2025-02-27
Il salario 2024 di Orcel: 13 milioni
Andrea Orcel (Imagoeconomica)
L’ad di Unicredit si alza la remunerazione: nel 2023 erano 11 milioni. E Generali anticipa l’assemblea per fare uno sgambetto ai soci in manovra sulla governance.Il 2024 è stato un anno particolarmente positivo per Unicredit, che ha chiuso con un utile record di 9,7 miliardi. Il titolo è salito del 400%. I risultati hanno avuto una ricaduta diretta anche sulla remunerazione dell’amministratore delegato. Andrea Orcel ha visto il suo stipendio salire a 13,2 milioni. Un significativo aumento rispetto ai 9,96 milioni del 2023. Ma non si tratta solo di una retribuzione base. Orcel, infatti, è legato a un sistema di compensi variabili che premia il raggiungimento di specifici obiettivi secondo le nuove direttive dell’Eba (l’autorità europea di vigilanza) che hanno cambiato i parametri di calcolo dei premi dati in azioni. In dettaglio, la retribuzione base di Orcel comprende un compenso fisso di 3,6 milioni, più 200.000 euro di altre componenti fisse. La parte variabile, che può arrivare fino a 9,4 milioni, dipende dal raggiungimento di obiettivi specifici, alcuni dei quali sono legati a premi straordinari come i «one-off share-award» (assegnazione una tantum di azioni). Per il 2025, la banca prevede una retribuzione totale che potrebbe arrivare a 13 milioni di euro, ma con un potenziale di incremento a 16,4 milioni se Orcel dovesse superare gli obiettivi massimi, fissati a livelli particolarmente ambiziosi. Le novità, però, non si fermano qua. Il consiglio d’amministrazione, infatti, ha varato un piano azionario a favore dei dipendenti: potranno acquistare azioni della banca fino ad un importo massimo di diecimila euro con uno sconto del 40% a condizione che le tengano per almeno tre anni. Mentre Orcel si prepara a incrementare la sua retribuzione, Unicredit sta giocando un ruolo sempre più centrale anche nella governance di Generali di cui è azionista con oltre il 5%. Una partita sempre più complicata dopo la decisione di Trieste di anticipare la data dell’assemblea dei soci che dovrà cambiare di due settimane (dal 8 maggio al 24 aprile). Il cambio potrebbe avere importanti implicazioni per la governance della compagnia, favorendo Mediobanca che detiene il 13,1% del capitale. La riunione, infatti, dovrà nominare il nuovo consiglio d’amministrazione. In gioco il presidente Andrea Sironi e il ceo Philippe Donnet. Il cambio della data appare come un atto di ostruzionismo nei confronti di Orcel, Francesco Gaetano Caltagirone e della Delfin degli eredi Del Vecchio per non dare loro il tempo di incrementare le quote. Quest’ultima ha chiesto all’Ivass di salire dall’attuale 9,9% fino al 20% ed è ancora in attesa del via libera dalle authority in un paio di Paesi minori in cui Generali opera. Tuttavia il presidente Francesco Milleri in una intervista ha detto di voler solo arrotondare la partecipazione in Generali e non di incrementarla in modo importante. Né il fronte Delfin vorrebbe andare allo scontro alla prossima assemblea di Generali dove c’è pure l’incognita del voto dei Benetton (4,8%) e soprattutto di Unicredit. Si guarda anche all’esito dell’ops di Mps su Mediobanca che vede gli stessi attori impegnati. Nella banca senese la holding ha infatti il 10% e Caltagirone il 5%, di Piazzetta Cuccia è invece primo azionista col 19,8% mentre il gruppo romano ha il 7,6%. Da parte sua Francesco Gaetano Caltagirone sarebbe orientato a presentare una lista corta di 5 o 6 nomi ma non è del tutto tramontata l’ipotesi di una lista «lunga» per sfidare quella di Mediobanca. Quest’ultima sarà composta da almeno 13 candidati con l’obiettivo di farne entrare 10 nel nuovo cda se continuerà ad avere l’attuale numero di componenti. In buona parte si tratta degli stessi nomi presenti nel consiglio in scadenza e che hanno già espresso la disponibilità, insieme a Sironi e Donnet, a una nuovo mandato. Alle due liste di minoranza andrebbero invece tre o quattro posti.
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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