L’opa di Hines su Aedes è un giallo. Tempo scaduto, ma dell’offerta non c’è traccia

L'Opa su Aedes
L’Opa è sparita e nessuno è in grado di dire dove sia finita. In Consob, prima di rispondere dicono che devono chiedere informazioni agli uffici. La società target aspetta notizie dal presidente. L’offerente fa sapere di non sapere. Un cerchio magico di informazioni mancanti che avvolge di luce molto opaca tutto l’affare.
L’operazione Aedes sta assumendo, infatti, aspetti surreali facendo diventare il gioco dell’Opa molto pericoloso per il mercato fra silenzi inspiegabili e dadi facilmente truccabili. Già l’iniziativa di Kkr su Tim aveva lasciato molti spazi grigi fra obblighi di trasparenza e le necessità di riservatezza tipiche di operazioni così delicate. Su Aedes sono stati superati tutti i limiti e le acrobazie del titolo fanno davvero sospettare colpi pesanti sparati con il sistema dell’insider trading. Probabilmente le ridotte dimensioni della società sembravano uno scudo sufficiente contro occhi indiscreti. A rendere il giallo ancora più cupo il fatto che sul sito dell’antica società immobiliare un tempo di proprietà dell’Accademia dei Lincei (da qui probabilmente il nome latino) sono spariti tutti i riferimenti all’operazione di cui stiamo per parlare. Il 5 aprile Aedes, confermando le indiscrezioni comparse su Verità & Affari, comunica che gli azionisti di maggioranza hanno ricevuto un’offerta d’acquisto da parte della multinazionale americana del mattone Hines (le cui attività in Italia sono guidate da Mario Abbadessa).
La proposta è indirizzata alla holding Augusto, cui fa capo il 52% del capitale di Aedes. L’esecuzione dell’accordo, viene specificato, comporterà l’Opa obbligatoria sulla totalità del flottante. Una conclusione inevitabile considerando che Augusto è in liquidazione e i suoi azionisti non hanno più intenzione di restare in partita. Troppi problemi, compresa la scomparsa di un consistente pacchetto di azioni (15%) finito nella spirale derivante dagli ultimi scandali vaticani. Gli azionisti di Augusto sono nomi blasonati come la Sator di Matteo Arpe (ex enfant prodige della finanza quando guidava Capitalia in contrapposizione a Cesare Geronzi), la famiglia Amenduni (acciaio) e l’amministratore delegato Giuseppe Roveda.
Già in autunno, vista la situazione, avevano incaricato Rothschild di trovare una soluzione per Aedes. Nel frattempo erano stati nominati i liquidatori di Augusto: Serenella Rossano, già presidente del consiglio d’amministrazione, Pietro Bianchi (già consigliere) e Andrea Dara, nominati rispettivamente da Arepo (Sator) e dalla famiglia Roveda).Nella comunicazione di aprile non vengono forniti dettagli sull’affare tranne l’indicazione della data del 30 aprile come scadenza entro la quale Hines dovrà sciogliere la riserva. Non viene fornita alcuna indicazione di prezzo lasciando intendere che non sarà particolarmente alto, magari per lasciare il titolo ancora quotato. Dopo queste comunicazioni il titolo è andato sull’altalena: il giorno dell’annuncio dell’Opa guadagna il 5,17% raggiungendo la vetta di 0,316. In quel momento il rialzo dall’inizio dell’anno tocca il top a +85%. Poi la quotazione comincia ad andare avanti e indietro in una girandola mozzafiato. Tutto dovrebbe finire venerdì 30 aprile con l’annuncio ufficiale. L’affare va avanti oppure è naufragato. Il week end passa nel silenzio,L’appuntamento sembra rinviato alla giornata di ieri prima dell’apertura dei mercati. Invece silenzio assoluto tranne le risposte molto evasive dei protagonisti. Nel frattempo il titolo comincia a muoversi sul pendolo. Alla fine chiude a 0,29 euro con un calo del 4,3%. Nel frattempo nessuna notizia,
Semplificare per governare meglio. È questo il messaggio emerso dalla XV Assemblea nazionale dei Comuni Asmel, svoltasi oggi a Napoli con il titolo “A – Intelligenza Amministrativa. Norme chiare, pratiche semplici. Un appuntamento dedicato al tema della semplificazione normativa e alla necessità di restituire efficienza e fiducia al sistema amministrativo, in un momento cruciale segnato dalla chiusura del ciclo PNRR e dall’impatto crescente dell’intelligenza artificiale.
La mattinata si è aperta con la relazione del sindaco e statistico Geremia Gios, che ha presentato una ricerca sull’eccesso di formalizzazione negli atti comunali. Un esempio emblematico: una delibera per un contributo ad un’associazione che nel 1910 occupava appena 171 caratteri, oggi supera i 7.800. In poco più di un secolo, gli atti sono diventati 45 volte più lunghi, trasformando la burocrazia in un ostacolo sempre più pesante per i Comuni. «Sarebbe necessario semplificare – ha osservato Gios – ma i tentativi in tale direzione negli ultimi cinquant’anni hanno portato a ulteriori complicazioni. Oggi, per accelerare, dobbiamo invocare l’eccezionalità».
Un sistema iperformalizzato, ha sottolineato, che frena la politica locale e allunga i tempi delle decisioni, con il rischio di interventi che arrivano troppo tardi rispetto ai bisogni dei cittadini.
Accanto a questa analisi critica, l’Assemblea ha offerto anche un segnale concreto di cambiamento: la dimostrazione operativa dell’interscambio automatico di dati tra Comuni e Istat attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). Si tratta di un risultato tangibile del lavoro congiunto tra ASMEL e ISTAT, che consente di eliminare gli oneri informativi a carico dei Comuni. Un passo in avanti verso la semplificazione reale, dopo oltre vent’anni di mancata attuazione dell’obbligo di interoperabilità previsto dal Testo Unico degli Enti Locali. Un paradosso che, finora, aveva portato i sindaci a essere sanzionati per inadempienze non imputabili a loro.
Alla tavola rotonda hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore della Repubblica Raffaele Cantone, il consigliere di Stato Dario Simeoli, il professore Ferdinando Pinto, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il segretario generale Asmel Francesco Pinto, che ha concluso i lavori sottolineando: «Oggi dimostriamo che la semplificazione non nasce da slogan, ma dai fatti. La prima interoperabilità automatica tra Comuni e Istat è un traguardo storico ottenuto grazie alla determinazione dei sindaci. È la prova che quando le istituzioni collaborano, i problemi si risolvono e il Paese si muove».
La XV Assemblea conferma così il ruolo centrale di ASMEL nel panorama delle autonomie locali. Con 4.708 enti soci, l’associazione è oggi la seconda realtà aggregativa dei Comuni italiani, impegnata nella difesa dell’autonomia locale, nella riduzione degli adempimenti e nella piena attuazione del principio di sussidiarietà.













