2024-03-06
Negate le indagini su Speranza & C.
Respinta la richiesta di riapertura del fascicolo nei confronti dei membri del governo giallorosso. Il procedimento fu avviato da migliaia di denunce, archiviate in massa.Niente da fare, il tribunale di ministri di Roma non vuole riaprire il procedimento penale per la gestione della pandemia Covid, nei confronti dell’ex premier Giuseppe Conte e degli allora ministri Roberto Speranza (Salute), Lucia Azzolina (Istruzione), Luciana Lamorgese (Interni), Lorenzo Guerini (Difesa), Luigi Di Maio (Esteri), Roberto Gualtieri (Economia), Alfonso Bonafede (Giustizia), Paola De Micheli (Infrastrutture e trasporti), Sergio Costa (Ambiente). Lo scorso ottobre aveva disposto l’archiviazione, accogliendo la richiesta della Procura di Roma che nel giugno del 2023 aveva ritenuto le notizie di reato infondate. Contro quella decisione, a novembre aveva presentato istanza l’avvocato Renato Penna del Foro di Catania, elencando omissioni, le numerose indagini preliminari trascurate e contestando il procedimento di aver riunito in un unico fascicolo ogni «esposto, denuncia, querela di migliaia di cittadini e professionisti, al fine di chiedere l’archiviazione di tutta questa gran massa di denunce con un’unica richiesta». Il procedimento penale a carico degli ex ministri raccoglieva, infatti, anche migliaia di denunce da tutta Italia per la gestione della pandemia, dall’illegittimo utilizzo dei dpcm alla scelta di disincentivare le autopsie in decessi di pazienti Covid, alla limitazione di diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione. Secondo i giudici, «le tesi dei cosiddetti negazionisti non hanno trovato neppure nelle fasi iniziali della pandemia alcun riscontro nella letteratura scientifica accreditata a livello mondiale, ma neanche nelle fonti ufficiali di informazione o nelle posizioni delle autorità politiche nazionali ed internazionali».L’unico ragionamento seguito dal tribunale, osserva il legale, era che i dati pandemici prima, quelli vaccinali poi erano infallibili in quanto «forniti dalle autorità pubbliche». Bisognava per forza prestare «atto di fede assoluta» senza chiedere la consulenza di periti infettivologi, microbiologi, epidemiologi, di esperti nell’analisi dei dati statistici grezzi e aggregati, di altre figure professionali. Inoltre, giudici non avevano tenuto in considerazione «l’incremento abnorme degli effetti avversi […] in comparazione con i dati (invece molto più rassicuranti) di tutte le precedenti campagne per altri vaccini». Penna ricorda che secondo molte sentenze della Cassazione «il giudice è portatore di una testuale abist iniuria verbis […] e la legittima ignoranza in materia scientifica non può mai essere sopperita attraverso il personale sapere del giudice, ma può trovare adeguata risoluzione soltanto attraverso il deferimento delle questioni scientifiche controverse al sapere consulenziale di un collegio di ausiliari tecnici di quella materia».Invece, ben 1.051 studi presentati nella denuncia del giugno 2023 non furono degnati di uno sguardo da parte della Procura e del tribunale dei ministri. A novembre, l’avvocato Renato Penna aveva chiesto la riapertura del procedimento penale con l’immediata esecuzione di tutte le 33 indagini preliminari elencate nella prima denuncia del marzo 2021 e le altre 5 del giugno 2023. Denunce fatte da professionisti e avvocati siciliani, indagini che avrebbero dovuto chiarire quali fossero stati i criteri tecnico scientifici adottati per la creazione delle proiezioni a breve, medio e lungo termine elaborate dai cosiddetti esperti. Così pure, quale titolo e autorevolezza avessero i componenti del Cts e «qualunque altro tecnico che ha reso pareri consultivi al governo ai fini pandemici»; quale è il limite massimo del ciclo di amplificazione adoperato del test tampone molecolare Pcr e molto altro.La risposta del Collegio per i reati ministeriali, presieduto da Maria Teresa Cialoni, è stata che l’archiviazione di un procedimento viene disposta «con decreto non impugnabile», e che il tribunale dei ministri ne autorizza la riapertura solo «quando è ragionevolmente prevedibile l’individuazione di nuove fonti di prova che, da sole o unitamente a quelle già acquisite, possano determinare l’esercizio dell’azione penale». Le 38 indagini preliminari richieste vengono giudicate «irrilevanti», mentre invece fornirebbero risposte decisive, e le notizie indicate nell’istanza e rivelate dalla trasmissione televisiva Fuori dal Coro su Rete 4 su Speranza e l’ex dg di Aifa Nicola Magrini, non sono «nuove fonti di prova» per la presidente e per le altre due giudici Donatella Casari e Valeria Cerulli. Quindi, la richiesta di riapertura delle indagini «è ritenuta inammissibile».
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
(Ansa)
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».