2023-06-16
Nordio tira dritto sulla linea garantista: via l’abuso d’ufficio e l’appello delle toghe
Il cdm vara il pacchetto di riforma. E il Guardasigilli attacca: «I pm non possono criticare le leggi». Controcanto del Colle.cdm iniziato poco prima delle 19, ma anche in mattinata dallo stesso Nordio ai microfoni di Sky esprimendo il «rammarico» che Berlusconi non possa «assistere al primo passo verso una riforma radicale in senso garantista». L’obiettivo è garantire, appunto, la presunzione di innocenza come tutela della libertà e dell’onore del cittadino prima del processo, nonché affrancare la politica dalle ipoteche delle indagini perché «persino dei governi sono caduti a seguito di inchieste rivelatesi poi infondate», ha detto Nordio.Come si traduce questo impianto teorico in norma? Il reato d’abuso d’ufficio scompare dopo che le modifiche introdotte in questi anni non hanno eliminato lo «squilibrio» tra le iscrizioni nel registro degli indagati e condanne. Si riduce drasticamente la portata del traffico di influenze illecite: l’ambito di applicazione viene «limitato a condotte particolarmente gravi», fuori anche tutti i casi di «millanteria». Sale la pena minima edittale da un anno e sei mesi a quattro anni e sei mesi. Non solo. L’appello del pm sparirà per le sentenze di assoluzione che riguardano reati di «contenuta gravità». Una strada già tentata in passato con la riforma Pecorella bocciata dalla Corte costituzionale. Potranno essere impugnate dal pm invece le assoluzioni per i reati più gravi. E ancora: sarà un collegio di tre giudici, non più un solo magistrato, a decidere, durante le indagini, l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Prima di esprimersi dovranno interrogare l’indagato, tranne se ricorre il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o se si tratta di reati gravi commessi con l’uso di armi o con altri mezzi di violenza personale. La novità dei tre giudici, non entrerà in vigore subito per le carenze di organico della magistratura, ma tra due anni. Intanto si procederà all’assunzione di 250 magistrati e si velocizzeranno i tempi dei concorsi. L’informazione di garanzia dovrà contenere una «descrizione sommaria del fatto», oggi non prevista, e la notificazione dovrà avvenire con modalità che tutelino l’indagato. È inoltre previsto un salvagente per processi su gravissimi reati di mafia e terrorismo, le cui sentenze erano a rischio nullità perché vi avevano concorso giudici popolari con più di 65 anni (il ddl stabilisce che il requisito anagrafico si riferisce solo al momento della nomina). Infine, si ampliano i divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni: potranno pubblicare solo quelle il cui contenuto sia «riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento». Ma «non c’è un bavaglio alla stampa», ha assicurato il ministro.Il primo passo della riforma viene, dunque, fatto con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, un’«entità evanescente che non è servita a nulla», l’ha definita ieri il ministro sottolineando che con l’abolizione non è alcun vuoto di tutela, il nostro arsenale è il più agguerrito d’Europa». Il reato «è stato modificato varie volte per circoscriverne i limiti, ma sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della paura della firma per cui sindaci e amministratori non firmavano nulla e questo è un grande danno economico che si riversa sui cittadini», ha aggiunto. Il Guardasigilli ha poi definito «patologico» e «inammissibile» il fatto che «molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico non potrebbe criticare le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze», ha sottolineato ieri. «Noi rispettiamo la sovranità parlamentare, siamo un’istituzione, sarebbe assurdo pensare che i magistrati vogliono interferire con un altro potere dello Stato», ha replicato il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia. Aggiungendo che sull’eliminazione del potere di appello del pm contro le sentenze di assoluzione per i reati non particolarmente gravi si potrebbe andare incontro «a una nuova pronuncia di incostituzionalità». A fare, seppure con toni quirinalizi, da controcanto è stato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando che «l’articolo 104 della Costituzione riconosce all’ordine giudiziario l’autonomia e l’indipendenza da ogni altro potere. Sono presidi indiscutibili attraverso i quali la giurisdizione può assicurare, senza condizionamenti, l’imparziale applicazione della legge». La sottolineatura è stata fatta in un incontro con i giovani magistrati, a poche ore dalla presentazione in cdm del testo sulla giustizia (per altro, già condiviso a più riprese con gli uffici del Colle). Nordio ha comunque riassunto e commentato il pacchetto giustizia in una conferenza con i giornalisti tenuta al termine del cdm, ancora in corso quando questo giornale era già andato in stampa, e alla quale hanno partecipato anche i ministri Andrea Abodi, Raffaele Fitto, Paolo Zangrillo e Antonio Tajani che ha ricordato Berlusconi. «Sarebbe soddisfatto di questa riforma», ha detto.
Jose Mourinho (Getty Images)