2019-11-17
Oggi nuovo picco a 160 centimetri. Per 1 anno niente rate dei mutui
In arrivo 20 milioni. Il sindaco Luigi Brugnaro nominato commissario. Sospese le messe.Sono finalmente arrivate le prime firme ai provvedimenti per soccorrere i veneziani sommersi dall'acqua alta. Due misure erano già state annunciate nei giorni scorsi, cioè la nomina del sindaco Luigi Brugnaro come commissario straordinario e la concessione di 20 milioni di euro per un aiuto immediato ai privati (5.000 euro) e alle attività commerciali (20.000). A questo si aggiunge la sospensione delle rate dei mutui per un anno. L'ordinanza è siglata dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Ieri è stata una giornata di calma relativa. Nella notte tra venerdì e sabato la marea ha toccato una punta di 115 centimetri sul medio mare, fenomeno considerato «molto sostenuto» (codice arancione) ma non eccezionale come i picchi degli ultimi giorni. L'allagamento in questo caso interessa soprattutto le aree più basse della città, come San Marco. Verso mezzogiorno l'acqua ha toccato i 120 centimetri alla punta della Salute.I guai invece ritorneranno oggi, quando il maltempo in Veneto si sposterà di nuovo dalle aree settentrionali verso l'Adriatico. Il Centro maree del Comune di Venezia prevede per le 12.30 un picco di 160 centimetri: sarebbe il secondo livello di questa settimana, tra il vertice di martedì (187 centimetri) e la punta di venerdì (154). La previsione è aggravata dal fatto che i modelli di calcolo prefigurano per la laguna 12 ore di marea superiore al metro. Il massimo di 160 dovrebbe essere preceduto da una piena di 130 centimetri alle 3.05 e da un minimo (si fa per dire) di 110 centimetri alle 6.50.Il sindaco Brugnaro ha ripetuto la sua stima apocalittica dei danni, che sfiora il miliardo di euro. Una ventina di milioni serviranno soltanto per riparare i vaporetti, sbattuti contro le rive dalla furia del vento di bora che in questi giorni ha superato i 120 chilometri orari. Cinque natanti dell'Actv sono inutilizzabili (costano 1 milione l'uno) o sono colati a picco in laguna, mentre sei approdi sono semidistrutti e per ripristinarli servono dai quattro ai sei mesi, secondo il direttore dell'Azienda trasporti Giovanni Seno.Case, negozi, edifici storici, beni monumentali: la conta dei danni sarà lunga. Un capitolo particolarmente complesso è quello delle chiese. Si è molto parlato di San Marco e della sua cripta invasa dalle acque, ma poco di basiliche più piccole come Torcello e Murano, con i loro marmi antichi infiltrati dall'acqua salata che lascia incrostazioni destinate a spaccare la pietra, e i pavimenti a mosaico che rischiano di scomparire. A Venezia, secondo la soprintendente Emanuela Carpani, «almeno 60-70 chiese su un totale di 120 sono andate sott'acqua». Vanno aggiunti i danni ai musei pubblici, dalle Gallerie dell'Accademia alla Ca' d'Oro, da Palazzo Ducale alle Prigioni. Soltanto per gli interventi immediati la soprintendenza stima una spesa di 70.000 euro per ogni edificio sacro danneggiato.La ripresa della normalità è ancora lontana. I negozi sono vuoti, mancano gli approvvigionamenti per gli abitanti del centro storico. Nelle chiese oggi non saranno celebrate messe tra le 10 e le 18. Non si sa ancora se domani riapriranno scuole e uffici. Ieri un gesto di solidarietà è venuto da una rappresentanza della nazionale di calcio: calzando gli stivaloni invece che gli scarpini chiodati, sono giunti in piazza San Marco il portiere Gianluigi Donnarumma, il capodelegazione Gianluca Vialli e il presidente della Federazione gioco calcio, Gabriele Gravina. «Venezia supererà anche questa. Come un atleta che subisce un grave infortunio e poi si rialza», ha detto Vialli da ex calciatore. Sopralluogo anche del presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Polemica dal verde Gianfranco Bettin, il quale ha ricordato che la Serenissima puliva sempre i canali mentre ora la manutenzione è ferma da 50 anni. Forse si è scordato che lui è stato consigliere di maggioranza e prosindaco e qualcosa poteva anche fare.
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