2022-05-11
«Non approvo i bilanci del Pd Puglia e impugno la legge salva spreconi»
Ruggiero Mennea (Imago economica)
Il consigliere dem dissidente Ruggiero Mennea: «Manca trasparenza e quella norma voluta da Emiliano...».«A gennaio avevo già chiesto lumi e non mi sono stati dati. E proprio ieri ho formalizzato una nuova richiesta perché, oltre al compenso forfettario per le trasferte dell’autista del governatore Michele Emiliano (come ricostruito ieri da La Verità, ndr), ci sono almeno altre tre voci di spesa che non mi convincono». Il consigliere regionale pugliese del Partito democratico, Ruggiero Mennea, commercialista e docente di e-government, dopo aver preso pubblicamente le distanze dalle spese del gruppo dem in Consiglio regionale (al quale appartiene anche il governatore Emiliano) e in aperta opposizione con il capogruppo Filippo Caracciolo, l’ex assessore all’Ambiente che si dimise dopo una perquisizione e che, è emerso durante un’inchiesta, aveva intestato il numero del suo cellulare a un ignaro cittadino rumeno del quale ha poi dovuto assumere i panni per evitare che gli tagliassero la linea, annuncia anche di voler far saltare quella che la stampa locale ha ribattezzato «legge sanatoria». Approvata nel novembre 2021 per tentare di salvare i gruppi in difficoltà, prevede la compensazione dei rimborsi intascati irregolarmente con i residui di cassa, togliendo le castagne dal fuoco ai capigruppo che, così, ne escono indenni. «Mi farò promotore dell’azione per impugnare quella norma che era stata nascosta tra le righe della legge di bilancio», spiega Mennea.I dem pugliesi, però, alla fine dello scorso anno l’hanno sostenuta e approvata.«È assurda e paradossale. Non è possibile caricare sui cittadini spese non congrue. Bisogna sollevarne l’incostituzionalità».Veniamo alle spese non congrue, appunto, di che si tratta?«I giudici della Sezione di controllo della Corte dei conti hanno contestato e formalizzato anche l’irregolarità di spese ritenute non riscontrabili. Ora con le dichiarazioni che erano state presentate a supporto di quelle spese come la mettiamo?».Ci saranno risvolti di natura penale?«Io so solo che le cose non stanno come qualcuno sta dicendo in giro, ovvero che il rendiconto è stato approvato dalla Corte dei conti».Nonostante la sanatoria ci sono da restituire 8.747 euro che proprio non hanno trovato giustificazione.«E questo è il forfettario per l’autista di Emiliano. Ma ci sono altre questioni che a mio parere non appaiono trasparenti. Per esempio, ci sono i giustificativi di spesa per la pubblicazione di periodici e informazione Web per 5.500 euro, quelli per consulenze, studi e incarichi per 28.509 e infine quelli che corrispondono alla voce “varie spese” per più di 3.000 euro».I dettagli le sono stati nascosti?«Intanto bisogna sottolineare che la responsabilità è esclusivamente del capogruppo, che del gruppo è il rappresentante legale. Se c’è stata una spesa illegittima dovrebbe chiederne la restituzione al consigliere che l’ha disposta. Non si può andare avanti con certificazioni che non risultano riscontrabili. Mi pare una gestione finanziaria non trasparente, ma c’è anche una questione di congruità».Ritiene alcune voci del rendiconto non congrue?«Sono soldi pubblici, si tratta di finanziamenti ai gruppi derivanti dal bilancio del Consiglio regionale e, pertanto, la congruità è una condizione essenziale per la qualità della spesa. Cercherò di capire meglio quando finalmente mi permetteranno di accedere ai documenti che ho chiesto. Ma a occhio, a me che faccio il consulente di mestiere, pare che circa 30.000 euro per consulenze siano esagerate. Se devo pagare un servizio, mi devo attenere al principio di economicità. Non posso andare da un amico a farmi vendere qualcosa a prezzi non congrui e a spese dei cittadini. E il controllo sulla congruità non mi sembra un principio che si evinca dai dati aggregati del rendiconto pubblicato, ma mi riservo di controllare meglio quando mi mostreranno le carte».Cosa accadrà tecnicamente con l’assenza del suo voto al momento dell’approvazione del bilancio?«La mia è una presa di distanza. Dimostra che io non ho condiviso questa assenza di trasparenza. E rimarrà agli atti che non ho assecondato questa gestione».