2021-06-25
Passata la paura si apre un’inchiesta sulla scomparsa del piccolo Nicola
Gli interrogativi della Procura di Firenze sulla fuga del bambino nel bosco buio. Un anno fa anche il fratellino si allontanò cosìNicola Tanturli, il bimbo di 21 mesi ritrovato in una gola tra i boschi del Mugello dopo aver vagato due notti e un giorno, ha fatto ritorno a casa dopo aver speso quasi una giornata all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, per controlli. Le condizioni del piccolo, tenuto in osservazione dai medici, sarebbero state giudicate buone, tanto da permettergli un rapido rientro nel casolare di Campanara di Palazzuolo sul Senio, dove le manifestazioni di sollievo dei genitori - e un po’ di tutta l’Italia, che aveva seguito con apprensione le ricerche del piccino - non sono bastate a cancellare alcune perplessità. La vicenda di Nicola, scomparso da casa propria nella notte tra lunedì e martedì, si è risolta nel migliore dei modi, ma la Procura minorile di Firenze ha deciso di aprire due diversi fascicoli giudiziari, allo stato privi di nomi e ipotesi di reato. I carabinieri hanno preso atto della versione dei Tanturli, secondo cui il piccolo si sarebbe allontanato da solo, essendo alto abbastanza per raggiungere la maniglia della sua camera da letto. Diversi dettagli, però, restano al vaglio degli inquirenti. Il bambino calzava i sandaletti, quando mercoledì mattina è stato ritrovato da Giuseppe Di Tommaso, giornalista della Vita in diretta. Addosso, aveva una magliettina e nessun pannolino. Era cresciuto, negli ultimi tempi, e le scarpe se le potrebbe essere messe da solo, perdendo poi il pannolino nei propri vagabondaggi. Potrebbe anche aver avuto le scarpe ai piedi sin dalle 19 di lunedì, quando la madre ha riferito di averlo messo a letto in fretta e furia, per tornare poi al lavoro agricolo. «L’erba dove si trovava», tuttavia, «non era schiacciata» e «l’impressione è che non avesse passato la notte lì», ha spiegato il luogotenente Danilo Ciccarelli, il militare che ha fisicamente recuperato il bambino. I cani molecolari non erano riusciti a fiutare alcuna traccia del piccolo: nelle ore successive alla denuncia da parte dei genitori, sono stati sguinzagliati per battere i boschi del Mugello, ma nei pressi della zona in cui poi è stato trovato Nicola non hanno ravvisato alcuna traccia. La madre e il padre di Nicola, Giuseppina Paladino e Leonardo Tanturli, hanno atteso ore prima di chiamare i soccorsi. A mezzanotte di domenica, quando di sarebbero accorti della scomparsa del figlio, avrebbero chiesto aiuto alla piccola comunità del Mugello, setacciando i boschi vicino a casa con pentole e urla. Nicola, però, non avrebbe mai risposto e i due, convinti che si fosse addormentato da qualche parte, avrebbero deciso di attendere il mattino, nella speranza che una volta sveglio il piccolo facesse ritorno a casa. Solo quando è stato chiaro che Nicola non sarebbe tornato - non con le sue sole forze di bambino - la coppia ha telefonato alle autorità. Una volta arrivate davanti alla porta del grande casolare in pietra, le forze dell’ordine hanno trovato del sangue. Le tracce, al momento, sono al vaglio degli specialisti, i cui esami sarebbero volti a capire se il sangue possa appartenere al piccolo Nicola (ritrovato pressoché illeso). Il bimbo, nonostante le 31 ore passate da solo nei boschi, avrebbe riportato solo qualche graffio. Una condizione eccezionalmente buona, visti i perigli affrontati. La Procura ha aperto anche un fascicolo per abbandono di minore, al momento si tratta di un atto dovuto. Giuseppina Paladino e Leonardo Tanturli, secondo un abitante di Campanara di Palazzuolo sul Senio, dove la vita agricola è scandita dai ritmi del sole, avrebbero avuto lo scorso anno un incidente simile a quello denunciato lunedì mattina. Il figlio maggiore, che oggi ha 4 anni, si sarebbe allontanato da solo percorrendo (lungo un sentiero meno impervio di quelli toccati a Nicola) una distanza considerevole. Il bambino avrebbe camminato per circa un chilometro prima di finire nella proprietà di un vicino, che lo avrebbe poi riportato ai familiari. L’episodio, che si sarebbe risolto felicemente, in un tempo tanto breve da non richiedere l’allerta ai soccorsi, potrebbe costituire un precedente problematico, sul quale sarebbero al lavoro anche i servizi sociali della Asl Toscana Centro. Stando alla ricostruzione della stampa locale, gli sforzi della Asl sarebbero finalizzati a capire se il bambino viva o meno all’interno di un contesto familiare «che potrebbe essere per lui fonte di disagio». Un accertamento, questo, che dovrebbe essere effettuato anche dalle forze dell’Arma. «Stiamo facendo i primi accertamenti sulla dinamica dell’accaduto e riferiremo alla magistratura», ha detto Michele Arturo, comandante della compagnia del Mugello, spiegando come «la valutazione sul comportamento dei genitori, al termine dell’indagine, sarà riferita in Procura».