2024-12-19
Orcel sfida Berlino e Bpm: avanti su Commerz
Andrea Orcel (Imagoeconomica)
Unicredit sale al 28% dopo l’annuncio del voto anticipato in Germania. Il governo (che ha il 12% della banca) e i sindacati tedeschi osteggiano l’operazione. Nessun dietrofront con Castagna. In Mps, per gli accordi con la Bce, si dimettono i 5 consiglieri del Mef.Il risiko bancario si è riacceso ieri mattina, mezz’ora prima dell’apertura di Piazza Affari quando Unicredit ha diffuso la notizia: l’istituto guidato da Andrea Orcel continua la scalata a Commerzbank e aumenta la partecipazione dal 21% a circa il 28%, in linea con l’obiettivo di arrivare al 29,9%. «Questa operazione», si legge in una nota, «riflette la fiducia nella Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità, nonché l’importanza di un settore bancario forte nel sostenere lo sviluppo economico del Paese. La posizione rimane al momento solo un investimento e non ha alcun impatto sull’offerta pubblica di scambio con Banco Bpm». Passaggio, quest’ultimo, che suona un po’ come un messaggio all’ad di Piazza Media, Giuseppe Castagna: non pensare che molliamo il colpo. Nel dettaglio, la quota complessiva in Commerz è detenuta per il 9,5% con una partecipazione diretta e per circa il 18,5% attraverso strumenti derivati. Il prezzo medio di ingresso per l’intera posizione «è inferiore alle attuali quotazioni e soddisfa tutti i parametri finanziari che la banca si è impegnata rispettare nei confronti degli azionisti», viene sottolineato. Lo scorso 25 novembre, dopo aver annunciato l’Ops sul Banco Bpm, Orcel aveva già confermato agli analisti di voler portare avanti le discussioni relative a Commerzbank. E ieri lo ha dimostrato, scatenando subito la reazione dei tedeschi. Il governo, che possiede il 12% dell’istituto, ha mostrato forti resistenze nei confronti della scalata portata avanti da Orcel. Certo, la recente sfiducia del Bundestag a Olaf Scholz che porta alle elezioni anticipate di fine febbraio potrebbe cambiare lo scenario ma anche il candidato conservatore, Friedrich Merz, si è espresso contro un possibile matrimonio. Senza dimenticare le barricate alzate dai sindacati. Non sorprendono, quindi, le parole del portavoce del governo tedesco, Wolfgang Buechner: «Unicredit, salendo al 28% potenziale di Commerzbank, ha agito di nuovo in modo non concertato e non amichevole», ha detto ieri, sottolineando che l’esecutivo «respinge questo approccio». Berlino, ha aggiunto il portavoce, «sta lavorando a una soluzione per Commerzbank e deplora che la nuova iniziativa di Unicredit sia stata presa prima delle elezioni legislative tedesche che si terranno in febbraio. Il governo federale vede in modo critico i piani di Unicredit anche perché l’integrazione di due grandi banche di rilevanza sistemica comporta sempre rischi considerevoli, ad esempio, per i dipendenti», ha concluso. La Germania starebbe ragionando sulla possibilità di usare una sorta di golden power tedesco per bloccare Orcel. Esistono due modi in cui il governo federale può utilizzare lo strumento all’interno dell’Ue: appigliarsi ai finanziamenti di Commerzbank all’industria della Difesa oppure qualificare Unicredit come non europea sulla base della prevalenza di investitori extra-Ue nel suo azionariato. E anche la Commissione ha aperto un file ai fini della Fsr (il regolamento Foreign Subsidies): a quanto pare, qualcuno avrebbe insinuato il dubbio che la presenza di Unicredit in Russia dia un vantaggio indebito alla banca nell’acquisizione di Commerz.Di certo, la mossa di Orcel arriva a meno di 24 ore dal comunicato diffuso dal Banco Bpm che martedì sera ha annunciato di aver richiesto alla Consob «l’adozione di provvedimenti a tutela di tutti gli stakeholder della banca e del mercato nonché dell’offerta pubblica promossa sulle azioni di Anima». L’esposto sarebbe finalizzato a richiedere alla Commissione di stabilire l’improcedibilità dell’ops (0,175 nuove azioni ordinarie per ogni azione di Piazza Meda conferita) da parte di Unicredit. Molti investitori si aspettano che Orcel migliori l’offerta anche perché dispone di capitale in eccesso sufficiente per farlo. Nel frattempo, altre novità arrivano da Mps, che nei piani del Mef avrebbe dovuto dare vita al terzo polo bancario insieme al Banco Bpm. Sempre ieri mattina, il Monte ha comunicato le dimissioni di cinque consiglieri indipendenti che erano stati indicati dal Mef nella lista presentata il 27 marzo 2023. Il board di Rocca Salimbeni, spiega una nota, provvederà «senza indugio» al processo di integrazione dell’organo di governo. Il cda di Rocca Salimbeni provvederà entro gennaio a cooptare i nuovi consiglieri che «dovrebbero essere espressione della nuova compagine azionaria». Quando l’attuale cda di Mps è stato nominato, nel 2023, il Mef aveva il 64,23%. Poi, dal novembre 2023 il Tesoro ha iniziato a vendere la sua quota fino a portarsi, a novembre scorso, all’11,7%. Con la cessione della terza tranche di Mps, pari al 15%, nel capitale è entrato Banco Bpm con il 5%, mentre Anima ha comprato il 3% portandosi al 4%. La Delfin dei Del Vecchio ha acquistato il 3,5%, così come Francesco Gaetano Caltagirone che poi ha arrotondato la quota al 5%. Le dimissioni sarebbero dunque legate agli accordi presi nel 2017 con la Bce, in cambio del via libera alla ricapitalizzazione precauzionale: quando sarebbero scesi sotto una certa soglia avrebbero fatto dimettere i consiglieri nominato dal Mef, per rieleggere dei nuovi membri indipendenti.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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