2020-10-11
Con pieni poteri ma buoni a nulla
Siccome la seconda ondata dell'epidemia di coronavirus minaccia di fare una strage, la maggioranza che sostiene questo governo deve aver ritenuto di anticipare i decessi rilanciando il tema del fine vita. Sì, l'idea di favorire i suicidi, introducendo una legislazione che consenta l'eutanasia, è un vecchio pallino della sinistra, che ha pensato di riproporlo in questi giorni, mentre gli italiani di buon senso sono spaventati dall'aumento dei contagiati da Covid.Roberto Fico, presidente della Camera e figura di spicco della sinistra a 5 stelle, ha rilanciato il tema con una lettera all'associazione Luca Coscioni. La terza carica dello Stato dimostra così, non solo di avere un certo distacco dalla realtà, ma pure di avere più a cuore la morte che la vita. Del resto, che i compagni siano più interessati a far approvare misure lontane dai problemi comuni, tipo la legge Zan contro l'omofobia, che i provvedimenti per fermare l'epidemia è un dato di fatto. Così come lo è che l'inquinamento ambientale del Polo Nord stia loro più a cuore del Polo siderurgico di Taranto, altrimenti la maggioranza si sarebbe data da fare per evitare il collasso dell'Ilva.A patto che si tratti di un progetto di sinistra e antifascista, tutto va bene, tranne che adottare decisioni precauzionali che mettano l'Italia e gli italiani al riparo dagli effetti della pandemia.Siamo eccessivamente severi nei confronti di chi sta al governo? Non ci pare, perché se si rimettono in fila le cose che nei mesi passati non sono state fatte, ci si rende conto che nessuna delle misure utili è stata adottata. Prendete la questione delle terapie intensive, che oggi dicono essere a rischio d'intasamento a causa dell'aumento dei malati. A metà maggio Palazzo Chigi ha stanziato 1,1 miliardi di euro per aumentare i posti letto, ma invece di investire questi soldi, a sinistra hanno perso tempo a criticare il denaro, raccolto dai privati, che la Regione Lombardia aveva impiegato per allestire un ospedale nell'area della Fiera. Un caso eccezionale? No, un esempio cui se ne possono aggiungere altri. Pensate al problema della carenza di personale medico. Dopo il caos registrato in primavera, l'esecutivo si era impegnato a varare un piano straordinario di assunzioni. Peccato che a oggi il rinforzo degli organici ospedalieri sia un sogno e a dirlo non siano né Giorgia Meloni né quel cattivone di Matteo Salvini, ma la Cgil, ovvero il sindacato che per vicinanza politica dovrebbe spalleggiare il governo.Altro esempio? Ricordate la questione delle mascherine? Nel bel mezzo dell'emergenza il nostro Paese ne è rimasto sprovvisto, in quanto si scoprì che questi dispositivi di protezione erano prodotti esclusivamente in Cina. Di fronte al pericolo di non avere materiale a sufficienza neppure per le corsie degli ospedali, si parlò di favorire la nascita di una filiera produttiva nazionale. Beh, a distanza di mesi si scopre che niente di tutto ciò è stato fatto e il nostro Paese continua a importare milioni di mascherine dall'estero. In pratica, se da un lato si obbligano gli italiani a indossare una protezione, dall'altro si continua a dipendere dalla Cina, cioè dal Paese che ci ha infettato.Che dire poi dell'app Immuni, ovvero del sistema che avrebbe dovuto allertare via cellulare chiunque fosse entrato in contatto con un malato di Covid? Sono passati mesi dalla sua introduzione, ma l'applicazione non funziona. Un po' perché solo un ventesimo della popolazione l'ha scaricata e un po' perché chi l'ha installata sul proprio telefonino si rende conto di come non serva a nulla. Anche in questo caso, a segnalare il flop non è un esponente dell'opposizione, ma l'ex candidato al posto di governatore della Liguria per conto di 5 stelle e Pd. Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto Quotidiano, ha toccato con mano e sulla propria pelle l'inefficienza del sistema, al punto da raccontare la cosa in un post via Web, con tanto di fotografia.Non si può dire sia andata meglio con i tamponi: ora che c'è la rincorsa ad accertare chi sia stato contagiato, nei centri allestiti è il caos. Dai drive in alle corsie degli ospedali, si registrano ore di coda. Eppure, anche se i controlli sono in capo alle Regioni, ci voleva poco a capire la necessità di organizzare un sistema nazionale che regolarizzasse le procedure, con modalità uguali dalle Alpi alla Sicilia e con gli stessi reagenti chimici.Per non parlare poi della confusione che regna sovrana, nonostante le parole tranquillizzanti della ministra Azzolina, nelle scuole. I banchi che avrebbero dovuto garantire il distanziamento degli studenti non ci sono, i controlli scarseggiano al pari dei dispositivi di protezione (il commissario all'emergenza Domenico Arcuri aveva assicurato mascherine per tutti, vale a dire 11 milioni di pezzi al giorno) e le lezioni procedono a singhiozzo, al punto che diversi presidi già parlano di sospenderle. Oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso di riunire in tutta fretta il Comitato tecnico scientifico che vigila sull'epidemia. Una convocazione d'emergenza che, se ce ne fosse bisogno, dimostra ancor di più come si sia giunti impreparati alla seconda ondata. Presi com'erano a organizzare passerelle a Villa Pamphili e a discutere di sistemi elettorali, a Palazzo Chigi non si sono accorti che l'epidemia non si sospende se c'è da rinnovare un governatore, né se ci sono gli Stati generali. Cosi, dopo aver perso tempo con la legge Zan e mentre si preparavano a perderne altro con la legge sul fine vita, è arrivato il brusco risveglio.
Jose Mourinho (Getty Images)