2022-05-15
Open arms, sparite dal fascicolo le carte che danno ragione a Salvini
La difesa del leader del Carroccio attacca: «Non c’è più traccia delle accuse della Finanza all’Ong e del video che smentisce l’esistenza di un pericolo per giustificare l’intervento». E i cooperanti ripetono la loro versione.L’ultima udienza del cosiddetto processo Open arms, procedimento nel quale il leader della Lega, Matteo Salvini, è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti dall’imbarcazione spagnola nell’agosto 2019, avrebbe dovuto essere interlocutoria. Invece quella andata in scena venerdì potrebbe rappresentare uno dei punti di svolta dell’intero processo. Ma andiamo con ordine. A sparigliare metaforicamente le carte è intervenuta la testimonianza di Fabrizio Mancini, direttore del servizio immigrazione della Direzione centrale dell’immigrazione della polizia delle frontiere del ministero dell’Interno, il quale ha rivelato l’esistenza di un video che avrebbe filmato il primo intervento della Ong. Cosa sarebbe contenuto in questo filmato? E quale ruolo potrebbe avere nel prosieguo del procedimento? È il primo agosto 2019 quando la nave della Ong avvicinerebbe il barchino, in quel momento fuori pericolo e in acque Sar libiche. Questa la ricostruzione fatta da Mancini, chiamato a testimoniare dalla pubblica accusa, sostenuta dal sostituto Geri Ferrara. Inoltre il funzionario ha spiegato che le immagini del video sono state effettuate da un sommergibile della Marina italiana che si trovava nei pressi dell’intervento effettuato da Open arms. Ma c’è di più, dato che l’imbarcazione della Ong catalana avrebbe agito senza avvertire le autorità italiane, giustificando la sua operazione con la necessità di portare in salvo le persone. Dunque il video «fantasma» smentirebbe la tesi sostenuta dalla Ong spagnola. Al punto che l’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, ha annunciato: «Richiesta per acquisire anche questo video e le informative in cui sarebbero riportate le anomalie nel comportamento di Open arms. Come noto, secondo le Convenzioni internazionali si può procedere a un soccorso soltanto quando c’è un pericolo imminente. Ebbene, da questo video risulterebbe che il barchino sarebbe stato in perfetta galleggiabilità e che le condizioni meteo sarebbero state molto buone». La tensione processuale è arrivata alle stelle quando la difesa di Salvini ha sostenuto che il video sarebbe stato trasmesso «sia alla Procura di Roma che a tutte le Procure siciliane ma - incredibilmente - non è presente nel fascicolo del processo» palermitano. Ad alimentare la temperatura dell’aula bunker del carcere Ucciardone, bollente anche a causa di un momentaneo guasto al condizionatore, un altro passaggio processuale messo in discussione dal collegio difensivo di Salvini. Tra le carte mai arrivate nel fascicolo c’è anche la «comunicazione di notizia di reato redatta dalla Guardia di finanza in cui si ipotizzava il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in capo al comandante della Open arms e al capo missione (in quel momento Anabel Montes, ndr), come riferito dal capitano delle Fiamme gialle Edoardo Anedda all’udienza del 17 dicembre 2021». E ancora: «Nemmeno questo documento è nel fascicolo, nonostante contenesse informazioni rilevanti sull’attività della Ong». Per il collegio difensivo del segretario del Carroccio la misura è colma. Inoltre non bisogna dimenticare il botta e riposta tra il pm Ferrara e l’avvocato Bongiorno, quest’ultima si è lamentata del comportamento in aula del magistrato, affermando: «Non si possono usare questi toni aggressivi nei confronti di un testimone».In un altro passaggio della sua testimonianza, Mancini ha dichiarato: «Le Ong attraverso i loro sistemi aerei, avevano messo in piedi un sistema alternativo a quello ufficiale, a volte non dando neanche comunicazione all’autorità precostituita di essere portata a conoscenza dei salvataggi. Quindi si poteva ritenere che queste attività venivano fatte fuori dalle regole». Poco dopo ha precisato: «Credo che rientri nei compiti del ministro dell’Interno preoccuparsi dell’ordine e della sicurezza pubblica dello Stato che rappresenta. In quel periodo storico in cui avevamo di tutto, la preoccupazione era, al di là dei salvataggi, che all’interno di questa massa di persone si potesse andare a confondere qualche malintenzionato». Diametralmente opposta, ça va sans dire, la ricostruzione di quei giorni di agosto del 2019 fatta dall’ex capomissione di Open arms Montes. A suo dire un fattore decisivo fu il peggioramento delle condizioni climatiche. «Subito le condizioni dei naufraghi sono peggiorate. Le onde sono arrivate fin sul ponte della nave. Era impossibile evitare che l’acqua entrasse dentro». «Mentre eravamo alla fonda a Lampedusa», ha proseguito Montes, «una barca con su Richard Gere, Riccardo Gatti, Chef Rubio, Valerio Nicolosi e Oscar Camps ci ha portato cibo e acqua. Era stata affittata da Richard Gere. Dopo anche Astal, un’altra barca di Open Arms altre derrate». La motivazione del primo intervento? «Ci siamo diretti verso la Sar libica perché era noto che in quel periodo in quella zona ci fossero imbarcazioni che non ricevevano assistenza. C’erano stati naufragi, deportazioni. Per evitare perdite di vite umane, ci siamo diretti in quella zona, nel caso ci fosse necessità». Dal suo racconto emerge anche il nervosismo presente a bordo. In due occasioni, due diversi gruppi di persone si sono lanciate in acqua, episodi che sono diventati motivo di scontro. «Dopo che le abbiamo soccorse e riportate a bordo, c’è stata tensione. Alcuni pensavano che questi episodi rendessero tutto più complicato e difficile» ha concluso Montes.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco