2020-03-15
Ossa rotte e spargimenti di sangue. Il «Fight club» degli scrittori famosi
Esce il libro di consigli agli aspiranti romanzieri firmato da Chuck Palahniuk, ricco di aneddoti truculenti. Dalle ceneri di Shirley Jackson usate come dono a quella volta che Stephen King si tagliò un dito in pubblico. In fondo, la letteratura è una faccenda piuttosto brutale di carne, sangue e ossa spezzate. Almeno così la vive Chuck Palahniuk: come una sorta di Fight club su larga scala, in cui a tutti - scrittori e lettori - tocca sporcarsi le mani e mettere in gioco cuore e viscere. L'autore americano, tra i più famosi e venduti al mondo, fornisce a questo proposito numerosi esempi in un libro intitolato Consider this, da poco uscito negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Il sottotitolo suono più o meno così: «Momenti della mia vita di scrittore dopo i quali tutto è stato diverso». Si tratta, in buona sostanza, di un manuale di scrittura. Fortunatamente, però, Palahniuk è molto diverso dai tanti improvvisati professorini di scrittura di casa nostra: niente tirate sulla morale e sull'impegno politico e sociale; niente inviti a raccontare «quello che vedi fuori dalla finestra»; niente banalità. Piuttosto, tanti consigli pratici e, soprattutto, una marea di aneddoti che rendono questo libro molto gustoso anche per chi tra leggere e scrivere sceglie la cosa più difficile, cioè sfogliare libri senza avere la pretesa di firmarne uno prima o poi. Il bello, dicevamo, è che i racconti di Chuck sono sempre piuttosto truculenti, proprio come le sue opere migliori. «Colleziono storie che abbiano come tema la presenza del sangue durante le apparizioni pubbliche degli scrittori», dice Palahniuk. Qualche esempio? «Il ragazzo alla Tower Records che si tagliò i polsi con un rasoio mentre si trovava vicino a Clive Barker e si mise a gridare: “Clive, questo è per te!"». Oppure l'incredibile incidente avvenuto durante una lettura in pubblico dello stesso Chuck a New Orleans. Si trattava di uno degli ormai famigerati reading di Budella, forse il racconto più conosciuto e temuto di Palahniuk. Leggenda vuole che abbia provocato una trentina di svenimenti durante le presentazioni nelle librerie sparse per gli Stati Uniti. A New Orleans la lettura si teneva al Tipitina's, storico locale di musica dal vivo. Mentre Chuck scandiva gli atroci brani del suo racconto, un ragazzo particolarmente impressionabile è svenuto e si è fratturato il cranio. «Più tardi l'organizzatore mi ha spiegato che, dopo decenni di concerti punk e di pogo heavy metal, una lettura di libri ha causato il peggior incidente che il locale avesse mai visto». E non finì lì: «La stessa notte Monica Drake (una brava scrittrice americana, ndr) fece un'apparizione e la folla rise così tanto che nessuno si accorse che si era tagliata una gamba con un pezzo di attrezzatura sul palco. Eravamo tutti così su di giri che nessuno di noi si accorse che per tutta la serata abbiamo camminato su una pozza di sangue di Monica». Si può dire che, a livello di emorragia, sia andata peggio soltanto a Stephen King. L'aneddoto sul Re dell'horror fu raccontato a Palahniuk da un'amica che gestiva un'importante libreria. Gli accordi tra la libraia e King prevedevano che, durante la firma delle copie del libro (della durata di ben 8 ore), ci fosse sempre qualcuno disponibile a tenere sulla spalla dello scrittore una borsa del ghiaccio, per lenirgli il dolore provocato dalla spalla malmessa. Il compito spettò alla libraia in persona. A un certo punto, proprio all'inizio del firmacopie, King si girò verso la donna per chiederle una benda: si era tagliato un dito firmando un libro. «Mostrò il sangue fresco che gli imbrattava la penna», scrive Palahniuk, «e una parziale impronta insanguinata sulla prima pagine del libro appartenente a un ragazzo in attesa dell'autografo, il quel non sembrava affatto infastidito nel vedere la sua proprietà macchiata dai fluidi vitali» di Stephen King. Piccolo problema: la persona che stava in fila appena dietro il ragazzoa cui King aveva sporcato il libro di sangue, si alzò gridando: «Non è giusto! Se il signor King sanguina sul suo libro deve sanguinare anche sul mio!». Risultato: Stephen King dovette sanguinare su tutte e 500 le copie che firmò quella sera. «Alla fine dell'evento era così debilitato che le guardie del corpo dovettero prenderlo da sotto le ascelle per portarlo in auto». Ovvio: un libro impreziosito dal sangue di uno dei più grandi autori di sempre è un piccolo tesoro per i fanatici della letteratura. Quasi quanto la reliquia posseduta da Palahniuk: «Un giorno mi è arrivato un regalo da parte della figlia di Shirley Jackson accompagnato da una lunga lettera», raccontò Chuck anni fa. «Mi ringraziava per quello che facevo per la madre, e mi regalava le sue ceneri, spiegando che era giusto che fossi io ad averle». Nel nuovo libro racconta come sia andata a finire: a quanto pare ha diviso le ceneri in due parti: «Una l'ho mandata al mio agente. L'altra al mio editor». Come volevasi dimostrare, questa è la letteratura: una faccenda di carne, sangue e ossa. Rotte o polverizzate, cambia poco.