2025-04-09
«Per noi pastifici il vero problema non è la guerra ma il caro bollette»
Nel riquadro, il presidente di Pasta Zara Furio Bragagnolo (Imagoeconomica)
Il presidente del gruppo Pasta Zara Furio Bragagnolo: «Il 50% in più dal 2021, tamponiamo con le rinnovabili».Operare nel settore della pasta oggi non è facile. Si tratta di un mondo molto competitivo, impattato da difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime e dalla galoppata dei costi dell’energia. La Verità ne ha parlato con Furio Bragagnolo, presidente del pastificio Pasta Zara, realtà che può fare affidamento su due marchi, Pasta Zara e Pastificio Bragagnolo, oltre che sulla produzione di private label. Il gruppo, al momento, non punta sulla crescita per linee esterne, ma sull’aumento della capacità produttiva e l’assunzione di nuova forza lavoro.Partiamo da un tema caldo: la guerra in Ucraina ha destabilizzato le catene di approvvigionamento globali. Come ha impattato sulla vostra filiera del grano? «Il grano è il cuore del nostro lavoro e la geopolitica ne influenza direttamente qualità e costi. Distinguiamo tra grano duro, per la pasta, e tenero, per panificati. L’Ucraina, grande produttore di grano tenero, non incide sulla nostra materia prima principale, ma i nostri distributori locali hanno subito blocchi iniziali. La Russia, invece, esporta grano duro di qualità modesta, ma l’Italia attinge soprattutto dal Canada e dal bacino mediterraneo. La vera sfida è stata l’impennata dei costi energetici: produrre pasta richiede enormi quantità di energia e i rincari hanno messo a dura pressione i margini».Avete considerato fonti alternative di approvvigionamento? «Sì. Stiamo esplorando accordi con produttori di grano duro in Slovacchia e Ungheria, ma la qualità non è ancora pari a quella canadese o italiana. Il nostro obiettivo rimane bilanciare qualità, costi e resilienza».Il caro-bollette ha colpito molti settori. Come avete mitigato l’impatto? «Abbiamo rinegoziato i contratti con i fornitori e migliorato i processi produttivi. Ad esempio, dai vecchi motori tradizionali siamo passati a quelli nuovi, a basso consumo energetico. Nonostante ciò, nel 2022 abbiamo vissuto mesi di difficoltà. Oggi l’energia costa il 25% in meno rispetto ai picchi del passato, ma resta in ogni caso il 50% più cara rispetto al 2021. L’ottimizzazione dei processi rimane una nostra priorità«.Pensate a energie rinnovabili? «Assolutamente sì. Abbiamo avviato un progetto di ampliamento dei pannelli solari sul tetto dei nostri stabilimenti, che copriranno il 20% del fabbisogno entro il 2026. Stiamo valutando anche fonti energetiche alternative, ma per accelerare questa transizione servirebbe un impegno da parte delle istituzioni».Come sta andando il fatturato? «Negli ultimi anni il fatturato ha sicuramente risentito dell’andamento dei costi e dei prezzi. Abbiamo raggiunto il picco nel 2022. Negli ultimi anni registriamo un leggero calo a fronte, però, di volumi che si confermano stabili».Quali lezioni avete tratto dalla crisi delle banche venete? «Abbiamo capito che avere un rapporto di fiducia con fornitori e clienti, oltre al sostegno dei dipendenti, permette di affrontare anche i momenti di crisi. Inoltre, mantenere riserve di cassa per la gestione di shock è importantissimo».Parliamo del futuro. Avete in programma acquisizioni? «Preferiamo crescere organicamente. Entro il 2030, incrementeremo la capacità produttiva, passando da 120.000 a 170.000 tonnellate annuali. Amplieremo anche il reparto di confezionamento automatizzato, riducendo i tempi di lavorazione».E per quanto riguarda le nuove assunzioni? «Cerchiamo ingegneri meccanici per l’automazione, esperti di logistica per i mercati esteri e agronomi per collaborare con gli agricoltori. Entro il 2025, contiamo di ampliare la nostra forza lavoro introducendo nuovi collaboratori».Siete presenti in 100 Paesi. Dove vedete le maggiori opportunità? «In Centro Asia e Sud-Est asiatico. In Kazakistan e Uzbekistan la pasta è ancora un prodotto di nicchia, ma la classe media cresce rapidamente. Inoltre, uno dei nostri focus è una presenza sempre maggiore del marchio Pastificio Bragagnolo a livello nazionale».Come contrastate la concorrenza low-cost? «Con la differenziazione. Le linee Pastificio Bragagnolo grano italiano, biologico, biologico integrale e senatore Cappelli usano grano 100% italiano, con il 50% in meno di agrofarmaci. Stiamo inoltre introducendo formati alla ristorazione».Quanto conta la responsabilità ambientale per Pasta Zara? «È fondamentale. Oltre al solare, abbiamo ridotto notevolmente l’uso di plastica negli imballaggi. Stiamo, inoltre, introducendo dei nuovi pack 100% carta per i prodotti della nostra linea premium».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
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