2020-11-14
Mps, tempo scaduto. Persi i requisiti Bce. Non c’è più capitale e bisogna vendere
Il Tesoro avrebbe anche chiesto a consulenti finanziari e legali di presentare entro il 17 novembre le proposte di privatizzazione.Per il Monte dei Paschi scatta un nuovo allarme rosso. L'istituto senese, infatti, non sarà in grado di rispettare i requisiti patrimoniali minimi richiesti dalla Bce dopo i nuovi accantonamenti su rischi legali e a causa degli impatti regolamentari e del Covid sul capitale. Lo scrive la stessa banca nella relazione sui conti degli ultimi nove mesi aggiornando le proiezioni di adeguatezza patrimoniale elaborate nel contesto dell'istanza presentata a Francoforte per autorizzare la scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati. Da questi aggiornamenti è emerso uno «scenario di shortfall», ovvero di carenza, rispetto ai requisiti patrimoniali Srep, «per il quale si stanno valutando iniziative di rafforzamento». I vertici di Rocca Salimbeni ritengono, dunque, «realistico immaginare, con il cessare delle misure di sostegno all'economia, una crescita dello stock di crediti deteriorati» e ammettono che «lo scenario Covid potrà avere effetti rilevanti sulla liquidità del gruppo», che ha già attinto 24 dei 27 miliardi a disposizione con le aste Tltro 3 della Bce. Nella relazione del Monte si sottolinea comunque che l'azionista di controllo, il Mef, ha garantito il supporto patrimoniale «necessario, in futuro, per garantire il rispetto dei requisiti di capitale minimi». Il Tesoro ha anche ribadito l'intenzione di rispettare gli impegni con la Ue e trovare «un anchor investor e/o un partner bancario di adeguato standing, al fine di ripristinare e assicurare la competitività della banca». Del resto, il decreto firmato anche dal premier Giuseppe Conte (e datato 16 ottobre) ha messo nero su bianco che l'uscita del Tesoro dal capitale va realizzata «con modalità di mercato e anche attraverso operazioni finalizzate al consolidamento del sistema bancario». Ovvero aprendo le porte a un cavaliere bianco privato, come del resto invocato dalla Vigilanza europea. Bisogna però fare presto e rendere più digeribile «il boccone» senese al mercato. Tanto che il Mef potrebbe far inserire nella prossima legge di bilancio una norma che consentirebbe a Mps, in caso di fusioni nel 2021, di poter convertire 3,7 miliardi di euro di Dta (le attività fiscali differite) in crediti fiscali, allo scopo di incentivare potenziali acquirenti e facilitare un'eventuale aggregazione della banca nel medio periodo. Il Tesoro - dove la partita Mps è giocata in prima linea più dal direttore generale Alessandro Rivera che dal ministro Roberto Gualtieri - avrebbe anche chiesto a consulenti finanziari e legali di presentare entro il 17 novembre le proprie proposte sul piano di privatizzazione, ha scritto ieri l'agenzia Reuters. Presentando i risultati trimestrali agli analisti, l'ad Guido Bastianini non ha chiarito di quanti miliardi avrà bisogno il Monte per garantirsi il cuscinetto richiesto. Le indiscrezioni intanto puntano su un aumento di capitale da oltre 2 miliardi con il Tesoro che ha munizioni pronte fino a 1,5 miliardi. La Bce ha chiesto un rafforzamento patrimoniale da 700 milioni per l'operazione Amco e la banca ha già emesso un bond subordinato T2 da 300 milioni e potrebbe dover emettere un altro bond At1 per colmare gli altri 400 milioni di riduzione di patrimonio. Strumento che andrebbe sottoscritto pro quota dal Tesoro, azionista con il 68%, e dal mercato. Come farà lo Stato a garantire il supporto necessario? Può anticipare i soldi adesso e rientrare in seguito all'arrivo del nuovo partner privato. Ciò significherebbe avere già nel cassetto un accordo, o quantomeno, un interesse di massima da parte di qualcuno. Che parli anche straniero. Come ad esempio i francesi del Crédit agricole (che potrebbero allargare il perimetro d'azione anche al Banco Bpm) o di Bnp Paribas.Senza pretendenti, l'operazione «di Stato» andrebbe invece fatta in deficit. E una eventuale ricapitalizzazione cash imporrebbe un passaggio in Parlamento, per altro con un governo già ingolfato di decreti. Questo scatenerebbe un Vietnam in aula con i 5 stelle che da mesi chiedono di lasciare la banca nelle mani dello Stato piuttosto che svenderla o farne uno spezzatino alla mercé degli stranieri e farla diventare il polo aggregato di crediti deteriorati. Dopo le regionali, però, il piano è stato stoppato dal decreto che porta il sigillo di Mef, Mise e Palazzo Chigi. E anche Bankitalia ha dato il suo fermo niet alla banca pubblica invocata dai fan del «Monte di Stato». Tifoseria di cui non fanno parte solo i grillini ma anche alcuni esponenti del Pd. «Lo Stato non abbia fretta di uscire da Mps, una dismissione nelle attuali condizioni potrebbe incoraggiare speculazioni«, ha detto ieri Luca Sani, deputato Pd membro della commissione Finanze di Montecitorio. Sostenendo l'appello lanciato in questa direzione anche dal governatore della Toscana, Eugenio Giani, che nei giorni scorsi ha scritto a Gualtieri chiedendo un colloquio sulle prospettive della banca senese.Ma i tempi della politica non sono certo quelli del mercato. E se lo Stato vuole scendere dal Monte senza farsi troppo male, il tempo è quasi scaduto.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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