2022-04-22
Passa la riforma spezzatino dell’Asi
Vittorio Colao (Imagoeconomica)
Con il decreto Pnrr ristrutturata l’Agenzia spaziale: competenze strategiche tutte a Vittorio Colao. Il dl assegna priorità ai programmi internazionali, facendo un regalo a Parigi.Con un blitz del 13 aprile il governo di Mario Draghi ha deciso di riordinare il comparto aerospaziale. All’articolo 30 sul Riordino dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e del settore spaziale e aerospaziale del decreto legge sul Pnrr, vengono infatti stabilite le nuove linee guida del settore e sopratutto la sua nuova governance. Come noto il comparto sta vivendo una fase molto delicata sia perché buona parte dei fondi europei assegnati all’Italia sarà gestita da Esa (Agenzia spaziale europea) sia perché oramai da novembre scorso la nostra agenzia spaziale è stata di fatto commissariata dal ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao. Succede così che, all’articolo 26 del decreto legge, il governo inserisca una serie di norme che adottano una nuova gestione, dove saranno proprio il ministero di Colao e il suo capo di gabinetto Stefano Firpo ad avere l'ultima parola su strategia e finanziamenti nell’aerospazio. In pratica a Colao andranno tutte le competenze strategiche più importanti sui finanziamenti, mentre al ministero dell’Università, che per legge era vigilante, solo formalmente ma mai attivo, resta soltanto la vigilanza sulla ricerca finanziata dall’Asi e il controllo sul Cira su cui immediatamente si sono accesi interessi di noti politici campani. Con la consueta afonia del ministro Maria Cristina Messa che nulla ha mai fatto davanti alla débacle dell’Asi. In pratica il Mur si occuperà solo di ricerca nella speranza che almeno su questo settore di responsabilità istituzionale riesca a dare un segnale di vita. Per di più viene istituito un fondo per il finanziamento dell’Asi, pari a 499 milioni di euro a decorrere dal 2022. In questo modo Colao ha di fatto confermato il commissariamento non solo di Asi ma anche del Comint, il comitato da cui un tempo dovevano passare le decisioni strategiche e di indirizzo per i finanziamenti delle attività spaziali. Ora, di fatto, il Comint è stato svuotato riducendosi a sede di ratifica delle decisioni politiche del ministro. La decisione di Colao è in linea con quella di affidare all’Esa la gestione dei fondi in arrivo da Bruxelles. Nei mesi scorsi, infatti, il ministro aveva deciso che sarebbe stata l’Agenzia spaziale europea a gestire e impiegare i fondi del Pnrr di competenza dell’Italia. In questo modo aveva estromesso da ogni decisione l’Asi e il presidente Giorgio Saccoccia, commissariando la nostra agenzia spaziale e demandando tutte le decisioni e responsabilità all’Esa dove l’Italia conta meno di Germania e Francia. Altro punto rilevante del decreto legge è come venga assegnata priorità alle risorse destinate a obblighi derivanti da programmi internazionali. In questo modo però sorge spontanea la perplessità sul rischio che le nostre piccole e medie imprese possano essere tagliate fuori dalle scelte strategiche riducendosi a mere esecutrici di decisioni assunte senza tenere conto anche dei loro giusti interessi. E a essere avvantaggiate dalla situazione saranno sempre imprese francesi come Thales. La decisione di Colao non sembra rispondere a un quadro complessivo di una politica spaziale proiettata verso il futuro, ma appare piuttosto dettata dall’urgenza del momento. L’Italia, infatti, da tempo continua a non avere una politica di settore ben definita né un modo in cui raffrontarsi e rapportarsi con i suoi competitor, in particolare la Francia che continua a fare la parte del leone, né di conseguenza appaiono chiare le scelte di eventuali alleati a livello europeo.La decisione di riorganizzare le competenze dei ministeri su Asi e Cira doveva essere presa già ai tempi di Riccardo Fraccaro, l’ex ministro che aveva la delega al settore spaziale. Sarebbe stata una risposta al fatto che il Mur in questi anni ha sempre latitato sulla vigilanza di Asi, in particolare sugli sprechi e sulla gestione Saccoccia.