2025-05-10
No a Santa Marta: il pontefice è al Sant’Uffizio
Il palazzo del Sant'Uffizio (Ansa)
La decisione finale sull’alloggio rinviata al termine dei lavori al Palazzo Apostolico, abitazione tradizionale.Il mondo intero ha in queste ore gli occhi puntati su papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost; per due motivi. Un po’ perché non lo conosce - il nome del cardinale statunitense non era infatti nella rosa mediatica dei favoriti del pre-conclave -, e un po’ perché è curioso di conoscere le prime scelte del nuovo successore di Pietro. Tra queste scelte, c’è anche quella dell’abitazione: dove andrà a risiedere il nuovo Papa? Tempo fa una simile domanda non avrebbe avuto senso, dato che era prassi che il pontefice occupasse i suoi appartamenti all’interno del Palazzo Apostolico, residenza ufficiale dei Papi dal 1870 comprendente - oltre agli alloggi papali, appunto - la Biblioteca Vaticana e numerose cappelle.Questa prassi fu però interrotta da papa Francesco, che scelse di andare ad abitare presso Casa Santa Marta, la struttura a pochi passi dalla Basilica di San Pietro costruita tra il 1992 e il 1996 per volontà di Giovanni Paolo II, con l’intento di offrire un alloggio dignitoso ai cardinali durante i conclavi. Una decisione, quella di Jorge Mario Bergoglio, maturata ufficialmente per la ricerca di sobrietà, ma che rispondeva anche alla preferenza del Papa gesuita di un alloggio più decentrato, che potesse consentirgli più di monitorare ciò che accadeva attorno a lui che di essere monitorato. In realtà, non si è trattato, a conti fatti, di una scelta così economica. Anzitutto perché Casa Santa Marta ha dovuto attrezzarsi per accogliere stabilmente il Santo Padre; in secondo luogo, comunque papa Francesco frequentava, inevitabilmente, anche il Palazzo Apostolico (con necessità quindi di spostamenti); infine, tutto ciò ha portato le guardie svizzere ad accrescere i turni per presidiare due strutture anziché una. E papa Leone XIV che farà? Allo stato non è dato saperlo. Tuttavia, secondo quanto diffuso ieri da alcuni lanci d’agenzia, il nuovo pontefice avrebbe deciso di restare al Palazzo del Sant’Uffizio. Robert Francis Prevost ha infatti scelto di alloggiare nello stesso palazzo in cui risiede da ancor prima del conclave, da quando cioè è stato nominato prefetto del Dicastero dei vescovi; tutto questo, però, temporaneamente. Sì, perché sembra che il nuovo pontefice sia in attesa che abbiano termine dei lavori di ristrutturazione al Palazzo Apostolico, dove storicamente risiedono i Papi. Ora, dei lavori al Palazzo Apostolico sono sempre necessari quando viene eletto un nuovo pontefice: fu così anche dopo l’elezione di Benedetto XVI, che infatti non andò immediatamente a occupare gli appartamenti papali. Considerando però che Casa Santa Marta sarebbe quasi certamente attrezzata per accogliere e ospitare oggi un Papa - banalmente, perché ne ha ospitato uno per gli ultimi dodici anni - la preferenza di papa Leone XVI di restare per ora al Palazzo del Sant’Uffizio, sposando una linea istituzionale, lascia pensare al fatto che il nuovo Papa voglia tornare a occupare proprio gli appartamenti papali. Del resto, se così fosse non ci sarebbe troppo da stupirsi alla luce della serie di elementi simbolici che già collocano papa Prevost nel secolo della tradizione della Chiesa. Anzitutto, l’essersi presentato al mondo con la mozzetta rossa, la croce d’oro e la stola pontificia: paramenti che Jorge Mario Bergoglio, prima del suo storico «buonasera», aveva, come si ricorderà, mandato in soffitta. Poi naturalmente c’è stata la scelta del nome: Leone. Un nome che ricorreva da molto tempo e rimanda a pontefici quali Leone I, che fermò i barbari di Attila e confermò Roma come centro del cristianesimo, Leone X, che scomunicò Martin Lutero, e Leone XIII, iniziatore della Dottrina sociale della Chiesa ma anche nemico della massoneria. Non è finita: ieri, per la sua prima omelia, papa Leone XIV ha scelto di usare un pastorale che, secondo molti osservatori, corrisponde a quello dorato di Benedetto XVI, pastorale a sua volta simile nelle fattezze alla ferula di Pio IX. Con tali premesse, dunque, se papa Prevost tornasse negli appartamenti papali non stupirebbe.
Francesca Albanese (Ansa)