2023-02-01
Da «Newsweek» mea culpa sul virus. «Noi scienziati ci siamo sbagliati»
Dopo il «Wall Street Journal» un’altra grande testata americana affida a un ricercatore una critica spietata sulla gestione della pandemia: «Le bugie su immunità e diffusione dell’infezione ci sono costate vite umane».Dopo il Wall Street Journal, ora tocca a Newsweek. Una a una, le maggiori testate americane stanno picconando a colpi di editoriali e commenti la gestione mondiale della pandemia, della quale sono stati proprio gli Stati Uniti a tirare le fila. L’ultimo mea culpa è arrivato dallo storico settimanale statunitense, diffuso e tradotto in tutto il mondo, il cui sito vanta 48 milioni di visitatori unici e 100 milioni di lettori unici al mese. Newsweek ha affidato al dottor Kevin Bass, MD-PhD della Scuola di Medicina in Texas, la stroncatura del management scientifico e politico americano, senza risparmiare nessuno: «Il Cdc, l’Oms e la Fda hanno ripetutamente enfatizzato le evidenze e ingannato la popolazione, è ora che la comunità scientifica ammetta tutti gli errori sul Covid, perché sono costati vite umane», ha bacchettato Bass, stilando il cahier des doléances della gestione pandemica. «L’immunità da vaccino rispetto a quella naturale, la chiusura delle scuole, le modalità di trasmissione della malattia, la diffusione via aerosol, l’obbligo di mascherina» e, non ultime, «l’efficacia e la sicurezza dei vaccini». Bass ha citato tutti gli studi che hanno smentito le decisioni delle autorità. L’infezione naturale, ad esempio, protegge di più di quella indotta da vaccino (perché stupirsene? È sempre stato così, ndr), così come è chiaro che tenere le scuole aperte non aumenti la diffusione del contagio, il Covid non si diffonde via aerosol, non c’è evidenza che le mascherine blocchino la trasmissione (come dimostrano gli unici due studi randomizzati Danmask e Bangladesh, ndr) e sui vaccini ci sono evidenti problemi di sicurezza, a cominciare dal rischio di miocarditi, che non è «lieve e raro» come molti scienziati hanno dichiarato, a cominciare dal consulente scientifico della Casa Bianca Anthony Fauci. «Sorprendentemente, alcuni di questi simulacri scientifici sono perpetuati anche oggi», osserva Bass. Suona familiare: l’Italia sembra aggrappata al virus e, tra tamponi, green pass e distanziamento, molte restrizioni sopravvivono alla pandemia. Oltre a puntare il dito sugli errori commessi, il commentatore di Newsweek ha sottolineato il costo, «in migliaia se non milioni di decessi evitabili», che questi errori hanno causato: «La nostra (della scienza, ndr) risposta emotiva e la partigianeria radicata ci hanno impedito di accorgerci dell’impatto delle nostre azioni sui cittadini, che avremmo dovuto servire. Abbiamo sistematicamente minimizzato - scrive Bass - gli effetti negativi delle misure imposte senza consenso, andando a colpire i più vulnerabili: poveri, classe operaia, piccoli imprenditori, neri e sudamericani, bambini, silenziati dalla macchina mediatica». Un drammatico film noto anche in Italia.Newsweek, come una settimana fa anche il Wall Street Journal, ha denunciato il clima di censura sui temi pandemici: «Autorità in campo scientifico come i professori di Stanford John Ioannidis, Jay Bhattacharya e Scott Atlas, o i professori dell’Università della California Vinay Prasad e Monica Gandhi, sono stati censurati da folle scatenate di detrattori all’interno della comunità scientifica». È accaduto anche da noi, ma nessuno sembra essersene accorto. Nel migliore dei casi, c’è stato un eccesso di paternalismo, ha spiegato Bass, evocando dinamiche vissute dolorosamente anche nel nostro Paese. In effetti, la confusione tra valutazioni scientifiche e politiche sanitarie ha preso il sopravvento: queste ultime avrebbero dovuto coinvolgere attivamente i cittadini in quanto contribuenti, ma qualcosa è andato storto. «Se i funzionari della sanità pubblica avessero agito con meno arroganza, avremmo perso meno vite», è il drammatico bilancio del settimanale americano, che ha ribaltato l’accusa di «complottismo» solitamente rivolta a «l’altra scienza»: «È il governo ad aver cospirato con le società dominanti nel settore della tecnologia dell’informazione per sopprimere in modo aggressivo le valide preoccupazioni di chi non era d’accordo, e bollare le opinioni contrarie come “disinformazione”, “analfabetismo scientifico” e “ignoranza”». Affermazioni molto stridenti rispetto alle politiche contro la cosiddetta «disinformazione» avviate già dal 2021 da Usa e Ue, che puntano proprio a silenziare il dibattito politico e scientifico per sempre. Il risultato di queste politiche lo constatiamo ogni giorno (e non soltanto negli Stati Uniti, ndr): «Troppi decessi, sfiducia nei vaccini, élite che si sono ulteriormente arricchite con il Covid, aumento dei suicidi e della violenza, tasso di depressione e ansia quasi raddoppiato, calo catastrofico delle performances scolastiche tra i bambini già svantaggiati e, per finire, una crescente sfiducia nelle autorità sanitarie, nella scienza e nella politica in generale».La macchina pandemica, però, sembra ormai lanciata a velocità folle contro il muro di tutte le evidenze: «Il “pensiero di gruppo” è ormai troppo radicato», è l’amara constatazione di Bass, «e nessuno vuole assumersi pubblicamente le proprie responsabilità». Neanche se è in gioco la democrazia.