2019-10-22
«Obbligo della pec per gli automobilisti». Il Cnel era inutile ora è pure pericoloso
L'ente che nessuno è mai riuscito ad abrogare lancia modifiche al Codice della strada che puniscono vetture, biciclette e trattori.Ve lo ricordate il Cnel che Matteo Renzi voleva abolire? Quell'ente inutile fatto di poltrone lottizzate che costa allo Stato 8,69 milioni di euro annui e non si sa bene che cosa faccia ma dovrebbe occuparsi di economia e lavoro? È ancora vivo e lotta insieme a noi, le sue spese non moriranno mai. Ogni forza politica prima o poi ne ha annunciato l'abolizione anche se la kermesse dei proclami è iniziata nel 1977 col primo governo Andreotti. Un ente così lottizzato che cita sulla propria home page sul Web i vicepresidenti «Elio Catania (Confindustria)», «Gianna Fracassi (Cgil)» riportando l'organizzazione di provenienza.Forse per vendetta oggi il Cnel è tornato sulla scena più forte di prima partorendo un disegno di legge di riforma del Codice della strada. Perché il Cnel si occupi di Codice della strada è un mistero ma il provvedimento farà di certo rabbrividire molti italiani. L'attuale presidente, il giuslavorista ed ex ministro Tiziano Treu (nei governi Dini, Prodi e D'Alema), scelto dall'esecutivo Gentiloni, ha avuto il compito di rivitalizzarlo. Eppure Treu nel 2016 si schierò con decisione con la riforma costituzionale targata Renzi-Boschi che, tra le tante cose, prevedeva proprio l'abolizione del Cnel, organo di rilievo costituzionale. Ma dopo aver occupato il più alto scranno dell'ente (anche se a titolo gratuito) Treu ha cambiato idea sostenendo che «una eventuale abrogazione del Cnel» avrebbe «conseguenze negative sull'intero sistema istituzionale».La bozza di riforma porta il nome di «Correttivi al Codice della strada per una maggiore sicurezza stradale e nel lavoro agricolo» ed è stata licenziata il 25 settembre scorso. Prevede l'obbligo per i proprietari di veicoli, auto, moto, eccetera, di avere un indirizzo pec «che verrebbe iscritto nei registri della Motorizzazione insieme agli altri dati identificativi del proprietario del veicolo e dell'intestatario della carta di circolazione». Il tutto per ricevere le comunicazioni di violazioni commesse e le notifiche varie. La pec è quell'indirizzo di posta elettronica che permette di dare a un messaggio mail lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento, garantendo così la prova dell'invio e della consegna. Pensate agli anziani che non usano un pc ma hanno un auto o una moto o a coloro che non hanno un pc o uno smartphone. Se venisse approvata la legge inventata dal Cnel si dovranno rivolgere a un professionista, pagando, oppure non potranno avere né l'automobile né la moto. Altro aspetto controverso del ddl è l'obbligo per i ciclisti d'indossare il casco. Un vincolo che in sé serve a poco e sembra favorire solo le assicurazioni in caso di incidenti. Non è previsto in Paesi a più alto utilizzo delle due ruote come Danimarca, Olanda e nemmeno in Germania, Belgio, Finlandia, Norvegia. Una recente ricerca svedese ha dimostrato quanto siano superflui in caso di urti ad alta velocità perché non abbastanza resistenti. I caschi servirebbero di più ai pedoni e agli automobilisti, che secondo l'Istat sono vittime di incidenti alla testa 7 volte più dei ciclisti. Con il termine ciclisti si intende tutti coloro che salgono su una bici, compresi i bambini. Anche se in commissione Trasporti alla Camera l'obbligo è stato già inserito per i minori di 12 anni, quanti bambini lo faranno? E visto che un'abitudine non si cambia in un mese e in tanti continueranno a non indossarlo, quali effetti avrà l'obbligo per le assicurazioni in caso di incidenti con terzi? Quale assicurazione non ricorrerà al mancato utilizzo del casco per ridurre il risarcimento alle famiglie?Il ddl prevede anche di considerare come convogli «eccezionali» i veicoli agricoli di grandi dimensioni che abitualmente si muovono sulle strade. Passaggio che imporrebbe ogni qual volta vi sia uno spostamento una richiesta di autorizzazione ai Comuni. E lo spostamento potrebbe avvenire soltanto su alcune strade e dopo avere assolto una serie di pratiche burocratiche, costi aggiuntivi e scartoffie varie. Nel ddl è anche inserita l'istituzione proprio presso il Cnel - ma tu guarda il caso - di una Consulta nazionale della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile, con funzioni di consultazione per governo e Parlamento. Una copia di altre commissioni presenti al ministero dei Trasporti. E infine altre sanzioni, sempre più dure, in molti casi raddoppiate, nei casi di reati stradali. Inasprimento previsto anche per quello che è considerato il primo dramma delle strade italiane: i 2,8 milioni di veicoli che le Motorizzazioni stimano circolino senza assicurazione (1 mezzo su 14). Il fenomeno ha registrato un boom nel periodo della crisi economica. Le sanzioni non sono riuscite a fermarlo in alcun modo. Se non hai i soldi non paghi.Il Cnel, accusato sempre di non servire a nulla, in 62 anni di vita ha prodotto 26 disegni di legge, ma nessuno di questi è stato approvato in Parlamento. Riuscirà con l'ultima brillante proposta legislativa a infrangere il proprio record?