2020-02-08
Mps non rispetta gli obiettivi europei. Rosso di 1 miliardo
Sulla perdita pesa la svalutazione delle attività fiscali differite voluta proprio dal governo. In arrivo altri tagli per 100 milioni.L'amministratore delegato del Monte dei Paschi, Marco Morelli, è uno sportivo abituato alla fatica e alle prove di resistenza. Come quella di tenere l'operatività della banca senese sopra la linea di galleggiamento e nel frattempo rispettare la rigida tabella di marcia sulla pulizia di bilancio smaltendo le macerie di sofferenze e incagli accumulati negli anni della crisi.Negli ultimi tre anni, però, Morelli ha dovuto correre con una zavorra ai piedi lungo un sentiero stretto tracciato dalla Commissione Ue e dalla Bce nel 2017 in cambio del via libera alla ricapitalizzazione statale della banca. Mentre sullo sfondo montavano le onde agitate dai tassi negativi e dalle stime sulla crescita del Pil sempre più ridimensionate. Una missione complicata anche dal fatto di avere un azionista di controllo ingombrante come lo Stato che non ha agevolato le trattative con le autorità di vigilanza europea. E che ha addirittura aggiunto ostacoli sul cammino. Morelli ieri lo ha ricordato agli analisti presentando i conti 2019 del Monte che sono stati archiviati con una perdita di 1,033 miliardi, a fronte dell'utile di 279 milioni realizzato l'anno precedente. Sul risultato, pesa la svalutazione per 1,2 miliardi di euro delle cosiddette Dta (attività fiscali differite). Una stangata decisa dall'ultima legge di bilancio varata dallo stesso Tesoro che di Mps è socio di maggioranza e che dovrà comunque uscire entro il 2021 senza farsi troppo male rispetto ai miliardi pubblici investiti. Un paradosso considerando anche che gli sherpa del ministro Roberto Gualtieri stanno trattando da mesi la cessione di almeno 10 miliardi di deteriorati ad Amco (ex Sga), società a sua volta controllata dal Mef, senza violare la disciplina sugli aiuti di Stato. Come paradossale è il fatto che l'Europa non consenta al Monte di aggiornare il piano di ristrutturazione dal 2017 nonostante il contesto macroeconomico sia cambiato completamente. Così come hanno fatto altre big del credito in questi ultimi mesi.Mps ha dovuto così fare doppia fatica e sarà inoltre costretta a tagliare altri costi per 100 milioni entro il 2021. L'istituto non ha, infatti, raggiunto gli obiettivi reddituali previsti dal piano e il cosiddetto commitment, ovvero gli impegni presi con Bruxelles e Francoforte prevedono che in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi reddituali si proceda a una riduzione di costi operativi di 100 milioni di euro rispetto a quelli previsti. Tradotto: dovrà tornare a mettere mano sugli organici. Ecco perché le parole di Morelli ad alcuni ieri sono suonate come uno sfogo, ad altri come una sveglia alle autorità europee affinché prendano in considerazione l'ipotesi di rivedere le griglie delle imposizioni decise tre anni fa: «Il recupero commerciale del gruppo rispetto alla fine del 2016 è la fine di un lunghissimo viaggio con uno sforzo extra perché, senza questo lavoro, ci sarebbero voluti anni in un contesto macro e normativo che da inizio 2017 non ci hanno semplificato la vita», ha detto Morelli. «È stato fatto un grande lavoro da tutti i dipendenti per rimettere in piedi la banca» consentendole «di recuperare la credibilità». «In tre anni abbiamo fatto ciò che doveva essere fatto e forse anche meglio» ha poi aggiunto elencando i progressi su pulizia di bilancio, attività commerciale e taglio dei costi. Quanto alla scadenza del cda fissata a primavera, «se vogliono cambiare lo possono fare ogni volta che lo ritengono utile», ha ribadito l'ad che ha tenuto il timone della nave senese dal 2016 «con tre diversi governi e con tre diversi ministri delle Finanze. Con la scadenza naturale del mandato è giunto il momento di tirare una linea e io spiegherò quello che la banca ha fatto, a quel punto il ministro deciderà». Morelli è in attesa che si sblocchi il negoziato sulla vendita dei crediti deteriorati: «La banca sta aspettando un'indicazione allo scopo di valutare che transazione sugli Npl, diversa da quella nei nostri piani attuali, può essere fatta». Ma anche in caso di via libera, l'esecuzione della vendita richiederà tempo. Ecco perché c'è chi non esclude un rinnovo del mandato per il banchiere, considerando che il nuovo cda dovrebbe partire da zero sul dossier. Ma per continuare la sua corsa l'ad avrà bisogno di giudici di gara più equi in Europa e di compagni di squadra più incisivi al Tesoro.
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
Il regista Stefano Sollima (Ansa)
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)