2021-11-08
Gianluigi Paragone: «Non sono mostri i genitori che non vaccinano i figli»
Gianluigi Paragone (Ansa)
Il senatore di Italexit: «Oggi chi rifiuta il siero viene demonizzato. Il governo vuole solo la proroga dell’emergenza. Pensano al ddl Zan e poi ignorano i diritti di chi lavora»«Decidono tutto loro e la gente può solo accettare, senza fiatare. Chi prova a sollevare delle questioni finisce per essere bollato come “disertore” o “attentatore della salute altrui”. Mi sono stufato delle balle: da mesi, tutto è coperto dal segreto e da questa assurda convenzione a tacitare». Senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit, sono tornati a fare capolino i toni allarmistici che hanno caratterizzato gran parte di questi mesi di pandemia: si parla di «Quarta ondata» e l’Oms vaticina «mezzo milione di morti entro febbraio». Ci risiamo?«È tutto funzionale a una decisione già presa: la proroga dello stato di emergenza». «Se necessario, lo faremo», ha detto Speranza. Il ministro della Salute non molla sui divieti?«Se mettiamo in fila una serie di elementi, si capisce benissimo che il loro unico interesse è quello di creare le condizioni per allungare lo stato di emergenza». Quali sono questi elementi? «Le terapie intensive, per esempio. Per il professor Franco Locatelli, “fino ai 59 anni di età non ci sono vaccinati ricoverati”, ma non è così». I numeri dell’Istituto superiore di sanità dicono altro: il bollettino del 27 ottobre, che fotografa la situazione del periodo 17 settembre-17 ottobre, riporta 16 ricoverati under 59 vaccinati con ciclo completo. La mancata chiarezza rafforza le tesi no vax?«Viviamo nell’opacità dall’inizio della pandemia. I dubbi sui vaccini nascono, in parte, proprio dalla segretezza assoluta dei contratti».Una sorta di peccato originale? «Esattamente. E prima dei vaccini c’è stato il mistero sui dispositivi di protezione, le famose mascherine. Stiamo dimenticando tutto, ma troppe domande restano ancora senza risposta. I contratti? Segreti. I numeri? Segreti anche quelli. Quando si sono attivate le Procure siamo venuti a scoprire una minima parte di quello che è successo, ma la storia è ancora da scrivere. Ci dicono che l’unico modo per onorare i morti è scoprire la verità, peccato che alla Commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia sia inibita la possibilità di indagare sulle responsabilità del governo o della regione Lombardia. Anche per questo hanno bisogno dello stato di emergenza, per coprire le eventuali responsabilità del passato». Un alibi?«Una bolla impermeabile, impossibile da bucare. E che serve a mantenere al loro posto i Figliuolo, i Locatelli e tutti i virologi che nel circolo mediatico hanno trovato “l’America”. In uno stato di emergenza perpetuo, ci si ritrova nella condizione di non dover rispettare gli equilibri costituzionali. Siamo passati dai Dpcm di Conte all’abuso del voto di fiducia del governo Draghi. Buffo, visti i numeri blindati in Parlamento. Ma guai a disturbarne il lavoro: sono tutti lì, incantati, che sbrodolano con i complimenti».Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, dice che il premier «rinvia e non risolve».«Non so quale parte abbia intenzione di recitare Landini, ma resta il fatto che molte libertà sono già state limitate. Sul green pass i sindacati hanno mollato: sarebbe bastato portare i lavoratori in piazza per evidenziare le criticità dello strumento. E invece hanno preferito voltarsi dall’altra parte. Per fortuna restano i cortei a porre un minimo di dissenso in questo Paese, anche se stanno facendo di tutto per spaventare i manifestanti: conosco persone colpite da fogli di via o altre contestazioni, con il divieto di entrare a Milano. Anche per andare a lavorare, devono inviare una mail in Questura».Stefano Puzzer, il leader dei portuali di Trieste, si ritrova nella stessa situazione dopo la manifestazione di Piazza del Popolo, a Roma, della scorsa settimana. «Stefano Puzzer è un simbolo sfuggito dal radar del Viminale, per questo lo hanno punito. Prima con gli idranti, usati per disperdere i manifestanti pacifici di Trieste, e poi con il daspo da Roma. Dovrebbe esportare la sua protesta a Bruxelles, di fronte alle sedi delle istituzioni europee: vediamo se anche lì hanno il coraggio di ricorrere al daspo o ai bavagli».Pensa ci sia un accanimento eccessivo nei confronti di chi protesta contro il green pass?«Il doppiopesismo è stato evidente sin dall’inizio. Cambiano gli interpreti, non la sostanza: non ho visto divieti quando c’era da celebrare la vittoria della nazionale di calcio. Così come non sento critiche quando si scende in piazza a sostegno del ddl Zan o del clima».Oggi depositerete il ricorso alla Corte Costituzionale contro il green pass in Senato. «L’idea è quella di sollevare quanto prima il difetto di costituzionalità di questo strumento. In quanto attori protagonisti, riteniamo che dover presentare un foglio per esercitare il mandato da parlamentare sia una ferita gravissima. Non vorrei che si arrivasse al paradosso per cui una maggioranza, più o meno larga, possa decidere di comprimere gli spazi dell’opposizione, magari inventando emergenze sempre nuove: ieri l’economia, oggi il Covid, domani il clima, come ha lasciato intendere il ministro Cingolani».Fin dove spera di arrivare con questa mossa?«Quantomeno a un pronunciamento della Corte. Allargando il discorso a tutti i lavoratori, penso che un vulnus costituzionale ci sia: non è scritto da nessuna parte che un operaio debba mostrare un documento per esercitare il diritto di lavorare e di onorare un contratto. Non è scritto da nessuna parte che, per accedere al posto di lavoro, i non vaccinati siano costretti a pagarsi un tampone».Per il voto sul ddl Zan, ha dovuto mostrare il suo green pass per entrare in Senato: si è arreso allo strumento che combatte?«Sono entrato prima di presentare questo ricorso perché il ddl Zan si giocava sul pallottoliere. Per quel che riguarda quella legge, contesto un fatto di fondo: i partiti che la sostengono non possono pensare di allargare la platea dei diritti a persone che si ritengono discriminate dopo aver affossato i diritti dei lavoratori. Non ho problemi ad aggravare le pene nei confronti di chi discrimina, ma non è possibile che il Parlamento si impegni su questo mentre i lavoratori vengono penalizzati per andare a lavorare. È preoccupante per la politica».Un’inchiesta del British Medical Journal ha svelato una serie di gravi carenze nelle procedure utilizzate nel corso del trial di fase 3 del vaccino Pfizer. Si sarebbe aspettato una eco maggiore in Italia?«In Italia ci siamo preoccupati dell’emergenza sanitaria in Gran Bretagna quando i giornali inglesi parlavano di tutt’altro. Ora accade la stessa cosa. Siamo arrivati alla situazione per cui mi ritrovo in commissione Vigilanza Rai con il Partito democratico che attacca Report per aver indagato su determinati studi e ricerche condotti sui vaccini».«Report è no vax», è stata l’accusa di molti parlamentari, tra cui Matteo Renzi. «È assurdo, come se il giornalista dovesse rinunciare al dovere di informare. Tutto si tiene, e si torna ancora alla stessa domanda: chi ha interesse a perpetuare una narrazione a senso unico?».L’inchiesta del Bmj getta un’ombra sulle agenzie regolatorie: la loro azione di sorveglianza è stata sufficiente in questi mesi di pandemia?«Ho il sospetto che si ripeterà quello che abbiamo visto con la bolla finanziaria: scopriremo che le agenzie di controllo non sono poi così terze rispetto ai controllati. Le case farmaceutiche hanno un solo timore: le sentenze di condanna per i casi di violazione. Eppure, sui vaccini saranno in una botte di ferro, grazie alla manleva totale consentita dall’Unione europea. Le multinazionali sono diventate dei meta-Stati, ai quali gli Stati si sono arresi. Il fatto che Facebook abbia cambiato nome - Meta, per l’appunto - non è casuale».Dopo Merck, anche Pfizer annuncia la sua pillola antivirale contro il Covid. Che ne pensa? È un’ammissione implicita che il virus si può curare?«La guerra della pillola ha enormi ricadute in borsa: non è un caso che sia già partita la corsa all’efficacia maggiore». «Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata di farmaci antivirali di Merck per il Covid 19», ha spiegato Franco Locatelli. Che ne pensa di questa rapidità? In altre occasioni, monoclonali e cure domiciliari, non c’è stata altrettanta tempestività. «In ogni emergenza c’è sempre un rimedio alternativo. Con il Covid si è andati avanti come un treno sui vaccini, non potevano che mantenere la scelta adottata». A dicembre dovrebbe partire la somministrazione del vaccino ai bambini, la tempistica la convince?«Trovo che il dibattito senza resistenza alcuna sia di una violenza incredibile. Oggi chi rifiuta il vaccino è trattato come una specie di mostro, nonostante si avvalga della stessa norma che consente il diritto di vaccinarsi. Con i bambini, hanno intenzione di ripetere lo stesso schema?».
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