2023-04-17
Ora i danneggiati dal vaccino fanno causa a Aifa e Speranza
Dopo le rivelazioni di Fuori dal Coro e La Verità, le vittime di effetti avversi e i medici sospesi, organizzati in comitati e associazioni, preparano azioni legali contro l’ex ministro Roberto Speranza e l’Aifa per far luce su quanto accaduto e ottenere dei risarcimenti.«Perché la magistratura non si è ancora attivata? Spero che qualcosa si stia muovendo, perché tutti noi danneggiati dal vaccino contro il Covid abbiamo bisogno di risposte, verità e giustizia, oltre ovviamente di diagnosi e terapie». Federica Angelini da quasi due anni si batte per squarciare il velo di omertà sui danni da vaccino e proprio per questo ha fondato il Comitato Ascoltami che riunisce le vittime di effetti avversi e che ad oggi conta oltre 4.000 iscrizioni.Federica, siete ancora in attesa di diagnosi e cure?«Purtroppo c’è il più totale immobilismo da parte delle istituzioni, quelle stesse che ci hanno chiesto di vaccinarci ora ci hanno abbandonato. E alla luce dei documenti che state pubblicando e che sta mostrando Fuori dal Coro, mi chiedo come sia possibile che nulla si muova. È tutto fermo, stanno tutti zitti. Sembra che quello che è accaduto debba essere nascosto, come hanno voluto nascondere anche la nostra esistenza». C’è molta indignazione nelle sue parole.«Tutto è stato coperto da un terribile silenzio, a partire dai dati degli effetti avversi. Se l’obiettivo è la tutela della salute pubblica, perché celare informazioni importanti? Ed è sconvolgente rendersi conto di quanta superficialità ci sia stata nelle valutazioni. Penso ad esempio alla farmacovigilanza: se i dati sono stati nascosti per tutelare le persone ed evitare il panico, e non per paura che qualcosa venisse alla luce, allora perché si è solo fatta un’analisi passiva?».Con la sorveglianza attiva le cose sarebbero andate diversamente?«Senza dubbio. Perché approfondendo i casi, seguendo le persone danneggiate, ci sarebbe stata almeno una speranza di poter guarire. Invece così siamo lasciati nell’oblio, e non è giusto. Non ci sono giustificazioni per non aver avviato programmi di sorveglianza attiva quando già sapevano che gli effetti avversi si stavano verificando e potevano essere gravi. Stesso discorso vale per le analisi preventive».Intende prima di sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid?«Se prima di invitare la gente a vaccinarsi, avessero evidenziato determinate patologie come rischiose e avessero suggerito degli esami preventivi, non si sarebbero potuti evitare dei danni? Le parlo del mio caso: io sono stata vaccinata con AstraZeneca e da due anni brucio. Il mio male non dorme mai, non mi lascia tregua. Recentemente ho scoperto che ho delle mutazioni genetiche che potrebbero aver causato questa reazione avversa, se avessi fatto prima delle analisi mirate avrei potuto evitare il danno».Secondo lei quindi molti danni potevano essere evitati?«Io penso che un comportamento corretto e davvero interessato a preservare la salute di tutti, sarebbe stato chiedere degli esami preventivi, ad esempio nel questionario che facevano compilare. E poi, se qualcuno segnalava dei danni, monitorare in maniera attiva il caso. Studiarlo anche per migliorare la sicurezza del vaccino stesso. Invece niente di tutto questo è mai stato fatto. Qualcuno dovrà rispondere di queste mancanze per rispetto ai danneggiati e per rispetto a chi è morto, perché non dobbiamo dimenticare che c’è anche chi ha perso la vita per il vaccino».Sta pensando a qualcuno in particolare?«Purtroppo sì. Da pochi giorni la nostra Jolanda è volata in cielo. Era una persona felice e solare prima di fare quella puntura. Si è ammalata di Sla poco dopo, l’ha aggredita ad una velocità fulminante. È stato un declino molto rapido. E non è l’unico caso. Eppure nessuna istituzione si fa carico di studiare che rapporto c’è tra il vaccino e la Sla, come mai? Lei è morta prima di avere delle risposte, io sono qui proprio per averle, anche per lei e per tutti i danneggiati».Che progetti avete?«Adesso l’obiettivo è chiedere una audizione in Commissione Sanità perché devono darci delle risposte, soprattutto alla luce di tutto quello che sta emergendo. È arrivato il momento di rompere quel muro di silenzio e omertà, le istituzioni non possono più far finta di non vedere che qualcosa è accaduto, ed è anche grave. Purtroppo siamo tanti e con la correlazione certificata da medici, scritta nero su bianco. E continuiamo ad aumentare, non possono e non devono più ignorarci». Federica Angelini <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ora-i-danneggiati-dal-vaccino-fanno-causa-a-aifa-e-speranza-2659862945.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lintervista-jenny-lopresti-comitato-guariti-in-chi-si-era-infettato-piu-eventi-avversi-ma-laifa-ha-taciuto" data-post-id="2659862945" data-published-at="1681631618" data-use-pagination="False"> L’intervista Jenny Lopresti (comitato guariti). «In chi si era infettato più eventi avversi, ma l’Aifa ha taciuto» «In questi anni non abbiamo mai avuto risposte dalle Istituzioni e da quello che sta emergendo le risposte le stiamo capendo da soli». Ci accoglie nel suo studio a Treviso, l’avvocato Jenny Lopresti, referente del Coordinamento Comitati dei guariti che da quasi due anni si sta battendo in prima linea per la sospensione della campagna vaccinale per chi ha già superato il Covid. Avvocato, a quali risposte vi riferite? «I documenti pubblicati da Fuori dal Coro e da La Verità finalmente ci fanno capire il perché in questi anni di pandemia siamo stati ignorati da Aifa e dal Ministero della Salute. Li abbiamo diffidati più volte a proseguire la campagna vaccinale per i guariti. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta, pensavamo che il silenzio fosse dovuto al fatto che non sapevano cosa dirci, ma non era così». Non hanno risposto volutamente? «È proprio questo il punto. Da quanto è emerso è evidente che quando noi abbiamo posto le domande sull’opportunità di vaccinare i guariti, l’Aifa già sapeva che poteva essere pericoloso, ma non ci hanno mai risposto e lo hanno fatto in maniera consapevole. Alla luce di tutto questo i nostri atti diventano delle prove, testimonianze evidenti che hanno volutamente ignorato il tema dei guariti. È per questo che adesso speriamo che le nostre diffide entrino in un fascicolo di indagine civile, penale o di una commissione di inchiesta». Quindi secondo lei i guariti sono la prova che alcune verità sono state volutamente messe a tacere? «Sono la pistola fumante della narrazione distorta di questa campagna vaccinale. Perché se tutto ciò che non riguarda i guariti si può giustificare con la necessità di salvare le persone, per chi ha già superato la malattia questa motivazione non sta in piedi. Anzi, la tutela della salute si sgretola alla luce di oltre 1.200 studi in cui si dimostra che non ha alcun senso vaccinare i guariti e può essere persino pericoloso». Perché aumenta la probabilità di sviluppare effetti avversi? «Purtroppo sì, ma anche questo continua ad essere ignorato. Ci sono studi che dimostrano che un guarito ha il 60% di possibilità in più di sviluppare un danno da vaccino e il 50% in più di manifestare una miocardite grave. Allora noi ci chiediamo, come è possibile che tutto questo sia stato e continui ad essere ignorato?». Avete in mente di intraprendere altre azioni legali? «Noi vogliamo giustizia, per questo stiamo preparando una nuova azione legale sulla base delle rivelazioni su Aifa. La battaglia può essere lunga, ma non ci fermeremo mai». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ora-i-danneggiati-dal-vaccino-fanno-causa-a-aifa-e-speranza-2659862945.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="dario-giacomini-sanitari-sospesi-lordine-dei-medici-ha-fatto-solo-politica-adesso-risarciteci" data-post-id="2659862945" data-published-at="1681631896" data-use-pagination="False"> Dario Giacomini (sanitari sospesi) «L’ordine dei medici ha fatto solo politica. Adesso risarciteci» Il dottor Dario Giacomini fondatore dell’associazione ContiamoCi! che riunisce i sanitari sospesi perché non vaccinati contro il Covid, chiede che nella futura commissione di inchiesta si prendano in considerazione anche le responsabilità degli organi tecnici, come Aifa, Cts e ordini professionali. Lo incontriamo a Vicenza, dove lavora. Dottore, come mai questa richiesta? «Perché in questi anni hanno taciuto delle informazioni fondamentali e così facendo hanno creato un danno di salute, di fiducia ed economico a chi è stato sospeso e danneggiato. Noi sanitari abbiamo sempre voluto sottolineare i dubbi che avevamo riguardo alla campagna vaccinale e agli elementi che c’erano per avviarla. A causa di questo siamo stati denigrati, perseguitati, eppure dicevamo delle cose sotto gli occhi di tutti». A cosa si riferisce? «Nello stesso studio iniziale di Pfizer, che è sempre stato pubblico, la casa farmaceutica sottolineava che la sperimentazione non era finita e che erano state escluse determinate categorie come fragili, immunocompromessi e donne in gravidanza. Tutto questo è stato ignorato. Non sono stati fatti studi neanche sull’efficacia. Eppure su queste mancanze è calato il più assoluto silenzio delle istituzioni, ordini professionali compresi». E alla fine nessuno vi ha ascoltato. «Non sono state mai prese in considerazione tutte le segnalazioni fatte da studiosi, professori universitari, associazioni. La vaccinazione era intoccabile. Quando la poni in questi termini non è più una questione medica o scientifica, e io credo che è sempre e solo stata una questione politica». Le decisioni prese in campagna vaccinale erano più basate sulla politica? «Basta guardare come si è comportato l’ordine dei medici: è stato un mero esecutore delle direttive politiche, senza neanche sollevare dei dubbi. Ha sospeso i sanitari, emesso provvedimenti disciplinari a chi sollevava delle perplessità sulla campagna vaccinale. Si è creato un clima di terrore. Io penso che tutte quelle figure a cavallo tra politica e medicina debbano rispondere di quello che è successo, dimettersi e restituire quello che è stato tolto, anche a livello economico». Gli stipendi non corrisposti per via delle sospensioni? «Certamente. Alla luce di quello che sta emergendo noi chiediamo che vengano riconosciuti gli stipendi non ricevuti, i contributi previdenziali e il fatturato non incassato per chi svolgeva la libera professione. Soldi dovuti perché alla base di tutta la gestione c’è stata un’enorme omissione che ha permesso di attuare tutte le politiche di discriminazione e la perdita del lavoro per quasi due anni».
Jose Mourinho (Getty Images)