2025-01-08
Mr. Tesla mette a nudo pure Soros
George Soros (Getty Images)
Il miliardario Elon Musk, vicino al prossimo presidente americano, replica alle accuse di ingerenze con post su X, che ricordano le manovre del magnate ungherese, definendolo «un mutante».E improvvisamente, nel vasto mondo del complottismo liberal, calò il silenzio. Elon Musk rispolvera per un giorno un suo vecchio cavallo di battaglia, ovvero l’accusa allo speculatore George Soros di essere «un mutante di grande potere» e «un manipolatore» della politica, più o meno quello che da sinistra dicono di Mister Tesla ogni giorno, e l’imbarazzo si impadronisce della galassia woke e democrat. Il silenzio è d’oro, quando si tratta di non alimentare polemiche su un generoso finanziatore di politiche migratorie e diritti civili in versione extralarge. Ieri di buon mattino, Musk posta sulla sua piattaforma X una riga e mezzo al veleno su Soros, che sarebbe come «Magneto, un mutante di grande potere, che odiava l’umanità». E rilancia un altro post di Mario Nawfal, 1,9 milioni di followers, finanziere e anchorman, nel quale si legge che «dalla Brexit alle elezioni Usa, Soros è abituato a gettare sul piatto i suoi miliardi su battaglie politiche che vanno di pari passo con la sua agenda personale». Musk rilancia anche l’accusa al finanziere magiaro di pagare dei falsi «cani da guardia» dell’informazione in tutto il mondo per zittire i suoi avversari. A scatenare Musk, sotto i riflettori da giorni per il ruolo di consigliere privilegiato di Donald Trump e accusato praticamente di ogni nefandezza per questo, è stato il riconoscimento che Joe Biden ha tributato a Soros. Sabato scorso, il presidente uscente ha consegnato la prestigiosa Medaglia della libertà a 19 personalità in vari settori, tra cui il discusso «filantropo» della Open Society Foundation, ritenuta meritevole per l’impegno tentacolare in ben 120 nazioni del mondo. E allora Musk ha rispolverato, a due anni dalla prima volta, la storia della presunta somiglianza di Soros con Magneto, un mutante potentissimo nei film sugli X-Men, il cui potere principale consiste nel saper manipolare i campi elettromagnetici, a cominciare ovviamente dai metalli.Va detto che Musk non si è mai risparmiato sul rivale. Gìà due anni fa, quindi ben prima di essere lui il protagonista malefico di mille complotti, il fondatore di Tesla aveva attaccato. Era il 17 maggio del 2023 e Soros si era divertito a far sapere al mondo che aveva ceduto il suo modesto pacchetto di azioni Tesla. In risposta a un utente di Twitter che lo difendeva, Musk scriveva: « Voi pensate che Soros abbia buone intenzioni. Ma non le ha. Vuole solo erodere il vero e autentico tessuto della civiltà perché Soros odia l’umanità». Immediata arrivò la difesa di Jonathan Greenblatt, capo dell’Antidefamation League (una lobby che combatte contro l’antisemitismo), per il quale Musk, criticando l’ebreo Soros, stava solo «rafforzando gli estremisti». Al che l’uomo d’affari sudafricano ribattè scherzando: «Ehi, smettete di diffamare me, piuttosto». Il duello tra I due miliardari accusati di maneggiare troppo potere è in fondo un segno della debolezza di molti leader politici, a destra come a sinistra. Soros, 94 anni, è un grande finanziatore delle campagne dei Democratici Usa ed è il più importante avversario di Viktor Orban, presidente dell’Ungheria. In Italia ha storicamente finanziato i radicali e le Ong che gestiscono i salvataggi dei migranti clandestini, ma molte sue idee sono state appoggiate dal Pd, con leader come Romano Prodi ed Elly Schlein che godono del favore di Soros, a sua volta anche molto filo-Pechino. Il dualismo a colpi di teorie complottiste era comunque annunciato. Il 14 novembre Mister Tesla aveva pubblicamente affrontato l’accusa di essere avviato a diventare «il Soros della destra». Se l’è cavata con una risposta brillante, prima precisando che semmai lui sarebbe «il Soros del centro» e poi attaccando alla sua maniera: «Noi vogliamo il ritorno al buon senso, come dice Trump. Vogliamo città sicure, confine sicuri, spesa pubblica sensate, libertà di parola e rispetto della Costituzione. Se questo è il George Soros della destra, allora sono io». La sfida, in effetti, è interessante: come fa la sinistra a discutere tra Soros buoni e Soros cattivi?
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
Francesca Albanese (Ansa)