2021-07-15
I paladini dei diritti per gli Lgbt pronti a togliere la libertà ai giovani
I tifosi del ddl Zan sono gli stessi che spingono per discriminare chi evita l'iniezione.Il certificato con le vaccinazioni, a questo punto, tanto varrebbe metterlo in Costituzione. Insieme all'obbligo di avere con sé la mascherina e di farsi controllare la temperatura corporea da qualunque «incaricato». Del resto a marzo dello scorso anno, quando il governo di Giuseppe Conte iniziò a calpestare la Carta a colpi di Dpcm e ordinanze commissariali per fronteggiare la pandemia cinese, non era necessario essere degli indovini per sapere che il ritorno alla normalità democratica sarebbe stato lungo e complicato.Libertà di circolazione compressa in ogni modo; diritto alla salute che diventa dovere alla salute; facoltà di rifiutare un trattamento medico che sparisce di fronte a un generale in divisa; riservatezza dei dati sensibili personali che va a farsi benedire. Il catalogo degli orrori giuridici segna ormai quotidianamente la mappa dei nostri diritti che arretrano. Il tutto in un clima surreale, nel quale mezzo governo e i mediconi di Stato vogliono giocarsi il green pass come un ricatto permanente ai cittadini, mentre il Senato discute con grande urgenza le norme del ddl Zan. Insomma, corsa contro il tempo per approvare una legge fondamentalmente inutile, che ha lo scopo di difendere omosessuali e transessuali da discriminazioni e violenze che sono già ampiamente reato, mentre tutti le italiane e gli italiani (comunità Lgbt compresa) subiscono violazioni concrete e attuali dei loro diritti costituzionali. Mettere sulla stessa bilancia i diritti civili e quelli costituzionali (infinitamente meno glamour), tipo viaggiare e curarsi come si vuole, rischia ormai di passare per discriminatorio. Sul ddl Zan si è costruita un'emergenza che non c'è, a costo di sfruttare anche fatti di cronaca che nulla avevano a che fare con la persecuzione dei gay. Su tutti, il caso di Orlando Merenda, il diciottenne torinese che si è ammazzato non perché vittima di bullismo omofobo, ma perché sottoposto a un oscuro ricatto. Anche grazie alla legge Mancino, nei nostri codici ci sono già da anni aggravanti specifiche per l'odio razziale e di vario tipo e per i reati commessi per motivi abietti. Ma sul provvedimento in discussione c'è una lobby che deve piantare le sue bandierine e garantirsi la possibilità di girare le scuole a predicare contro «l'allarme omofobia» come se fosse la nuova Shoah. Invece, sui volgarissimi diritti costituzionali, c'è il maglio di uno Stato terapeutico che vuole pensare alla salute di tutti, ma senza aumentare o migliorare la spesa sanitaria. Il trucco è sempre il medesimo, con un mix neppure troppo scoperto di divieti, incentivi e tecnologia. Il dibattito sul green pass alla francese, ovvero usato come discrimine anche solo per entrare in un bar o salire su un treno, prospera su una serie di capovolgimenti davvero stupefacente. Il più innocente è quello tecnologico: in molte città ci vogliono mesi per avere una carta d'identità elettronica o una visita specialistica, ma non si fa a tempo a essere vaccinati che arriva subito la certificazione elettronica, moderno passepartout. Che bello lo Stato italiano che improvvisamente funziona e l'Unione europea che si ricorda della sua impresa migliore, Schengen. E invece non siamo neppure ad agosto e il green pass è già diventato un Black Stop, con ogni singolo paese Ue che si sta adoperando per fissare regole e restrizioni aggiuntive. In Italia si sta ovviamente discutendo di come rendere il certificato elettronico una condizione imprescindibile per avere una vita normale, in modo da forzare la mano sui tassi di vaccinazione. Al di là del fatto che saremo tutti tracciati come neppure in Unione Sovietica, colpisce un altro ribaltamento: abbiamo circa due milioni di ultrasessantenni che non si sono vaccinati e noi andiamo a perseguitare adolescenti e ventenni (colpevoli di «movida»), che spesso non si vaccinano perché del Covid, se anche lo prendono, manco si accorgono. E poi perché il vaccino è notoriamente un farmaco sperimentale e una ragazza di 25 anni oggi non può sapere che effetti avrà, per esempio, sulla fertilità. In meno di mezzo secolo siamo passati dall'avere dei nonni che avevano lottato per la libertà a questi boomer ingrigiti che la fanno togliere ai nipoti.