2019-08-23
Nomine e golden share sul Colle. Le mire del Bullo per starsene buono
Matteo Renzi rinuncerebbe a ministeri per sé e i suoi perché preferisce accaparrarsi alcune delle 500 poltrone in scadenza, da Eni a Poste. Ma il pallino vero è influire sul dopo Sergio Mattarella (e Maria Elena Boschi lo ammette).Devo darvi una clamorosa notizia: Renzi non racconta balle. Per una volta. Lo giuro. Non è come quando diceva: «Se perdo il referendum lascio per sempre la politica». E nemmeno quando diceva: «Se non arrivano i rimborsi alle imprese, vado a piedi al santuario». Stavolta è diverso. La ciclopica propensione del Bullo alla balla s'è improvvisamente fermata dinanzi al maxi inciucio: quando dice che non vuole poltrone per sé, dobbiamo ammetterlo, è sincero. Quando dice che non vuole piazzare ministri, ancora una volta, è sincero. E quando ripete che non gli interessa che il Giglio Magico metta piede dentro il governo, è sempre, incredibilmente, sincero. Roba che se non racconta subito una piccola bugia, almeno a sua moglie, nel giro di 48 ore potrebbe persino avere una crisi di identità. Ma attenzione: non è che con questa improvvisa e inedita sincerità sia meno pericoloso. Anzi. Lo è assai di più. Quali sono infatti i veri obiettivi del senatore (non troppo semplice) di Rignano? A svelarli in modo esplicito è un breve video di Maria Elena Boschi che nelle ultime ore ha fatto il giro dei social. La Madonna renziana in 29 secondi ribadisce gli insulti ai 5 stelle («incompetenti, incapaci…», etc) ma spiega con chiarezza cristallina che è indispensabile allearsi con loro per fermare Salvini. E qual è il motivo per cui bisogna fermare Salvini? Ecco il punto: se governa per i prossimi 5 anni, dice Meb, «può decidere il prossimo presidente della Repubblica». E persino, pensate un po', il pericolo «i vertici delle forze armate». Per impedire questo scempio, i partigiani della resistenza renziana sono disposti a tutto. Ad allearsi non solo con gli incapaci e gli incompetenti, ma anche con i buzzurri, i violenti, Gengis Khan, Attila, il Mostro di Loch Ness e il cugino di Jack lo Squartatore. Figurarsi, dunque, se non possono sopportare qualche gaffe di Toninelli. Oseremmo dire che quella della Boschi è una voce dal sen fuggita, se non temessimo che citando il seno lei se ne avesse a male, accusandoci immediatamente di sessismo (ormai lo fa con tutti). Però, ecco, diciamo che Maria Elena non fa che mettere in bella (e non poteva essere altrimenti), i brutti pensieri del suo leader ringalluzzito. Renzi, infatti, non ha nulla da guadagnare a entrare nel governo direttamente o con i suoi uomini più marchiati: dopo aver spadroneggiato in Italia per anni, come può, accettare di accomodarsi su una singola poltrona ministeriale, foss'anche assai prestigiosa? Il suo ego non ci entra. E come può accontentarsi di piazzare Luca Lotti alle Infrastrutture o alla Difesa, come se fosse una Pinotti qualsiasi? Chi glielo fa fare di sporcarsi le mani in estenuati trattative per un paio di sottosegretari? E poi di sporcarsi l'immagine appena rifatta con le difficoltà che il governo inevitabilmente incontrerà? Con gli scontri quotidiani? Le liti? I battibecchi? I consigli dei ministri trasformati in montagne russe, senza nemmeno che lui abbia la soddisfazione della seggiolina più importante? No, credetemi: Renzi è sincero quando dice che tutto questo non gli interessa. Lui la partita, per ora, l'ha vinta. Con spregiudicatezza, con un'indubbia abilità tattica, con un pelo sullo stomaco più lungo dell'Autostrada del Sole. Ma l'ha vinta. E adesso ha in mano la golden share, pardon: azione d'oro, con cui può controllare il governo, bearsi della sua bravura, riempirsi di orgoglio per la resurrezione compiuta come non si vedeva dai tempi di Lazzaro, ben sapendo che se lui decidesse di staccare la spina crolla tutto perché i gruppi parlamentari del Pd rispondono ancora a lui. Questo è il vero potere. Questo è quello che si tiene stretto. Ma che cosa se ne vuol fare di questo potere il Bullo che per una volta non racconta balle? Esattamente ciò che ha spiegato, in modo fin troppo sfacciato, la Boschi: le nomine e il Quirinale. Le nomine, per la verità, sono un capitolo più ampio di quello, pur importantissimo, dell'esercito, citato da Maria Elena. La Verità ha calcolato infatti che il governo dell'indicibile pateracchio, se nascerà, avrà la possibilità di assegnare la bellezza di 500 poltrone. E molte assai pesanti. E che dureranno ben oltre la scadenza del governo. E allora di fronte alla possibilità di scegliere e di mettere i suoi uomini in Eni, Enel, Poste, Leonardo, nelle Authority e negli organi costituzionali, dal Csm alla Consulta, che volete che importi a Renzi di uno strapuntino ministeriale? Senza contare poi che c'è l'altra grande partita: quella, appunto, dell'elezione del presidente della Repubblica. Anch'essa è stata esplicitata dalla Boschi: «Vorrete mica lasciarla a Salvini?». E quando mai? Non si può. Proprio no. Ormai è chiaro, infatti, che in Italia esiste una conventio ad excludendum, per cui al centrodestra è vietato mettere bocca sull'elezione dell'inquilino del Colle. Proprio vietato. Dev'essere una pagina invisibile della Costituzione. Articolo 140 bis: per tacita intesa, e sommo volere di non si sa chi, il presidente della Repubblica viene sempre scelto dal centrosinistra. Sempre. Anche quanto la maggioranza del Paese è di centrodestra. Impossibile sgarrare.E a Renzi non par vero di adeguarsi a questo diktat paracostituzionale. Si capisce: arrivare al 2022 avendo tutte le carte in mano, e la possibilità di distribuirle, lo ingolosisce, in effetti, assai più che partecipare direttamente a un impiastricciato governicchio. Meglio la gallina del Quirinale domani che l'uovo di un ministero oggi, è chiaro. Anche perché il Bulletto si è sempre divertito un sacco nelle ultime scelte del capo dello Stato, prima trombando Prodi, poi piazzando Mattarella. Che cosa farà al prossimo giro? Questa volta sosterrà il fondatore dell'Ulivo? O gli darà il colpo mortale? Magari scegliendo qualcun altro? E chi? Avere in mano il pallino fino a quel giorno e tenere tutti con il fiato sospeso, ecco quello che conta per Renzi. Conta così tanto da convincerlo a sopportare quello che per lui dev'essere un bel sacrificio. Rinunciare ai ministeri? Macché: dire la verità.
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)