti, ma non ci sono informazioni su come si deve precedere: un pagamento cumulativo o una doppia sanzione in caso si siano saltate più somministrazioni? In altre parole, per un alunno che non abbia fatto l'esavalente (che protegge da difterite, tetano, pertosse, polio, haemophilus influenzae, epatite B) e l'Mpr ( che protegge da morbillo, parotite, rosolia) con varicella, non è chiaro se si pagherà una sola sanzione cumulativa o doppia. Questa però non è l'unica questione in attesa di risposta. Attualmente, sempre sulla carta, è previsto che i genitori, entro 30 giorni dalla contestazione dell'illecito, possano presentare una memoria difensiva, altrimenti la pena pecuniaria (sempre che non siano due) viene confermata. A tale proposito, sempre in teoria, le somme dovranno essere versate alla Tesoreria generale dello Stato, ma sul come non si hanno indicazioni. Ecco allora le questioni con il punto di domanda. I genitori che non hanno provveduto alla vaccinazione, a chi devono mandare la memoria? Di solito sarebbe designato il soggetto che incassa, quindi il ministero della Salute. Pare però che questo non voglia prendersi l'incombenza che, probabilmente, passerà alle Asl. Non è chiaro però se il versamento andrà fatto alle aziende sanitarie o direttamente allo Stato. Se le ammende saranno incassate dalle Asl, queste gireranno gli importi alla Tesoreria. In questo caso i centri sanitari, che già si sono sobbarcati l'onere delle vaccinazioni e dei richiami, dovranno, oltre a inviare le notifiche, costituire anche un apposito fondo di entrata. Non è escluso che però potrebbero avvalersi dello stesso sistema già previsto per incassare altre sanzioni. Ci sono poi gli interrogativi sull'accertamento che il pagamento sia avvenuto: toccherà allo Stato o alle aziende sanitarie? Ovviamente bisogna capire come, se tramite i propri conti correnti o collegandosi al database centrale. Infine, ma non meno importante, in caso di contenzioso non è noto se sarà lo Stato o l'Asl a gestire la faccenda. Tutti questi argomenti dovrebbero essere affrontati a breve in Conferenza stato-regioni, ma al momento le questioni non sono in calendario per la prossima seduta del dieci maggio. I tempi però sono stretti, se entro il mese devono partire le notifiche dalle Asl. A tale proposito è difficile fare una stima di quanti siano i genitori sanzionabili: non si sanno nemmeno gli inadempienti che, oltretutto, potrebbero ancora rimettersi in regola. «Le regioni stanno gestendo la conta con modalità diverse», spiega Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene (Siti). «Il processo è ancora in itinere. Bisogna considerare che non tutti i bambini vanno all'asilo, che ci sono gli esenti per varie ragioni e che c'è tempo per recuperare». Di certo c'è la stima degli irriducibili, i no-vax. Quelli che non si vaccineranno mai, secondo dati recenti, «sono l'1% dei nati, circa 4-5.000 l'anno», continua Signorelli. Quindi, considerando i 16 anni, si arriva intorno a 80.000, ma sono stime da prendere molto con le pinze. «Le coperture sono salite», afferma l'esperto. In 11 Regioni su 21 si è praticamente vicino alla soglia del 95%, dell'immunità di gregge, valore che blocca la trasmissione dell'agente infettivo. «Anche le vaccinazioni facoltative sono aumentate», fa notare Signorelli. «Questo è il dato più bello: anche per meningococco C e pneumococco sono aumentate, pur non essendo obbligatorie». Sulle sanzioni però l'esperto è critico. «Uno paga e non deve vaccinarsi», osserva Signorelli. Non è proprio un bell'insegnamento, soprattutto se arriva, unico caso in Europa, su suggerimento del ministro dell'Istruzione.
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