2021-01-15
«Neanderthal è la soluzione per il Covid»
Scoperta italiana sull'uomo preistorico. Massimo Delledonne: «Una sequenza di Dna ereditata dagli ominidi, se presente, comporta maggiori possibilità di contrarre la forma grave e finire in terapia intensiva. Con la ricerca del genoma possiamo proteggere i più esposti»Professor Delledonne, lei ha messo a punto davvero il primo test al mondo che individua la predisposizione per il Covid grave? «Non è stata una grande intuizione. Diciamo che è una buona realizzazione». Fa il modesto? «No, sono realista. Molti scienziati hanno iniziato a cercare una predisposizione al virus nel Dna. Chi indagando il gruppo sanguigno e scoprendo che il più predisposto è lo zero, chi ha indagato il tema del genere...» Lei non si è occupato di questo. «No. Mi sono interessato a chi indagava la regione del cromosoma 3, che poteva predisporre una maggiore vulnerabilità all'infezione del Covid». E cosa hanno scoperto? «È pronto a tornare indietro nel tempo?»Di quanto? (Ride) «Quarantamila anni fa le va bene?» Si prende gioco di me? «No, è la data di estinzione dell'uomo di Neanderthal». E cosa c'entra con il Covid?«È la sintesi di una meravigliosa contaminazione tra storia e scienza. All'inizio di questa ricerca c'è il lavoro sul Covid di un comitato scientifico internazionale». Quale comitato? «È un consorzio tra stati, si chiama Covid-19 Hg. Ha esaminato 8.000 ospedalizzati e 5.000 gravi per Covid». E cosa ha scoperto? «Ha stabilito un legame tra l'incidenza più grave della malattia e il Dna». E cosa c'entra l'evoluzione umana? «A questo punto interviene uno studioso tedesco che studia da anni le cause dell'estinzione dell'uomo di Neanderthal. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature spiega che alla forma più grave di manifestazione della malattia da nuovo coronavirus sono legati alcuni geni localizzati sul cromosoma 3». E questi geni quali sono? «Quelli ereditati dal nostro progenitore circa 60.000 anni fa». Sembra un film di fantascienza. «Secondo questa ricerca coordinata da Svante Pääbo e Hugo Zeberg, dell'Istituto tedesco Max Planck per l'antropologia evolutiva, la regione sul cromosoma 3 è associata al rischio di insufficienza respiratoria in caso di infezione da Sars-CoV-2». Quindi chi ha questa regione neanderthaliana rischia di più?«Hai più possibilità degli altri di finire attaccato ad un respiratore». E quanti di noi hanno l'eredità genetica della regione neanderthaliana? «Bella domanda. Me la sono fatta anche io quando ho letto un bellissimo articolo del professor Remuzzi su questo legame». Lei però non è un epidemiologo, professor Delledonne. «E nemmeno un paleontologo. Ma, da biomeccanico quale sono, quando ho scoperto che solo una percentuale fra 14% e 16% ha questa caratteristica, sa cosa mi sono detto?»No, me lo dica. «Bene, troviamoli». Mi spieghi perché. «Ovvio. Sapere chi ha questa predisposizione può essere decisivo nel combattere l'epidemia».Massimo Delledonne, professore in biotecnologie nato a Cortemaggiore, lavora nell'Università di Verona. Quando deve descrivere il suo primo obiettivo sorride: «Sono uno che sequenzia malati». È dal lavoro del dipartimento di biotecnologie che arriva questo test. Quando gli chiedo come valuta le reazioni sorride: «Pensi: non abbiamo ricevuto nemmeno una contestazione».Professore, chi ha questa regione neanderthaliana nel mondo?«Alcuni. Gli africani no, gli europei sì, per esempio». E quando lei legge l'articolo di Remuzzi che racconta queste cosa fa?«Siamo arrivati a settembre. Apprendo che chi ha questa porzione è più suscettibile a un Covid grave. E che ha tre volte in più la possibilità di finire sotto un ventilatore».Questo calcolo non vuol dire che si ammala di sicuro. «No: vuol dire che se si ammala avrà tre volte in più la possibilità di finire così».C'è un tipo di Covid, dunque, che ha una base genetica.«Esatto. Così ho pensato: se ci fosse un test che rivela questa regione neanderthaliana, se poi sei positivo a quel test è probabile che lo avrai in forma grave». Questo spiegherebbe tante cose. «Esatto. Ad esempio le stragi familiari. Penso ad un caso che citava Zaia, di un nucleo dove una persona è morta di Covid e due sono finite in rianimazione». Non è detto che un figlio erediti questa caratteristica. «Come per le altre ha il 50% delle possibilità». Ma una volta stabilita questa relazione, il problema è che bisognerebbe sequenziale il genoma, spendendo moltissimi soldi. (Sorride). «Questa era la via più semplice, e di certo più costosa. Noi, dopo aver letto Remuzzi, ne abbiamo cercata una più ingegnosa, e di certo più economica. Abbiamo preso una tecnologia molto complessa e l'abbiamo trasformata in una analisi molto semplice». Quale? «Lei ha fatto un tampone per il Covid?» Più d'uno. «Bene, allora ne ha già usufruito». È lo stesso test? «Lo stesso principio. Amplifichiamo una regione del Dna. Si parte da una molecola e la si amplifica. Si chiama Pcr, è una Reazione a catena della polimerasi». Che differenza c'è tra il test Covid e il vostro? «In linea di principio nessuna: lì si amplifica il genoma di alcune regioni del virus». E in questo caso? «Alcune regioni del Dna. Quelle del cromosoma 3».Che margine di errore avete?«Zero».Ma sotto una certa soglia c'è una margine di errore anche nel test Covid. «Perché quello può essere meno efficace se hai una bassa carica virale». Mentre questo? «È tarato su una caratteristica Dna. O ce l'hanno tutte le cellule, o nessuna. Per questo non può sbagliare». Quanto costa? «Per ora ha lo stesso costo di un tampone molecolare del Covid: 80 euro». Perché dice «per ora»? «Da pochi giorni lo forniamo su Internet. Ma il nostro fine non è fare profitti». E perché? «Perché siamo una Università. Il mio stipendio lo pagano già dei cittadini, fra cui lei. Non dobbiamo guadagnarci». E che utilità può avere, oltre a mettermi in allarme? «Enorme». Mi faccia un esempio. «Partiamo dal singolo. Se dovessi scegliere se vaccinarmi, scoprire se ho una predisposizione mi aiuta».È la differenza tra sparare nel mucchio e avere un aiutino. «Esatto. Su un piccolo campione di sei malati che abbiamo individuato a Trieste, sei sono finiti in terapia intensiva». Mi metto nei panni dei suoi colleghi virologi. Sapere che si corrono meno rischi toglierà il fattore-paura nel grande pubblico. «Questo è poco ma sicuro: io se fossi il governo direi che sapendo che ho una categoria più predisposta dovrei cambiare il piano di vaccinazione e partire da quella». E si potrebbe abbinare nello screening al normale tampone? «Assolutamente sì, è quel che vorrei».E quanti predisposti al Covid troveremo? (Ride). «È quel che voglio scoprire». È come un sondaggio?«Esatto. Quando avremo un campione di 20.000 potremo fare una proiezione». Torniamo per un attimo all'uomo di Neanderthal? «Volentieri».Che relazione può esserci con l'estinzione? «È evidente: la vulnerabilità ai virus potrebbe essere stata una concausa, se non la causa della sua estinzione».Chi dovrebbe fare il suo test per primo? «Tutti. Ma hai il 50% di chance di avere predisposizione se c'è stata una vittima di Covid grave in famiglia». Questa predisposizione potrebbe spiegare la differenza di mortalità tra nord e sud? «Potrebbe, ma ho bisogno di dati, per dirlo. A me basterebbe fare quei 20.000 test, per avere una idea della distribuzione». Quanti ne ha per ora?«Ho studiato i 200 genomi sequenziati che abbiamo. E la percentuale è quella indicata dagli studi: il 14%». Abbiamo altre utilità? «Certo. Quando sei in guerra devi capire il tuo nemico e sapere il più possibile su di lui. Il Regno Unito ha investito 20 milioni di sterline sulla genetica del Covid». E noi?(Sorride). «Zero». E come li spendono loro? «Gli inglesi fanno tutto il genoma di tutti i malati. Noi no. Costa moltissimo». Si offende se si definisce il suo test «un'arma povera?». «Ne sono orgoglioso. Il ministro Manfredi sui social ha detto: “Bene, abbiamo un sistema a basso costo"». Contento? «Un riconoscimento importante, ma tuttavia senza conseguenze». In questo momento si può comprare soltanto su Internet. «Abbiamo iniziato a commercializzarlo solo due giorni fa».Oltre il costo cosa chiedete? «Nulla solo sapere se si è positivi o no». Ci può essere chi si ammala gravemente anche se non ha quella predisposizione?«Certo. È come un test per dire se nel tuo Dna ci sono gli occhi azzurri. O come il test sul tumore al seno. Questo individua i più vulnerabili».Tutto dipende da quel frammento di Dna. «Una regione di sole 50.000 lettere che predispone per il Covid grave».Potrebbe essere copiato dall'industria farmaceutica? (Sorride). «Certo. Con un po' di fatica, e in qualche mese». Non la preoccupa?«No. Perché io non l'ho fatto per profitto. Noi non siamo commercianti o imprenditori».Cosa le dà più soddisfazione?«Aver trovato un modo economico per risolvere un problema complesso».
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.