2023-12-04
Odiano i sovranisti, ma adorano i sovrani
Corteo indetto in risposta all'evento organizzato dalla Lega a Firenze (Ansa)
Grande scandalo perché leader politici regolarmente eletti si radunano in Italia. Ma nessuno eccepisce se i capi di Stato vanno alla Cop 28 a prendere ordini da Bill Gates.Brivido, terrore e raccapriccio: i sovranisti europei si sono riuniti a Firenze, e a leggere certe cronache sembra che al temibile raduno di satanassi mancassero soltanto Cattivik, Diabolik e Pietro Gambadilegno (che però qualcuno giura di avere avvistato tra la folla). Per giorni, illustri colleghi della stampa progressista sono andati in fibrillazione. Non potevano credere che i maggiori super cattivi del vecchio continente si dessero appuntamento nello stesso luogo, nemmeno un festival della Spectre avrebbe suscitato tanta emozione. Le varie incarnazioni del Male - chi in presenza chi via messaggio come Marine Le Pen - si sono manifestate per elencare tutto ciò che causa l’orticaria al lettore medio di Repubblica. E di certo non stupiscono i toni tra l’allarmato e il derisorio utilizzati da una larga fetta della stampa italiana e pure da esponenti del Partito democratico, in primis il sindaco di Firenze Dario Nardella. Tuttavia, ciò la dice piuttosto lunga sulla condizione della nostra stampa e sulla lungimiranza dei nostri politici e di una fettina dell’opinione pubblica.Le presunte «forze democratiche» si sono ringalluzzite e esaltate per la riunione destrorsa, ne hanno parlato come se si trattasse di un attentato alla democrazia. Eppure tutti i militanti e i leader presenti in Toscana - condivisibili o meno che siano le loro posizioni - erano rappresentanti di movimenti o partiti che nei rispettivi Stati partecipano regolarmente alle elezioni, e talvolta le vincono pure. Non vi erano, tra i convenuti, pericolosi estremisti o sovversivi extraparlamentari. Anzi, a ben vedere la grandissima parte dei politici presenti è saldamente collocata entro i rigidi limiti del mainstream. Certo, alcuni relatori si sono lasciati andare a dichiarazioni ruvide, ad esempio il bulgaro Kostadin Kostadinov, che ha evocato la sostituzione etnica spiegando che «gli europei saranno rimpiazzati da africani e asiatici». Ma anche a un più attento esame non era poi così facile rintracciare elementi che si distaccassero radicalmente dal presentabilissimo filoatlantismo. Insomma, tanto rumore per una più che legittima riunione politica organizzata da movimenti democratici che nulla hanno di eversivo, anzi. Mentre sulla convention sovranista sono stati versati fiumi di angosciato inchiostro, molte meno preoccupazioni sono state espresse dai nostri sinceri democratici e dai bravi colleghi sinistrorsi riguardo a un altro meeting di assoluto rilievo, cioè la Cop 28 di Dubai. Un evento che più ufficiale non si potrebbe, come no, ma che forse dovrebbe suscitare qualche pensiero in più a chi abbia a cuore la tenuta democratica dell’Europa.Facciamola semplice: stupisce che ci si indigni ogni volta per il presunto «fascismo di ritorno» in occasione delle iniziative di destra, ma che si trovino del tutto normali questi incontri internazionali a cui i leader politici sembrano partecipare per ricevere ordini e direttive su come condurre le proprie nazioni. Alla Cop 28, tanto per dire, è intervenuto l’ottimo Bill Gates, il quale si è premurato di ribadire la necessità di arrivare al più presto a «emissioni zero». A suo dire, «filantropi, governi e aziende devono ora fare grandi scommesse che aiuteranno le innovazioni cruciali a essere sviluppate e implementate il più rapidamente possibile». Ora, il vecchio Bill ha di sicuro il diritto di pensarla come vuole. Ma non si capisce bene a che titolo egli venga invitato a dare lezioni ai capi di Stato. È forse stato eletto da qualcuno? Ha forse contribuito al benessere della umanità rinunciando al proprio interesse? Non ci risulta. Eppure continua a pontificare su pandemie, riscaldamento globale, diritti, tutto e il suo contrario. E i giornali lo celebrano, i politici gli battono le mani. Le sue parole e i suoi soldi contribuiscono a indirizzare l’azione dei governi, ma nessuno sembra farsene un problema se non qualche povero cristo subito accusato di complottismo. Tutti a stracciarsi le vesti se un politico partecipa a una riunione di conservatori, sovranisti e destrorsi. Ma se lo stesso politico va a Davos, alla Cop 28 o in qualsiasi altro consesso di feudatari neoliberisti a prendere ordini è tutto a posto. È il bello della sinistra europea: odia i sovranisti ma adora i sovrani.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)