2023-04-21
La vita e la morte dell’orsa trentina ci interrogano quasi più dell’aborto
La storia di Jj4 accende dilemmi: l’ultimo sulla legittimità deontologica dell’eutanasia praticata dai veterinari. Spesso si sfumano le stesse domande quando c’è di mezzo l’uomo: oggi il verdetto in Usa sulla pillola per l’Ivg.La vicenda dell’orsa Jj4, che lo scorso 5 aprile ha ferito mortalmente il giovane Andrea Papi, è finita all’incrocio dei venti dove bruciano, sotto la tragedia di una famiglia, almeno tre questioni. Anzitutto ovviamente il rapporto tra uomo e animale, tra ambiente antropico e natura, con la brutale scoperta di un rischio zero impossibile in un equilibrio in cui siano di mezzo l’imprevisto e l’istinto di una bestia. Quindi il tema della «colpa», spinto dalla umanissima esigenza di trovare un responsabile (il governatore, il Tar, l’orsa, l’imperizia, la burocrazia, l’Europa?) a fronte di una disgrazia particolarmente spaventosa e ingiusta. Da ultimo, la morte. Non solo, ovviamente, nel senso della drammaticità della scomparsa di un ragazzo, ma - adesso - anche dell’«eutanasia» dell’orso, auspicata dalle autorità, sub judice al Tar e avversata dell’Ordine dei veterinari. «Non siamo angeli della morte», sintetizzava ieri il Corriere del Trentino in apertura di giornale. L’espressione, letterale, è del presidente provinciale della categoria, che spiega: «Non ci schieriamo né a favore né contro l’uccisione di Jj4. Ma chi dovesse operare nel senso dell’iniezione letale commetterebbe un’infrazione del codice e, se fosse poi segnalato, per lui scatterebbe una procedura disciplinare. Vogliamo solo tutelare i nostri iscritti: non vogliamo che un collega si veda in futuro additato come “angelo della morte”».È sempre motivo di interesse e rispetto quando un ordine professionale si interroga sui limiti e i rovelli deontologici, specialmente quando ciò lo porta potenzialmente in conflitto con l’autorità politica: è talmente interessante che sarebbe stato bello osservare analoga dinamica anche tra quello dei medici e il governo sotto il Covid, quando in realtà è successo soprattutto l’opposto. Ovvero, che molti princìpi deontologici sono stati, diciamo così, accomodati sotto una pressione politica che ha imposto lockdown e vaccinazioni coatte a tutti gli over 12: due scelte quantomeno sanitariamente discutibili le quali, anziché discussioni, hanno portato spesso a radiazioni comminate a chi ne dubitasse.Tornando ai veterinari, lo stupore per un dibattito sull’eutanasia di un plantigrado che desta più perplessità di quella praticata sull’uomo coglierebbe solo una parte del problema: in fondo, l’orso non può manifestare l’intenzione di morire né chiamare Marco Cappato. Piuttosto, l’intera faccenda costringe a interrogarsi su categorie che spesso diamo per scontate: i rapporti tra la legge, l’etica, le convinzioni morali, le «cose ultime» tra cui la vita e la morte. Domandarsi, per esempio, se Jj4 abbia «diritti» vuol dire, inevitabilmente, anche solo a un livello molto superficiale del dibattito, domandarsi cosa sia un diritto, da dove discenda, come lo si stabilisca e a chi spetti difenderlo. E, infine, in cosa differiscano uomini e bestie.Nella enorme differenza specifica, la natura del problema (cos’è un diritto) è identica se spostiamo lo sguardo sull’epocale scontro che si sta consumando in America sull’aborto: oggi dovrebbe arrivare il verdetto della Corte suprema sul bando della pillola abortiva disposto da un giudice del Texas. Da quando, il 24 giugno 2022, le nove toghe Usa hanno ribaltato Roe vs Wade, togliendo all’interruzione di gravidanza il rango di diritto costituzionale, la battaglia si è spostata sui dispositivi medici in grado di permettere l’aborto stesso. In attesa di questo pronunciamento, che potrebbe acuire la già violenta frattura tra Corte e Casa Bianca, alcuni grandi Stati governati dai Democratici (California, Massachusetts, New York e Washington) hanno letteralmente fatto incetta di pillole abortive (solo la California ne ha immagazzinate due milioni, secondo il sito Axios.com) nell’eventualità che i giudici supremi ne stoppino la commercializzazione: lo scopo dichiarato è continuare a garantire il «diritto» all’aborto. Ed eccoci di nuovo al centro della questione.Questa determinazione ha un altro aspetto molto significativo, appena raccontato dal Guardian: il quotidiano inglese ha offerto ai lettori l’emblematica vicenda della dottoressa Joan Fleischman, che spiega quale possa essere il «game changer» nella battaglia per l’accesso all’aborto in America. Chi si aspettasse grandi innovazioni tecnologico-scientifiche rimarrebbe deluso. In sostanza, Fleischman indica in un dispositivo per l’aspirazione manuale la svolta per garantire l’Ivg: una specie di cannula che si inserisce nell’utero e ne aspira ciò che viene definito «pregnancy tissue» («Tessuto di gravidanza»). Qualche anno fa prese a circolare una foto degli anni Settanta in cui Emma Bonino era ritratta mentre praticava un aborto con uno strumento non troppo diverso, definito con imprecisa brutalità «pompa da bicicletta» dai suoi detrattori: nella sostanza, però, cinquant’anni dopo siamo lì. La Fleischman, che spiega di aver interrotto una gravidanza a 18 anni e di essersi formata alla «scuola» di Planned Parenthood, ha cofondato una rete che si propone di normalizzare l’aborto sicuro nelle prime settimane di gestazione: nell’articolo suggerisce di estendere il metodo dell’aspirazione formando più medici possibili disponibili a praticarlo. Ne magnifica le qualità: non richiede farmaci, «si fa tutto in un paio di minuti. Quando è finita, sai che è finita. Il sanguinamento è molto raro. Ho pazienti che arrivano da Dubai in mattinata e ripartono nel pomeriggio. Non c’è alcun motivo perché questo metodo non entri a pieno titolo nella medicina regolare».Messa così, sembra tutto pacificato e tranquillo. A patto di non chiedersi cosa sia un orso, cosa un uomo, e cosa quel tessuto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.