2021-02-28
Nella lotteria dei colori vince la Sardegna
La spiaggia del Poetto, Cagliari (Ansa)
Da domani Piemonte, Lombardia e Marche passano in zona arancione, Basilicata e Molise diventano rosse. L’isola è la prima a sperimentare la fascia bianca. Ma in altre Regioni monta la rabbia: «Siamo stremati, non trovate di meglio che fermare tutto?»Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze e da domani Piemonte, Lombardia e Marche passano in zona arancione, mentre la Basilicata diventa rossa assieme al Molise che aveva chiesto il cambio di colore per l’emergenza posti letto negli ospedali ormai saturi. Anche a Bolzano lo scorso 8 febbraio era stata la Provincia autonoma a chiedere di blindarsi per tre settimane. L’Italia è così tornata a essere una costellazione di zone rosse, arancione e arancione «rafforzato», solo la Liguria passa in giallo (esclusi Ventimiglia, Sanremo e Comuni limitrofi), fascia in cui già si trovano Valle d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia. La Sardegna sarà la prima a inaugurare la zona bianca. Una promozione con riserva, perché toccherà al governatore, Christian Solinas, disciplinare la ripartenza delle attività con un’apposita ordinanza, cominciando con la riapertura senza limiti di orario di bar e ristoranti. Nell’isola dovrebbe restare in vigore solo l’obbligo della mascherina, della sanificazione e il distanziamento sociale, anche se tre focolai di Covid dovuti alla presenza della variante inglese si registrano nel Sassarese e uno alla Maddalena. Sarà un passaggio graduale e controllato dal Cts, ma intanto la Sardegna sperimenterà le misure di contenimento minime previste in fascia bianca, il nuovo non colore assegnato dopo che per tre settimane di seguito si sono registrati meno di 50 casi per 100.000 abitanti. Altre Regioni, invece, subiscono restrizioni. La zona arancione scuro potrebbe allargarsi ancora in Emilia Romagna, dove dopo i primi 14 Comuni dell’Imolese, territori ravennati limitrofi compresi, e Bologna, sta per essere esteso il lockdown. Includendo la chiusura delle scuole. «Se ci sono aumenti dei contagi Covid soprattutto nella fascia della popolazione più giovane, ascoltando i sindaci dei territori e le Ausl, sono pronto a firmare ordinanze restrittive come fatto per Bologna e città metropolitana giovedì scorso», ha dichiarato il governatore Stefano Bonaccini. Da domani in Campania saranno sospese le attività didattiche in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, oltre che nelle università. Il Comitato tecnico scientifico, riunitosi ieri, avrebbe deciso di chiudere tutte le scuole nelle zone rosse o ad alto rischio, lasciandole aperte nelle Regioni gialle e arancioni. Le nuove indicazioni saranno presentate al governo perché vengano inserite nel prossimo dpcm. In Toscana da ieri sono scattate restrizioni nelle province di Siena e Pistoia, entrate in zona rossa mentre ad Arezzo sono state chiuse le scuole fino al 14 marzo. I sindaci dell’Empolese non erano d’accordo con il lockdown e il presidente della Regione, Eugenio Giani, li ha accontentati nonostante il forte aumento dei contagi. In provincia di Frosinone la situazione peggiora di giorno in giorno, due Comuni della Ciociaria sono finiti in rosso e l’intera zona potrebbe passare in arancione. Situazioni che si ripetono in quasi tutte le Regioni, anche nella gialla Sicilia complicando gli spostamenti e le regole da un territorio all’altro. Al Nord tornano dunque arancioni Lombardia e Piemonte, si uniscono ad Abruzzo, Umbria, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento. «È arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure», ha protestato il presidente lombardo, Attilio Fontana. «Ci viene chiesto purtroppo un nuovo sforzo e so che è un sacrificio grande. Al nuovo governo abbiamo sollecitato che i ristori per le attività costrette a fermarsi siano immediati. È fondamentale», scriveva venerdì sera sulla sua pagina Facebook il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. Il post veniva commentato da migliaia di cittadini esasperati dalle decisioni prese a Roma, un coro di «siamo stremati», «è un anno che ci raccontate le stesse cose e non trovate di meglio che chiudere». Mari Selvitella chiede: «Ma perché non istituite zone rosse dove necessita?». Parla del suo territorio: «Il Monferrato Casalese è da settimane fuori emergenza, continuate a dare contributi insignificanti e inutili a tutti sperperando denaro pubblico, quando potreste far lavorare dove è possibile e aiutare cospicuamente dove i contagi sono veramente un problema sanitario e le chiusure sarebbero giustificate». Il suo commento viene condiviso da molti utenti. Il ministro Speranza dovrebbe dedicare un po’ di tempo alla lettura dei social. Lo dovrebbe fare anche il premier, Mario Draghi, per quanto non apprezzi questa forma di comunicazione. Avrebbero molto da imparare sullo stato di salute del Paese, non solo sul fronte del Covid.
Volodymyr Zelensky (Getty Images)