
Il premier: «Dopo aver eliminato Hamas, impediremo che Gaza sia amministrata da chi sostiene i terroristi». Sequestro di un mercantile britannico da parte degli Houthi. Secondo Israele c’è dietro l’ordine dell’Iran.La nave mercantile britannica Galaxy Leader, battente bandiera bahamènse e gestita da una compagnia giapponese e con 25 persone a bordo, è stata dirottata nello Yemen dalla milizia Houthi. Il mercantile si trovava nel golfo di Aden, il tratto di mare nell’Oceano indiano tra lo Yemen, la Somalia e l’Africa, collegato al Mar Rosso dallo stretto di Bab el Mandeb.Il gruppo armato sostenuto dall’Iran aveva minacciato in questi giorni azioni nei confronti di mezzi legati a Israele. Secondo il governo di Gerusalemme, «la nave è stata dirottata per capriccio iraniano dalla milizia Houthi nello Yemen», ma in realtà gli Houthi potrebbero essere stati informati male dato che tra i 25 membri dell’equipaggio provenienti da Ucraina, Bulgaria, Filippine e Messico non c’è alcun cittadino israeliano. Per il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, «si tratta di un ulteriore atto di terrorismo che rappresenta un salto di qualità nell’aggressione dell’Iran contro i cittadini del mondo libero e che crea ripercussione internazionali per la sicurezza delle rotte di navigazione». Poi attacca Abu Mazen: «Voglio essere chiaro: il giorno dopo aver eliminato Hamas, non permetteremo a chi dirige l’amministrazione civile di Gaza di negare il terrorismo, sostenere il terrorismo, pagare per il terrorismo ed educare i propri figli al terrorismo e alla distruzione dello Stato di Israele».Secondo l’esperto di terrorismo internazionale Lion Udler, «il dirottamento di una nave mercantile o l’attacco di una nave mercantile da parte degli Houthi sostenuti dall’Iran o dallo stesso Iran non è una novità. In passato, per vendicarsi di un attacco attribuito a Israele, come il “furto” dell’archivio del progetto nucleare iraniano da Teheran da parte del Mossad o l’eliminazione del padre dell’atomica del regime iraniano, Mohsen Fakhrizadeh, attribuito al Mossad, ma senza prove, il regime iraniano ha utilizzato la pirateria marittima come risposta. Così, più di una volta, sono state attaccate navi mercantili con droni kamikaze, oppure sono state dirottate navi mercantili sul Mar Rosso oppure nel Golfo Persico».Ma chi sono ribelli yemeniti? «Gli Houthi, Ansar Allah», prosegue Udler, sono una milizia sciita sostenuta e controllata dall’Iran che non si muove senza la richiesta o l’approvazione esplicita di Teheran. Quanto accaduto è un pericolo alla navigazione e il trasporto di merci globali e se la comunità internazionale non interviene e previene attacchi e/o dirottamenti di navi mercantili, le compagnie assicurative riterranno la navigazione da quelle parti pericolosa e aumenterà il costo delle polizze assicurative, aumentando così il costo dei beni importati/esportati al consumatore finale».Intanto i combattimenti delle forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza proseguono dall’aria, dal mare e da terra. Gli aerei da guerra dell’Idf ieri hanno distrutto molte infrastrutture terroristiche di Hamas nei quartieri di Jabaliya, Zeytun e Beit Lahiya. Sempre ieri i militari della brigada Nahal hanno combattuto alla periferia del quartiere di Jabaliya, incontrando ed eliminando numerosi i terroristi palestinesi e, con l’aiuto di carri armati Merkavà e supporto aereo, hanno attaccato gli obiettivi terroristici dal cielo. Inoltre, durante le perquisizioni in edifici residenziali civili, sono state rinvenute armi e attrezzature militari.Contemporaneamente ai combattimenti di terra, l’unità di incursori della Marina israeliana Shayetet 13, che si occupa anche di missioni antiterrorismo navale e di liberazione di ostaggi in ambiente marittimo, ha attaccato obiettivi di Hamas lungo la Striscia di Gaza utilizzando migliaia di munizioni dal mare. Mentre scriviamo si apprende che un battaglione di paracadutisti dell’Idf ha fatto irruzione nelle case di alti funzionari dell’organizzazione terroristica di Hamas, nel cuore del quartiere di al-Rimal, il lussuoso quartiere di Gaza City e, nel corso dei combattimenti, i militari israeliani hanno localizzato circa 35 pozzi di entrata di tunnel, molte armi ed eliminato alcuni terroristi palestinesi. Oggi le famiglie degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso saranno alla Knesset, nel primo evento formale organizzato dal Parlamento israeliano con i parenti dei rapiti.Ma a che punto sono le trattative per il loro rilascio (si parla di 70 persone)? Il vice consigliere alla sicurezza nazionale americana Jon Finer in un’intervista a Cbs ha affermato: «Siamo più vicini a un accordo con Hamas sugli ostaggi. L’intesa ancora non c’è ma le differenze sono diminuite». Stessa tesi del primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdelrahmane Al Thani che, durante una conferenza stampa a Doha, accanto al capo della diplomazia dell’Unione europea, Josep Borrell, ha detto che «le sfide che restano nei negoziati sono davvero minori, e sono più logistiche, più pratiche».Presso l’ospedale di Al Shifa l’Idf ha scoperto l’ingresso di un tunnel di Hamas e un deposito di armi. «Vediamo la presenza di Hamas in tutti gli ospedali. È una presenza chiara. Fanno un uso cinico degli ospedali, come qui nel cuore di Shifa», ha detto il generale Yaron Finkelman, capo del Comando meridionale.Da oggi e fino a martedì i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e dell’Autorità nazionale palestinese, visiteranno la Cina. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri cinese. «Durante la loro visita, cercheranno di negoziare su questioni volte a smorzare i conflitti tra Palestina e Israele, a proteggere i civili e a spingere per una soluzione giusta della questione palestinese».
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Starmer, Merz e Macron parlano da capi della Nato: «Rinforzare le difese». A Vilnius il comandante Alexus Grynkkewich: «L’art.5 può scattare». Pietro Parolin: «Temo l’escalation».
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Charlie Kirk (Ansa)
Sposato con due figli, teneva incontri in cui sfidava il pubblico: «Provate che ho torto».