2023-07-02
La pandemia non c’è ma compriamo vaccini
Malgrado l’indagine sui messaggini con l’ad Albert Bourla, Ursula von der Leyen impegna la Commissione (cioè noi) con i colossi per produrre 325 milioni di preparati all’anno, tra mRna e altri. Però non si sa per quale virus.È singolare l’ossessione di Ursula von der Leyen per i vaccini. Talmente marcata, talmente sfacciata che, nonostante la Commissione europea da mesi sia sotto inchiesta della Procura Ue (Eppo) per l’opaca procedura di acquisizione dei preparati Pfizer, la presidente continua a stipulare accordi pur di assicurarsi nuove dosi.L’ultimo contratto quadro è stato firmato venerdì dalla Hadea (European health and digital executive agency). L’agenzia Ue ha scelto quattro appaltatori - Pfizer Irlanda, Pfizer Belgio e altre due aziende - per garantirsi fino a 325 milioni di dosi di vaccino l’anno «in caso di futura emergenza sanitaria globale», la famosa prossima pandemia che ormai ogni governante che si rispetti dà per sicura. L’accordo stretto dall’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen - del tutto svincolato da quello del 2021 con Pfizer Usa, precisa Bruxelles - include i vaccini a mRna prodotti da Pfizer ma anche quelli a vettore virale, che saranno realizzati dall’azienda olandese Bilthoven Biologicals Bv, e quelli proteici, prodotti dai laboratori spagnoli Hipra Sa e Reig Jofre Sa: almeno sulla carta, il rischio di essere accusati di favorire il monopolio Pfizer è temporaneamente schivato (auspicando che non finisca come con Astrazeneca e Johnson).Alla base dell’atto c’è la convinzione che «l’Europa deve essere meglio preparata per le future emergenze sanitarie». Proposito encomiabile, se non fosse che gli accordi segreti di Ursula sui vaccini hanno affossato la credibilità dell’istituzione, a partire da quelli che hanno preceduto la firma del terzo contratto Ue, avvenuti via sms tra von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. L’anomala procedura è stata denunciata dal New York Times ad aprile 2021. Il quotidiano americano ha rivelato che la presidente aveva concordato con Pfizer i passaggi chiave del contratto in modo informale, instaurando un legame personale con Bourla attraverso messaggi e chiamate. Procedura del tutto insolita, visto che i due precedenti accordi con Astrazeneca (poi affossata da una massiccia campagna stampa), erano stati seguiti dal comitato direttivo composto dai rappresentanti dei 27 Stati membri dell’Ue, che li avevano poi firmati. Con Pfizer non è andata così: la presidente - che in privato si sarebbe perfino vantata di questa «diplomazia personale», cruciale per l’acquisto degli 1,8 miliardi di dosi - avrebbe condotto negoziati preliminari a marzo 2021, presentando ad aprile, al consiglio direttivo, un documento già pronto, da firmare senza discussione. Alcuni parlamentari europei hanno chiesto di poter visionare il contratto: dopo aver fatto resistenza per mesi, Von der Leyen ha consegnato una versione piena di omissis nei passaggi più sensibili, quelli relativi a condizioni d’acquisto e prezzo a dose. Diversi organi di stampa hanno richiesto l’accesso ai messaggi scambiati tra la presidente e Bourla: la Commissione ha risposto che non li aveva «identificati». Un giornalista tedesco, Alexander Fanta, ha sporto denuncia al Mediatore europeo Emily O'Reilly che, nel gennaio 2022, ha ordinato all’esecutivo Ue di «effettuare una ricerca approfondita dei messaggi». La risposta è arrivata a fine giugno 2022: sorry, «la ricerca di questi sms non ha prodotto alcun risultato». A giugno 2022 dieci Paesi Ue capitanati dalla Polonia hanno scritto a Von der Leyen avvisando che non avrebbero più pagato ulteriori quanto inutili dosi di vaccino, prenotate dalla presidente senza render conto a nessuno. Dopo la denuncia del Mediatore europeo contro l’esecutivo Ue «poco trasparente su questioni di estremo interesse pubblico», è arrivata l’accusa della Corte dei conti Ue, che a settembre 2022 ha pubblicato una relazione molto severa nei confronti della Commissione. A ottobre 2022 la Procura europea Eppo ha aperto un fascicolo; a gennaio 2023, il New York Times ha portato il caso alla Corte di giustizia di Lussemburgo, mentre il 5 aprile 2023 un lobbista belga, Frédéric Baldan, ha depositato a Liegi una denuncia penale contro Von der Leyen per «usurpazione di funzioni e titoli», «distruzione di atti pubblici» e «appropriazione indebita d’interessi e corruzione».Non contenta delle pesanti accuse che già compromettono il prestigio dell’istituzione da lei presieduta, Ursula insiste. L’accordo stipulato ieri, ancora una volta senza rendere pubblici i dettagli su condizioni di pre-acquisto e prezzo concordato, garantisce che i quattro appaltatori siano pronti ad avviare «rapidamente» la produzione di nuovi vaccini «ove necessario», mantenendo la rete «sempre attiva». Qualcuno obietterà che la rapidità dovrà pur fare i conti con i tempi necessari alle agenzie regolatorie per approvare nuovi vaccini (di solito, anni). Niente paura: proprio poche settimane fa, Bruxelles ha varato la nuova riforma del settore del farmaco, che sdogana definitivamente procedure accelerate per la valutazione scientifica e l’autorizzazione di nuovi medicinali, con evidenti ricadute sulla sicurezza dei farmaci. Tutto è pronto, insomma: ci sono i vaccini, ci sono le nuove regole per approvarli velocemente, c’è il nuovo green pass globale, manca soltanto «la prossima pandemia».