2020-09-08
Nelle navi per la quarantena volute dalla Lamorgese almeno 537 migranti positivi
Il ministro giustifica le costose imbarcazioni con la scusa della «sicurezza». I numeri dicono il contrario. Nuove proteste nel centro d'accoglienza di Siculiana.Più costi, ma anche più sicurezza. È con questo ragionamento che, arrivando domenica al forum Ambrosetti, il ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha liquidato la questione delle navi quarantena. Imbarcazioni che, ha spiegato la titolare del Viminale, «servono per tenere 14 giorni fermi i migranti che arrivano sul nostro territorio, proteggendo le comunità che erano in preoccupazione, visto che siamo in epoca di pandemia». Quanto ai costi, «è stata fatta una gara dalla Protezione civile. Ci saranno dei costi ovviamente, costi che ci sarebbero stati egualmente, anche se in misura minore, se la quarantena fosse stata sul territorio, ma certamente con una garanzia maggiore e con maggiore sicurezza». La questione costi è chiara: si aggirano tra gli 1,2 e i 2 milioni di euro al mese per ogni nave. Alla faccia del «ci saranno dei costi». Ma la sicurezza? Davvero l'ingente investimento viene ripagato in termini di maggiore sicurezza? C'è da dubitarne e la cosa vale innanzitutto per la salute degli stranieri stessi. Secondo quanto risulta alla Verità, infatti, sulle 5 navi usate dallo Stato italiano per tali compiti sono già stipati 537 migranti positivi, che si trovano fatalmente a stretto contatto con altri non infetti. Tali ospiti sarebbero così ripartiti: sulla Aurelia, in porto a Trapani, ci sono 338 migranti, di cui 63 positivi. Sulla Azzurra, in rada ad Augusta, ci sono 770 migranti di cui 157 positivi. Sulla nave Allegra, in rada a Palermo, stazionano 798 stranieri, di cui 264 positivi. Tra questi si segnala una donna contagiata alla trentottesima settimana di gravidanza, trasportata dalla motovedetta della capitaneria al molo del porto per essere trasferita all'ospedale Cervello di Palermo. Sulla Rhapsody, in rada a Lampedusa, sono stati fatti salire ieri 53 migranti positivi e altri 60 negativi. Sulla nave quarantena, che ora farà rotta verso il porto di Palermo, si trovano in tutto 814 stranieri. La Snav Adriatico, anch'essa ferma al largo di Lampedusa, ha imbarcato i 500 migranti rimasti. Non è chiaro, tuttavia, quanti di questi siano positivi. A Lampedusa si dirigono ora due unità navali: i migranti che sbarcheranno da adesso in poi saranno accompagnati al centro di accoglienza per le sole visite mediche e per l'identificazione, quindi saranno trasferiti a bordo di una delle navi presenti. «Finalmente a Lampedusa la situazione sta tornando alla normalità», ha commentato il sindaco Totò Martello. A proposito dell'arrivo della Snav Adriatico, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha invece duramente polemizzato con la politica volta a «spostare, da una parte all'altra della Sicilia, i migranti presenti nel territorio dell'isola»: «Invece di inserire al primo punto dell'agenda politica del governo il tema dell'immigrazione, magari recandosi direttamente nei luoghi coinvolti per interloquire con i sindaci che stanno in prima linea, si è preferito agire con molta approssimazione», ha detto. Ammatuna ha puntato il dito contro alcuni aspetti grotteschi della gestione dell'accoglienza. Ad esempio il fatto che «la figura di colui che dovrebbe verificare il buon andamento dell'hotspot, il direttore, è espressa dalla stessa cooperativa affidataria del servizio e non come prima che veniva nominata dal sindaco, insomma una commistione fra controllore e controllato. Ma non basta. Mentre in passato il responsabile sanitario del centro era un medico pubblico dell'azienda sanitaria, ora invece è nominato dall'ente gestore».Nel frattempo, al centro d'accoglienza Villa Sikania di Siculiana (Agrigento) monta una nuova protesta, con alcuni degli extracomunitari saliti sul tetto e altri arrampicati sulle inferriate della recinzione. Anche domenica più persone erano salite sul tetto della struttura, poi la protesta era spontaneamente rientrata. In tre hanno anche tentato la fuga, riacciuffati da polizia ed esercito. Nella notte fra giovedì e venerdì scorsi, un eritreo di 20 anni che stava tentando la fuga assieme ad un altro immigrato è stato investito e ucciso da un'auto e alcuni poliziotti sono rimasti feriti. E, sui social, non è mancata la nota polemica di Matteo Salvini, che ha scritto: «20.000 sbarchi in questi mesi: con me al governo erano quattro volte meno, senza barche che esplodevano mortalmente, come successo al largo di Crotone, senza immigrati in fuga dai centri, senza immigrati investiti dalle auto come ad Agrigento, senza che alleati chiedessero mie dimissioni come quelle chieste dai 5 stelle siciliani alla Lamorgese, senza che i sindaci di sinistra si opponessero agli sbarchi come successo a Trapani: governo complice e incapace!». Contro la titolare del Viminale ha protestato anche la leader di FdI Giorgia Meloni: «Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese dichiara che l'unico modo per fermare gli sbarchi di immigrati clandestini sulle nostre coste è il blocco delle partenze di barche e barconi. Diamo il buongiorno al governo che si è (forse) svegliato dal suo torpore e comincia a capire la storica proposta di Fratelli d'Italia: blocco navale, in accordo con le autorità libiche e tunisine per impedire la partenza dei barconi e fermare le morti in mare. Piano piano ci arriveranno pure il Pd e il M5s».
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