2020-09-05
Nestlé e Rummo scappano per colpa del Mise
Cosimo Rummo (Franco Origlia/Getty Images)
Il Consorzio Asi di Benevento, controllato dal ministero, pensa a un biodigestore nella zona industriale, dove però hanno sede varie industrie alimentari. L'ad del pastificio: «Ho congelato milioni di investimenti. Se faranno l'inceneritore per noi sarà la morte».Tra le battaglie che storicamente il Movimento 5 stelle ha portato avanti c'è da sempre quella legata agli inceneritori, ritenuti nocivi per il territorio circostante. Questa tradizione però sembra non valere a Benevento dove il ministero dello Sviluppo economico guidato da Stefano Patuanelli, su volere del comitato direttivo del Consorzio Asi Benevento, sarebbe favorevole - anche se non c'è alcun documento ufficiale - all'installazione di un biodigestore nell'area industriale di Ponte Valentino, alla periferia della città campana. Il problema è che l'area in cui dovrebbe sorgere l'impianto per il trattamento delle biomasse è densa di industrie agroalimentari che non vogliono avere nulla a che spartire con un impianto di smaltimento rifiuti. Ecco dunque che due importanti società presenti sul territorio, il Pastificio Rummo (che a Benevento ha il suo quartier generale) e la Nestlé (che nel centro campano ha un importante polo per la realizzazione di alimenti surgelati) mostrano preoccupazione e non nascondono l'intenzione di andarsene nel caso in cui il progetto venisse realizzato. «Ho dovuto sospendere gli investimenti per milioni di euro. Se si dovesse creare l'impianto rifiuti, diventa oggettivamente reale la chiusura dello stabilimento qui a Benevento e la delocalizzazione in altra sede», ha fatto sapere Cosimo Rummo, presidente e ad del Pastificio Rummo, fortemente contrario alla realizzazione del biodigestore. «Penso a tutti i nostri lavoratori che hanno salvato l'azienda dal fango dell'alluvione del 2015, e ora siamo trattati senza rispetto dal presidente dell'Asi, Luigi Barone», dice. «Nel progetto si parla di biodigestore, ma la cosa più pericolosa è l'inceneritore, che viene chiamato in maniera diplomatica termovalorizzatrice. Se dovesse partire questo impianto, per noi sarebbe la morte. Io devo salvare il posto di lavoro a 200 famiglie che lavorano con noi».La posizione di Rummo non è molto diversa da quella della Nestlé, che aveva annunciato 50 milioni di investimenti per trasformare lo stabilimento Buitoni di Benevento in un hub internazionale della pizza surgelata. Il colosso svizzero ha fatto sapere che intende unirsi «agli altri operatori agroalimentari del territorio nell'esprimere preoccupazione sull'impatto che tale impianto potrebbe avere sulle produzioni delle eccellenze locali, sia in termini tecnico pratici che di futura reputazione del territorio stesso». Nestlé, continua una nota del gruppo, «ha deciso per importanti investimenti sulla propria fabbrica locale proprio in funzione della rilevanza che questo territorio ha in termini di vocazione agroalimentare e auspica quindi che non vengano prese decisioni che potrebbero comprometterne lo status, anche in modo irreparabile».Il problema del biodigestore non è solo ambientale, ma anche politico. L'arrivo di un impianto di smaltimento di rifiuti avrebbe un impatto negativo su tutta la filiera agroalimentare del territorio e farebbe quindi perdere il posto di lavoro a molti lavoratori che di questi tempi avrebbero ancora meno facilità del solito a cercare una nuova occupazione. A battersi in prima linea perché l'impianto di Ponte Valentino non venga realizzato c'è in primis il sindaco di Benevento Clemente Mastella. «Ho sempre difeso le nostre realtà e le eccellenze del territorio e non verrò meno adesso», ha detto il primo cittadino ed ex ministro della Giustizia «Voglio infatti ricordare che le istituzioni locali danno il loro parere se e quando si dovesse superare una complicata fase pre istruttoria, peraltro parzialmente avviata. Il Comune si esprimerà nella conferenza dei servizi. In quella sede dirò la mia, e cioè che gli impianti che riguardano i rifiuti, anche a impatto zero, comunque realizzati per il bene delle nostre comunità, non possono però vedere la luce in ambiti industriali, dove creano problemi alla nostra straordinaria filiera agroalimentare», dice. «Per intanto, veniamo a conoscenza che il ministero dello Sviluppo economico, alla cui guida c'è il grillino Patuanelli, ha firmato l'autorizzazione per il via libera alla centrale elettrica turbogas Luminosa, senza aver coinvolto le istituzioni locali e il territorio. A questo scempio», conclude Mastella, «mi opporrò con tutte le mie forze, attraverso le vie legali e quelle politiche».Sulla questione, insomma, si è creato un gran polverone. Il comitato direttivo dell'Asi di Benevento afferma di aver solo chiesto uno studio di compatibilità ambientale all'università del Sannio senza aver approvato nulla. Sono in molti, però, tra cui Confcommercio a chiedere le dimissioni del presidente dell'Asi Benevento Luigi Barone. Tanto che i soci del Consorzio hanno voluto prenderne le distanze. «Gli enti che danno vita al consorzio Asi ritengono che le condizioni di coabitazione tra agroalimentare ed impianto di rifiuti non esistono», spiegano in una nota. «Pertanto», prosegue il documento, «chiedono alla Regione Campania, unica a decidere per legge, di valutare un'altra ipotesi di insediamento». Ma il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, visto anche il periodo elettorale in cui si trova, al momento non si è ancora espresso sulla questione.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Getty Images)
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