2022-05-03
L’opa di Hines su Aedes è un giallo. Tempo scaduto, ma dell’offerta non c’è traccia
L'Opa su Aedes
L’Opa è sparita e nessuno è in grado di dire dove sia finita. In Consob, prima di rispondere dicono che devono chiedere informazioni agli uffici. La società target aspetta notizie dal presidente. L’offerente fa sapere di non sapere. Un cerchio magico di informazioni mancanti che avvolge di luce molto opaca tutto l’affare.
L’operazione Aedes sta assumendo, infatti, aspetti surreali facendo diventare il gioco dell’Opa molto pericoloso per il mercato fra silenzi inspiegabili e dadi facilmente truccabili. Già l’iniziativa di Kkr su Tim aveva lasciato molti spazi grigi fra obblighi di trasparenza e le necessità di riservatezza tipiche di operazioni così delicate. Su Aedes sono stati superati tutti i limiti e le acrobazie del titolo fanno davvero sospettare colpi pesanti sparati con il sistema dell’insider trading. Probabilmente le ridotte dimensioni della società sembravano uno scudo sufficiente contro occhi indiscreti. A rendere il giallo ancora più cupo il fatto che sul sito dell’antica società immobiliare un tempo di proprietà dell’Accademia dei Lincei (da qui probabilmente il nome latino) sono spariti tutti i riferimenti all’operazione di cui stiamo per parlare. Il 5 aprile Aedes, confermando le indiscrezioni comparse su Verità & Affari, comunica che gli azionisti di maggioranza hanno ricevuto un’offerta d’acquisto da parte della multinazionale americana del mattone Hines (le cui attività in Italia sono guidate da Mario Abbadessa).
La proposta è indirizzata alla holding Augusto, cui fa capo il 52% del capitale di Aedes. L’esecuzione dell’accordo, viene specificato, comporterà l’Opa obbligatoria sulla totalità del flottante. Una conclusione inevitabile considerando che Augusto è in liquidazione e i suoi azionisti non hanno più intenzione di restare in partita. Troppi problemi, compresa la scomparsa di un consistente pacchetto di azioni (15%) finito nella spirale derivante dagli ultimi scandali vaticani. Gli azionisti di Augusto sono nomi blasonati come la Sator di Matteo Arpe (ex enfant prodige della finanza quando guidava Capitalia in contrapposizione a Cesare Geronzi), la famiglia Amenduni (acciaio) e l’amministratore delegato Giuseppe Roveda.
Già in autunno, vista la situazione, avevano incaricato Rothschild di trovare una soluzione per Aedes. Nel frattempo erano stati nominati i liquidatori di Augusto: Serenella Rossano, già presidente del consiglio d’amministrazione, Pietro Bianchi (già consigliere) e Andrea Dara, nominati rispettivamente da Arepo (Sator) e dalla famiglia Roveda).Nella comunicazione di aprile non vengono forniti dettagli sull’affare tranne l’indicazione della data del 30 aprile come scadenza entro la quale Hines dovrà sciogliere la riserva. Non viene fornita alcuna indicazione di prezzo lasciando intendere che non sarà particolarmente alto, magari per lasciare il titolo ancora quotato. Dopo queste comunicazioni il titolo è andato sull’altalena: il giorno dell’annuncio dell’Opa guadagna il 5,17% raggiungendo la vetta di 0,316. In quel momento il rialzo dall’inizio dell’anno tocca il top a +85%. Poi la quotazione comincia ad andare avanti e indietro in una girandola mozzafiato. Tutto dovrebbe finire venerdì 30 aprile con l’annuncio ufficiale. L’affare va avanti oppure è naufragato. Il week end passa nel silenzio,L’appuntamento sembra rinviato alla giornata di ieri prima dell’apertura dei mercati. Invece silenzio assoluto tranne le risposte molto evasive dei protagonisti. Nel frattempo il titolo comincia a muoversi sul pendolo. Alla fine chiude a 0,29 euro con un calo del 4,3%. Nel frattempo nessuna notizia,
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Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande. Parto da questa citazione di Adriano Olivetti perché è stato forse il primo, più grande, rivoluzionario d’impresa italiano. In questo podcast abbiamo provato a disegnare i ritratti di altri uomini e donne, viventi e non, che hanno lasciato il segno sulle pagine delle storia economica di questo Paese. Alcuni esprimendo un potere di lunga durata, altri portando la direzione di un intero settore produttivo verso la modernità. Quasi tutti hanno avuto grandi maestri ma pochissimi allievi. Una generazione senza eredi, solisti spesso irripetibili. Hanno vissuto da dentro il succedersi dei principali fatti dell’industria e lo sviluppo delle tecnologie più avanzate che hanno caratterizzato la vita economica e sociale dell’Italia. Hanno gestito i successi e i grandi passi avanti compiuti ma hanno anche conosciuto le conseguenze della nostra debolezza strutturale in aree strategiche. Ritratti racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere sé stessi prima degli altri, di giocarsi la scena per un’idea, di preoccuparsi del dopo e non del prima. Imprenditori, manager, banchieri. Italiani e italiane che, impiegando capitali propri o gestendo capitali pubblici, con metodi, risultati e principi diversi, hanno costruito nei quasi 80 anni della Repubblica un sistema industriale, che pur tra alti e bassi ha collocato l’Italia tra i dieci Paesi più ricchi del mondo. Perché se l’economia è il motore della storia, l’uomo è il motore di entrambe.
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