2023-01-12
L’ex moglie di Foti rischia un altro processo
La protesta davanti al Tribunale di Torino (Ansa)
La Procura di Torino chiede il rinvio a giudizio per dieci persone, tra cui assistenti sociali e psicologi: avrebbero tolto due bambini di origine nigeriana alla loro mamma, fabbricando false accuse di abusi sessuali. Un modello del tutto simile a quello di Bibbiano.La Procura di Torino ha appena formalizzato le richieste di rinvio a giudizio per dieci indagati in un processo che ipotizza l’affido illegittimo di due bambini d’origine nigeriana (si veda La Verità del 27 ottobre). Sul banco degli accusati siedono soprattutto assistenti sociali e psicologi, accusati a vario titolo di truffa aggravata, frode processuale, falso, abuso d’ufficio. Tra gli imputati spicca in particolare la terapeuta piemontese Nadia Bolognini, già coinvolta nel processo in corso a Reggio Emilia sui presunti allontanamenti illeciti dei minori di Bibbiano ed ex moglie di Claudio Foti, il fondatore del Centro Hansel & Gretel di Moncalieri al centro di quella vicenda, che a sua volta il tribunale reggiano nel novembre 2021 ha condannato in un giudizio separato a 4 anni di reclusione per le gravi lesioni prodotte su una giovane paziente. A parte la coincidenza dell’imputata in comune, e a parte la perfetta sovrapposizione dei reati contestati, il caso torinese ricorda intensamente quello di Bibbiano anche per altri particolari. Secondo le indagini, condotte dal sostituto procuratore Giulia Rizzo, i due bambini nigeriani – un fratello e sorella che oggi hanno 13 e 11 anni – sarebbero stati ingiustamente sottratti dai servizi sociali alla madre nel 2013, quando erano ancora molto piccoli, per essere affidati a una coppia di donne, una poliziotta e un’impiegata: esattamente come a Bibbiano, dove gli inquirenti ipotizzano che una bimba, anche in quel caso figlia di un’immigrata, le fosse stata illecitamente sottratta per essere consegnata a una coppia lesbica. In tutti i due i casi, inoltre, i procedimenti di affidamento sarebbero stati motivati con false ipotesi di abusi sessuali nella famiglia d’origine. E in entrambi i casi le coppie vengono accusate di avere maltrattato i minori loro affidati. A Torino, in particolare, le due affidatarie dei fratellini nigeriani nel 2016 si erano rivolte alla psicoterapeuta Bolognini perché indagasse su asseriti comportamenti anomali del piccolo. E oggi la Procura accusa la terapeuta di avere ipotizzato una «condotta sessualizzata» per possibili abusi da parte del padre naturale, basandosi su sedute condotte con «metodi suggestivi e scorretti». Inoltre, proprio com’era accaduto a Bibbiano, anche a Torino il pubblico ministero Rizzo accusa le due affidatarie di avere maltrattato i bimbi che invece avrebbero dovuto proteggere: i due fratellini sarebbero stati sottoposti a pressioni insistenti per recidere i legami con la famiglia naturale. Tanto che in un’occasione la bambina avrebbe detto: «Io mi sento bianca».Sempre secondo l’accusa, poi, l’affidataria agente di polizia avrebbe chiesto ad alcuni suoi colleghi di recuperare negli archivi informazioni che potessero screditare i genitori biologici. Sotto accusa, per questo, sono finiti tre poliziotti, che devono rispondere del reato di accesso abusivo a sistema informatico. La loro posizione, però, è stata stralciata perché i difensori hanno chiesto la «messa alla prova»: questa è una facoltà che il Codice di procedura penale concede agli imputati di reati minori nelle fasi preliminari del processo, che il tribunale può sospendere in cambio di lavori di pubblica utilità.Le richieste di rinvio a giudizio, sulle quali presto dovrà esprimersi il giudice dell’udienza preliminare, ipotizzano anche la presunta truffa. Il reato riguarderebbe non soltanto l’eccessiva lunghezza dell’affido, che per legge non dovrebbe mai superare i due anni, ma soprattutto i compensi versati dal Comune di Torino alle due donne affidatarie (si parla di 115.000 euro): compensi che, alla luce delle irregolarità contestate, diverrebbero immotivati e quindi illegittimi. Quasi un anno fa, come primo risultato delle indagini, i due fratelli nigeriani erano stati sottratti alla coppia affidataria per essere crudelmente collocati in due diversi istituti. Nell’aprile 2022 l’affido era stato poi revocato in via definitiva, e dopo 9 lunghi anni di sofferenze era iniziato un difficile percorso di riavvicinamento alla famiglia d’origine. Questo Natale la madre, finalmente, ha potuto tenere con sé i figli per qualche giorno.Nel frattempo, mentre la «Bibbiano torinese» avanza, a Reggio Emilia si è svolta un’altra udienza del lentissimo processo in corso sulla «Bibbiano vera», che coinvolge 17 imputati. L’inchiesta sui nove bambini allontanati nel piccolo centro emiliano era emersa alle cronache nel giugno 2019, con alcuni arresti, ma il procedimento vero e proprio era iniziato soltanto nel giugno 2022, e subito era stato sospeso. È poi ripartito a metà di dicembre, ma davanti a una corte diversa da quella iniziale perché due dei tre giudici nel frattempo hanno lasciato il tribunale di Reggio Emilia. In aula, due giorni fa, il pm Valentina Salvi ha contestato nuove aggravanti ad alcuni degli imputati per falso, in quanto ricoprivano il ruolo di pubblico ufficiale, e in un caso ha ipotizzato anche un nuovo abuso di potere. L’aggravamento delle accuse allunga la vita ai reati, e quindi ne rende più difficile la prescrizione. Ma le difese hanno reagito chiedendo a loro volta più tempo per eventuali obiezioni. Il risultato è che il fitto calendario previsto per gennaio, con due udienze a settimana, ora è stato azzerato. Si ripartirà il 15 febbraio.
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