- Sberla della Casa Bianca a Ursula von der Leyen. Abbiamo meno di 20 giorni per evitare il peggio. Sale il pressing per la diplomazia bilaterale: Bruxelles non riesce a trattare.
- Giorgia Meloni cerca di sventare la guerra commerciale mentre l’Ue studia «contromisure». Tentazione diplomazia bilaterale.
Sberla della Casa Bianca a Ursula von der Leyen. Abbiamo meno di 20 giorni per evitare il peggio. Sale il pressing per la diplomazia bilaterale: Bruxelles non riesce a trattare.Giorgia Meloni cerca di sventare la guerra commerciale mentre l’Ue studia «contromisure». Tentazione diplomazia bilaterale.Lo speciale contiene due articoliDonald Trump ha pubblicato su Truth una lettera destinata all’Unione europea in cui annuncia l’introduzione di dazi del 30% a partire dal 1° agosto. Il messaggio include anche un chiaro avvertimento: in caso di ritorsioni, le tariffe potrebbero raddoppiare. Nel testo, indirizzato al presidente della Commissione Ursula von der Leyen, Trump motiva la decisione con l’attuale squilibrio nella bilancia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. L’entità dei dazi ha suscitato sorpresa tra le istituzioni europee, che si aspettavano misure più moderate, specie dopo che Trump aveva recentemente riconosciuto un atteggiamento più collaborativo da parte di Bruxelles nei confronti di Washington.Nonostante il tono duro, nella lettera emerge una possibilità di dialogo: «Se desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli Stati Uniti ed eliminare le vostre politiche tariffarie e non tariffarie e le barriere commerciali, potremmo valutare una modifica a questa lettera. Queste tariffe potrebbero essere modificate, al rialzo o al ribasso, a seconda del nostro rapporto con il vostro Paese».La replica europea è arrivata per voce del presidente Ursula von der Leyen, che ha commentato: «Prendiamo atto della lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti Trump», sottolineando che «l’imposizione di dazi del 30% sulle esportazioni dell’Ue sconvolgerebbe le principali catene di approvvigionamento transatlantiche». Dopo l’annuncio Usa sull’imposizione all’Ue di dazi al 30% è stata convocata per oggi pomeriggio una riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 Stati Ue, il Coreper. A ogni modo, va detto che la Commissione europea non ha ricevuto con sorpresa la missiva di Trump. Un portavoce dell’esecutivo comunitario a cui è stato chiesto in particolare come Bruxelles avesse preso l’arrivo dalla lettera ha risposto di essere «stati informati in anticipo». La mossa della Casa Bianca arriva mentre si avvicina il vertice Cina-Ue, che si terrà a Pechino il 24 luglio e che avrà al centro anche il rilancio dei rapporti commerciali reciproci. Uno scenario che sarebbe fra i motivi che hanno spinto il tycoon ad accelerare e a decidere per tariffe più alte di quanto ipotizzato nei giorni scorsi.Secondo una stima della Coldiretti, i dazi del 30% annunciati da Donald Trump sulle importazioni europee potrebbero causare danni superiori a 2,3 miliardi di euro per le famiglie statunitensi e per l’agroalimentare italiano. Oltre all’aumento dei prezzi per i consumatori americani, le aziende italiane rischiano di subire contraccolpi a causa delle richieste di sconti da parte degli importatori e della contrazione della domanda. Le imprese italiane si troverebbero così con scorte invendute e la necessità di cercare nuovi mercati, mentre cresce il pericolo del falso made in Italy, con gli Stati Uniti già leader nella produzione di imitazioni alimentari, un fenomeno dal valore di circa 40 miliardi. L’introduzione dei dazi metterebbe inoltre a rischio l’obiettivo di superare i 9 miliardi di euro di esportazioni di cibo italiano negli Usa nel 2025, dopo il record di 7,8 miliardi raggiunto l’anno precedente. A rendere la situazione più critica, il fatto che i nuovi dazi si sommerebbero a quelli già in vigore, con effetti particolarmente gravi su prodotti simbolo del made in Italy: si stima che le tariffe totali possano arrivare al 45% per i formaggi, 35% per i vini, 42% per il pomodoro trasformato, 36% per la pasta farcita e 42% per le confetture. Nella morsa dei dazi voluti dagli Stati Uniti ieri è finito anche il Messico. Con una mossa analoga a quella subita da Bruxelles, ieri Trump ha invitato una lettera anche a Claudia Sheinbaum, in cui accusa il Paese di essere una delle cause della diffusione del fentanyl negli Stati Uniti. Per questo motivo, Trump ha annunciato nuovi dazi al 30% a partire dal 1° agosto. Il «Messico mi ha aiuato a rendere sicure le frontiere ma quello che ha fatto non è abbastanza», ha detto il presidente.Va ricordato che Ue e Messico sono solo gli ultimi Paesi in ordine di tempo ad aver ricevuto la lettera di Trump. Il numero uno della Casa Bianca ha annunciato nuovi dazi doganali per Myanmar e Laos, che subiranno il massimo con tariffe del 40%, seguiti da Thailandia e Cambogia (36%), Serbia e Bangladesh (35%) e Indonesia (32%). Altri Paesi, tra cui Libia, Iraq, Algeria, Sri Lanka, Bosnia ed Erzegovina e Sudafrica pagheranno dazi del 30%. Moldavia, Brunei, Tunisia, Kazakistan, Malesia, Corea del Sud e Giappone avranno tariffe del 25%, mentre le Filippine del 20%. Trump ha inoltre minacciato il Canada con dazi al 35% per presunte ritorsioni e responsabilità nella crisi del fentanyl. Al Brasile ha promesso dazi del 50% se non sarà interrotto il processo contro Jair Bolsonaro; in risposta, Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato contromisure simmetriche. Infine, tutti i Paesi allineati ai Brics subiranno una tassa aggiuntiva del 10%. Tuttavia, le tariffe potrebbero essere rimosse se le aziende di quei Paesi decideranno di delocalizzare negli Stati Uniti.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dazi-trump-ue-30-percento-2673147806.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="negoziamo-ancora-palazzo-chigi-prudente-ursula-va-allattacco" data-post-id="2673147806" data-published-at="1752391107" data-use-pagination="False"> «Negoziamo ancora». Palazzo Chigi prudente. Ursula va all’attacco Calma e gesso. Questo il senso della reazione di Palazzo Chigi alla lettera di Donald Trump che annuncia dazi del 30% verso l’Ue. Il governo, infatti, intende «seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra Unione europea e Stati Uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della Commissione europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni». Tanto che è attesa per oggi pomeriggio una riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 Paesi Ue. L’esecutivo inoltre confida «nella buona volontà di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’Occidente nel suo complesso, atteso che - particolarmente nello scenario attuale - non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Ora è fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero più complesso il raggiungimento di un’intesa».Reazione più severa quella del presidente della Commissione Ursula von der Leyen: «Poche economie al mondo eguagliano il livello di apertura e di rispetto delle pratiche commerciali eque dell’Unione europea. L’Ue ha costantemente dato priorità a una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, a dimostrazione del nostro impegno per il dialogo, la stabilità e un partenariato transatlantico costruttivo. Rimaniamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il 1° agosto». Poi però aggiunge: «Allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell’Ue, inclusa l’adozione di contromisure proporzionate, se necessario. Nel frattempo, continuiamo ad approfondire le nostre partnership globali, saldamente ancorate ai principi del commercio internazionale basato su regole».Ancora più tranchant il presidente francese Emmanuel Macron che esprime «forte disapprovazione» invitando l’Ue a «difendere con risolutezza gli interessi europei». Secondo il capo dell’Eliseo la Commissione europea deve «accelerare la preparazione di contromisure credibili, mobilitando tutti gli strumenti a sua disposizione, compreso il meccanismo anticoercizione, se non si raggiungerà un accordo entro il 1° agosto».Per la Lega, invece, «le relazioni commerciali tra Usa e Italia sono ottime e lo scontro appare dunque insensato. Trump non ha motivi per prendersela col nostro Paese, ma ancora una volta paghiamo il prezzo di un’Europa a trazione tedesca. Anziché minacciare ritorsioni che Oltreoceano potrebbero solo far sorridere, la tedesca Von der Leyen azzeri l’eccesso di burocrazia Ue che è il vero dazio che pagano le nostre imprese come dimostrano i danni dell’ideologia Green deal».La bagarre torna comoda al segretario del Pd, Elly Schlein, che attacca: «Ci aspettiamo una presa di posizione netta e forte, che fin qui non c’è stata, da parte del governo e di Giorgia Meloni. Perché non è che per le loro amicizie politiche possono danneggiare l’interesse nazionale e l’interesse europeo» accusa aggiungendo: «Esprimo l’auspicio che da qui al 1° agosto ci sia il tempo per negoziare ed evitare una guerra commerciale che avrebbe conseguenze atroci sull’economia italiana, europea e americana. Dobbiamo far sentire la nostra voce contro questa follia autarchica».Il M5s attacca: «Fallimento totale della strategia di Meloni e Von der Leyen. Pensavano che scodinzolando davanti al presidente degli Stati Uniti avrebbero ottenuto dazi zero e invece è arrivata una mazzata per le imprese». «Ora serve mantenere tutti la calma e avere i nervi saldi. Non possiamo compromettere i nostri mercati finanziari. È ovvio che la lettera arrivata dagli Stati Uniti è una sgradevole volontà di trattare», il commento del presidente di Confindustria Emanuele Orsini.Per il ministro dell’Economia tedesco Katherina Reiche, «l’Ue deve ora, nel tempo che rimane, negoziare in modo pragmatico una soluzione con gli Stati Uniti», ha detto, perché «un risultato pragmatico di questi negoziati deve essere raggiunto rapidamente».Per Carlo Fidanza capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: «fatti salvi standard sanitari e di qualità a cui non possiamo rinunciare, occorre lavorare ancora più a fondo per rimuovere quelle barriere non tariffarie fatte di iper regolamentazione e burocrazia asfissiante a cui possiamo e dobbiamo rinunciare, non solo e non tanto perché ce lo chiedono gli americani, ma perché ce lo chiedono le imprese europee».Una strada che tenta sempre di più potrebbe essere quella delle trattative bilaterali, seppur difficili da intraprendere motu proprio vista la competenza esclusiva di Bruxelles sulla materia. Questa però potrebbe risultare l’unica via percorribile ma soprattutto efficace per portare a casa la pelle. L’idea sarebbe quella di sfruttare il buon rapporto costruito dalla Meloni con Trump e incanalarlo verso condizioni migliori nei confronti dell’Italia.
Enrico Bracalente (Ansa)
Il fondatore di NeroGiardini Enrico Bracalente: «I tratti vincenti di queste calzature sono lo stile italiano e la comodità. Crediamo che una scarpa debba essere così confortevole da dimenticare di averla ai piedi. La svolta? Investire in pubblicità: un grande brand deve essere noto».
Eugenia Roccella (Getty Images)
I ministri Roccella e Nordio puntano i fari sulle strutture per i minori, una rete di cooperative che fa girare quasi 1 miliardo all’anno per ricollocare i piccini sottratti alle famiglie. Il primo obiettivo è verificare quanti di questi provvedimenti siano sensati.
Carlotta Vagnoli (Getty Images)
Per oltre 23 mesi, Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene (candidata anche con Santoro) avrebbero perseguitato un uomo colpevole di avere una relazione parallela: «Lo dobbiamo mutilare».






