2023-09-14
L’offerta Msc per il porto d’Amburgo blocca le mire cinesi pure su Trieste
Il porto di Amburgo (IStock)
Salirà al 49,9% della società che gestisce lo scalo tedesco e un terminal sull’Adriatico.A mettere - per ora - un punto fermo sulle mire cinesi sul sistema della logistica europea è il gruppo Msc di Gianluigi Aponte. Con ricadute importanti anche in Italia, nel Porto di Trieste. Ieri, Hamburger hafen und logistik (Hhla), la società che gestisce tre dei quattro terminal del porto tedesco nonché uno dei principali terminal europei, ha annunciato un accordo tra Msc e la Città di Amburgo, che controlla il 66% di Hhla. Grazie all’accordo, il gruppo di Aponte lancerà un’offerta sulle azioni di classe A di Hhla al termine della quale, a Msc, andrà il 49,9% di Hhla, mentre la maggioranza (50,1%) resterà in mano a Hgv, la finanziaria della «Città libera e anseatica di Amburgo (Fhh)».La nota della società che gestisce il terminal di Amburgo conclude precisando che «in stretta consultazione con il consiglio di sorveglianza di Hhla, il consiglio direttivo esaminerà e valuterà l’offerta pubblica di acquisto annunciata nel migliore interesse della società, salvaguardando al tempo stesso gli interessi di tutte le parti interessate. Hhla informerà di conseguenza il mercato dei capitali e il pubblico in conformità con la legge applicabile».La prima reazione è stata quella della Borsa. Il titolo di Hhla è salito del 50% a 17 euro, oltre il prezzo di 16,75 euro previsto dall’offerta di Msc.La mossa di Aponte sul porto di Amburgo ha ricadute anche in Italia. E anche in questo caso sbarra la strada alle mire cinesi. Hhla ha stretto nel 2020 un accordo d’investimento grazie al quale la società tedesca ha avviato lo sviluppo di uno dei terminal del porto di Trieste. In seguito all’accordo, che all’epoca ebbe il via libera del governo ai sensi della normativa sul Golden Power, Hhla è diventato primo azionista di Piattaforma logistica Trieste con il 50,01%.Nel giugno scorso, i cinesi di Cosco sono entrati con una quota del 24% nel quarto terminal di Amburgo, quello di Tollerort, controllato sempre da Hhla. L’obiettivo di Cosco era quello di arrivare al 33%, una quota che avrebbe dato al colosso cinese della logistica una minoranza di blocco in una serie di decisioni su investimenti e sviluppo del terminal. La trattativa è andata avanti, tra le polemiche, per circa due anni. Anche perché a spingere per l’accordo con Cosco era proprio Hhla. Secondo la società tedesca, l’accordo Cosco avrebbe permesso un nuovo posizionamento di Amburgo sul mare del Nord e sul mar Baltico. La compagnia ha anche sempre ripetuto che con l’operazione, l’azienda cinese non avrebbe accesso a processi decisionali e ai dati sensibili gestiti dal terminal, ribadendo anche che il terreno su cui sorge Tollerort continuerà ad appartenere interamente alla Città di Amburgo. Le polemiche erano arrivate anche in Italia, con la società che aveva dovuto dichiarare di non avere in previsione accordi con Cosco sullo sviluppo di Trieste. Proprio sul rapporto con la Cina però l’esecutivo guidata da Olaf Scholz si è spaccato. Con la componente dell’Alleanza ambientalista, rappresentata dalla ministra degli Esteri Annalena Baerbock, che sostiene una linea di maggior intransigenza con Pechino. Mentre Scholz, sensibile anche ai richiami della Confindustria tedesca, ha mostrato un atteggiamento più aperto.Senza contare le pressioni internazionali. Con gli americani che non hanno mai nascosto la loro irritazione per l’apertura dei governi europei nei confronti dell’espansionismo cinese nel Vecchio continente. Come l’adesione al mega progetto infrastrutturale della Via della seta.
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