2021-08-13
Berlino, 13 agosto 1961: il giorno del muro
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Berlino, 13 agosto 1961. Militari della Ddr durante la costruzione del muro (Getty Images)
Sessant'anni fa fu eretto il muro che divideva Berlino in due, emblema materiale della Guerra Fredda per 29 anni. La storia, la tragedia dei fuggiaschi e le più rocambolesche imprese per scavalcarlo e guadagnare la libertà dal regime comunista.Berlino, 13 agosto 1961: "Antifaschistischer Schutzwall".Solamente il giorno precedente, il 12 agosto 1961, fu registrato a Berlino Est il record di fuggiaschi dalla zona della città in mano al governo comunista. Quasi 2.500 cittadini oltrepassarono il confine che divideva il mondo occidentale capitalista dalle miserie del socialismo reale. L'ultima grande fuga chiudeva una lunga emorragia di profughi, calcolati in circa tre milioni e mezzo dalla divisione della Germania nel 1945.La partizione di Berlino, città nel cuore della Germania orientale, aveva causato grande disappunto presso il governo di Mosca poiché rappresentava un'anomala roccaforte capitalistica conficcata come una "spina nel fianco" dell'Europa occidentale controllata dai sovietici. Tra il giugno 1948 e il maggio 1949 la ex capitale del Terzo Reich fu isolata con l'intervento dell'Armata rossa, che impedì ogni accesso a Berlino Ovest. Il blocco era mirato ad espellere gli occidentali, affinché tutta Berlino rimanesse nell'orbita di Mosca. Le aspettative dei sovietici furono tuttavia deluse dall'organizzazione da parte statunitense di un imponente ed efficace ponte aereo, che fu in grado di salvare la parte occidentale della città.La grave crisi economica che colpì la Germania Est nei primi anni '50 favorì ulteriormente l'esodo (allora relativamente semplice) dei cittadini verso Berlino Ovest, durante un decennio funestato dalla repressione sovietica (come in occasione della rivolta degli operai berlinesi del giugno 1953) e dalla miseria che accompagnava i cittadini sin dalla fine della guerra. Dopo quasi un decennio di relativa calma, nel 1958 la tensione tra i due blocchi salì nuovamente in quanto la situazione dei profughi da Berlino Est imbarazzava non poco Mosca, la cui immagine sembrava essere stata rinvigorita dal successo dello Sputnik nella corsa allo spazio contro gli Americani. Con l'aumento del flusso migratorio della primavera-estate del 1961, il leader sovietico Nikita Kruschev diede il via libera alla costruzione di un muro lungo il confine tra le due metà di Berlino, iniziato durante la notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 senza alcun preavviso per i cittadini dell'Est che fino al giorno prima potevano muoversi con relativa facilità tra i due settori di Berlino (addirittura per mezzo della metropolitana). Alla costruzione del muro di Berlino parteciparono l'esercito della Ddr, la polizia (Volkspolizei), i "volontari" del partito comunista. Lungo il suo perimetro le autorità della Germania Est istituirono ben 12 checkpoint pressoché invalicabili. Furono centinaia le famiglie di Berlino a rimanere forzatamente divise dalla nuova barriera, nel nome e per volontà del partito unico che giustificò l'opera come strumento per "tenere lontani i fascisti" dal territorio della Repubblica Democratica Tedesca. Dall'altra parte della cortina di ferro, a Washington, le reazioni furono piuttosto tiepide. Il presidente John F. Kennedy si limitò al momento a dichiarare che un muro fosse "sempre meglio di una guerra", visto che in quell'anno la crisi di Cuba aveva portato il mondo sull'orlo della terza guerra mondiale. Soltanto alcuni mesi più tardi, dal palco montato a Berlino Ovest nei pressi della Porta di Brandeburgo pronuncerà il famoso discorso passato alla storia con il suo incipit, "Ich bin ein Berliner" (sono un berlinese).Nei mesi immediatamente successivi alla costruzione del primo muro, una barriera ancora abbastanza valicabile, furono centinaia i cittadini di Berlino Est che riuscirono a fuggire attraverso le finestre degli appartamenti che si affacciavano lungo il suo perimetro. Ad attenderli nella terra della libertà erano i soccorritori di Berlino Ovest, che provvedevano al loro recupero. Da tale situazione di relativa inefficacia della prima versione del "Berliner mauer" le autorità comuniste misero in opera l'idea del doppio muro, la versione definitiva. Quest'ultima, avanzata versione dell'opera di "difesa antifascista" fu quella che portò al maggior numero di vittime in quanto tra un muro e l'altro vi era una striscia di terreno detta la "terra di nessuno" dove i cecchini dell'esercito della Ddr potevano agilmente indirizzare il tiro verso i fuggiaschi. Gli appartamenti che affacciavano lungo il muro furono tutti forzatamente evacuati e successivamente sigillati. L'isolamento totale, che durerà ben 29 anni, era cominciato. Dal momento della costruzione del muro sessant'anni fa, il fuoco dei militari della Repubblica Democratica Tedesca falcerà 140 vite, mentre altre 250 saranno stroncate ai checkpoint.Il muro che rese materiale la divisione del mondo nei due blocchi contrapposti durante la lunga Guerra Fredda sarà teatro anche di tentativi di fuga rocamboleschi e, per così dire anche creativi, alcuni riusciti altri invece finiti male. Se iconica è rimasta l'immagine del soldato della Ddr catturato dall'obiettivo mentre scavalca il filo spinato il giorno dopo l'erezione del muro, con la configurazione della doppia barriera la fuga divenne estremamente complicata. Molti furono i cittadini che cercarono di oltrepassare la terra di nessuno scavando lunghi tunnel. Nel 1962 furono ben 57 i fuggiaschi che riuscirono in un giorno a guadagnare la libertà attraverso una galleria scavata sotto il perimetro del muro. Il fatto ebbe tale eco che la polizia segreta della Ddr, la famigerata Stasi, installò un sistema di monitoraggio e ascolto per tutta la lunghezza del muro al fine di intercettare ogni minimo rumore di scavo. Dall'altra parte gli occidentali non furono da meno in quanto a attività di intercettazione e spionaggio. Il simbolo dell'attività di intercettazione da parte degli Americani fu la stazione eretta sul culmine della collina artificiale di Teufelsberg, costruita con le macerie di un ex centro di studi militari nazista. Da qui gli operatori intercettavano le onde radio e le comunicazioni codificate provenienti da Mosca. Fu in molti casi la disperazione a stimolare l'ingegno dei fuggiaschi. Come nel caso di Horst Klein, un equilibrista che riuscì a passare il muro lungo una fune sospesa nel vuoto. O come Harmuth Richter che nuotò per quattro ore lungo il canale Teltow che divideva le due Germanie riuscendo a guadagnare la riva opposta. Non mancò chi utilizzò palloni aerostatici e addirittura treni, come l'ingegnere ferroviario Harry Deterling che il 5 dicembre 1961 rubò un vecchio treno a vapore oltrepassando il confine dopo l'ultima stazione dell'Est, Albrechtshof, portando dall'altra parte venticinque passeggeri. Il giorno dopo le ferrovie della Ddr si affrettarono a chiudere la linea ferroviaria. Unica fu invece la storia di tre fratelli di Berlino Est: Ingo, Holger e Egbert Bethke. Figli di due funzionari di polizia della Ddr, fedelissimi al comunismo, i tre erano poco più che bambini quando il muro spense loro le speranze di poter vedere il mondo, di assaporare la libertà rubata dal governo comunista. Il primo a fuggire fu Ingo, che attraversò con un amico la barriera fortificata fuori Berlino, lungo le rive del fiume Elba. avendo fatto la leva militare come guardia alla frontiera, conosceva il punto ideale per tentare la fuga. I due furono in grado di tagliare il filo spinato, evitare la sabbia rastrellata che indicava ai militari il passaggio di fuggiaschi, schivare il campo minato con il solo ausilio di un pezzo di legno e attraversare il fiume con due materassini coperti dalla coltre di nebbia. Era il 26 maggio 1975. L'obiettivo successivo sarebbe stato organizzare la fuga dei fratelli, mentre la Stasi metteva sotto pressione la sua famiglia con minacce continue e il licenziamento dei genitori. Il secondo dei fratelli Bethke a guadagnare la libertà fu Holger, con un metodo assolutamente geniale quanto estremamente azzardato. Il giovane, provetto arciere, individuò un punto del muro dove si affacciavano due alti edifici, uno a Est e l'altro a Ovest all'interno di un'area verde della città. Salito assieme ad un amico sul tetto del palazzo di Berlino Est, Holger scagliò con precisione il dardo legato ad un robusto filo in nylon quindi, con una carrucola dotata di maniglie, i due si lasciarono scivolare lungo quella improvvisata "zipline" che li portò alla libertà. Raggiunta Colonia i due fratelli ex profughi aprirono assieme una birreria, che vendettero non appena pronto il piano per recuperare il fratello minore Egbert rimasto oltrecortina. Con i proventi della vendita del locale comprarono due velivoli ultraleggeri (deltaplani a motore) con i quali alle prime luci dell'alba del 26 maggio 1989 sorvolarono il muro dopo avere applicato sotto le ali la stella rossa dell'aviazione sovietica. Non avendo ordini specifici riguardo ai velivoli, le guardie della Ddr non spararono e uno dei due ultraleggeri atterrò in uno spiazzo del Treptower Park dove Egbert attendeva nascosto in un cespuglio, mentre l'altro continuò a volare in circolo sorvegliando la zona. Sedici minuti più tardi i due velivoli appoggiavano il carrello di fronte al Reichstag di Berlino Ovest, ma nel volo di ritorno gli occupanti erano tre.L'ultima famiglia a fuggire da Berlino Est fu quella di Hans-Peter Spitzner, che riuscì ad attraversare il terribile checkpoint Charlie nell'agosto 1989, pochi mesi prima della caduta del muro. La fuga avvenne grazie all'aiuto di Erik Yaw, un militare americano che riuscì a trasportare clandestinamente nel bagagliaio della sua auto il padre con la figlia Peggy di appena sette anni. Furono in grado di raggiungere la moglie (e madre) già da tempo fuggita a Berlino Ovest. Recentemente Yaw e Spitzner si sono dati appuntamento dove sorgeva il checkpoint. Questa volta, invece dell'aria viziata del bagagliaio e l'odore della paura di una morte vicina o della prigione (nella migliore delle ipotesi) Hans-Peter ha potuto respirare a pieni polmoni l'aria della libertà. Come gli altri cinquemila tedeschi che riuscirono a vincere il muro dal 1961 al 1989.
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